Qualche giorno fa, per la prima volta in vita mia, ho fatto una risonanza magnetica. "Ho fatto" nel senso che sono stato sottoposto a una tecnica di diagnostica per immagini che sfrutta il principio della risonanza magnetica nucleare, ossia della misura di precessione dello spin di nuclei dotati di momento magnetico sottoposti ad un campo magnetico ad alta frequenza. Il valore di questa alta frequenza è ben superiore ai cinquanta hertz della corrente alternata di rete, combattuta dai nemici dell'elettrosmog.
Qualcuno può spaventarsi ad entrare nel "tubo", disteso su un lettino mobile: io mi sono anche divertito, mi pareva di vivere in una puntata del dottor House - senza però il timore che qualcuno decidesse di aprirmi il cranio per eseguire una biopsia cerebrale...
In realtà ho eseguito l'esame per indagare lo stato del mio ginocchio destro, che da diversi anni si blocca obbligandomi a tenere la gamba dritta e dolorante per giorni, specie dopo lunghe camminate in montagna. E questo anche quando pesavo venti chilogrammi di meno: quindi ben prima di avere un look da babbo natale, con la barba lunga e bianca e il pancione.
Mentre ero là disteso, il pensiero è corso a quando "ho fatto" (nel senso di: ho eseguito) la prima risonanza magnetica nucleare da studente di chimica - che chiamiamo NMR, dalle lettere dei termini che compongono l'espressione in lingua inglese per indicarla: Nuclear Magnetic Resonance. Sul principio della risonanza magnetica si basa quindi anche una tecnica di indagine che i chimici utilizzano per studiare la struttura delle molecole, come possiamo imparare guardando il video che troviamo a questo link QUI.
Quando ero più giovane e nutrivo ancora qualche speranza, mi sarebbe piaciuto impararla in modo approfondito. Le cose sono poi andate diversamente e nella mia vita attuale quelle pochissime conoscenze tecniche che avevo acquisito - in gran parte finite nel dimenticatoio - non mi servono a un granché, se non a dire che sulla superficie del nostro pianeta vive qualche migliaio di persone che si occupa di queste cose e che non sono tra queste. Lo farò anche tra qualche settimana, in una delle quattro lezioni che, presso l'UAA-BL, dedicherò alla luce. Mi pare alla fine della seconda, se non ricordo male.
Intanto mi limito a osservare questa gamma di radiazioni elettromagnetiche passare attraverso le fenditure della tapparella e giocare con le gocce di vetro appese al vecchio lampadario, "proiettando i colori dell'arcobaleno": il fenomeno annuncia l'ora di cena e l'approssimarsi del tramonto, essendo le finestre rivolte a ponente.
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