sabato 4 novembre 2023

Per San Carlo

Oggi, 4 novembre, ricorre la memoria liturgica di San Carlo Borromeo (1538-1584), forse una delle maggiori figure della Controriforma che possiamo ammirare (e per chi è credente, anche venerare) insieme ad altri santi della sua epoca in questo dipinto, in un altare laterale della Cattedrale di Belluno


San Carlo si ricorda per la sua particolare opera a favore degli appestati dell'arcidiocesi di Milano, di cui era vescovo. Si ricordano ancora le visite pastorali, i sinodi e il suo zelo come pastore di anime in un'epoca difficile, quale era quella nei decenni successivi al Concilio di Trento

L'attuazione dei decreti tridentini gli attirò l'inimicizia degli spagnoli, dei nobili milanesi e di molte congregazioni religiose, come quella degli Umiliati, che soppresse per decreto; gli attirò pure una palla di archibugio nella schiena e anche le critiche di alcuni storici a noi cronologicamente più vicini.

Le glorie del mondo passano, quelle divine restano e per i più, oggi, San Carlo è solo la marca delle patatine fritte.

Quarantaquattro anni fa, nel giorno della memoria liturgica di San Carlo, sono stato battezzato. Sul registro parrocchiale è riportato il fatto; e lasciamo pure che vi rimanga scritto, come vorrei fosse scritto anche che della comunità ove siffatto fatto è avvenuto io non sono parte. De facto. Ma vorrei lo fosse anche de jure: forse è pretendere troppo. 

Canoni, decreti e concili ancora non hanno superato l'idea medievale che il servo della gleba sia legato alla terra per la vita. Anzi: qualcuno pensa che il servo debba pure dare la vita per la terra a cui appartiene, qualora se ne paventasse il bisogno: la terra a cui appartiene, la terra dei padri, la Vaterland - come la chiamano i germanofoni.

Ripenso a San Carlo, alla sua carità, mostrata durante la grande pestilenza del 1576, quando era in mezzo ai malati a portare conforto - come poteva, con la sola forza della fede, senza altri strumenti. E intanto leggo di medici che oggi, all'inizio del terzo millennio, operano sotto le bombe senza anestesia: San Carlo, forte dell'Amore che lo infiammava, li avrebbe benedetti

Io invece, di primo acchito, da povero incallito peccatore, maledico la guerra, chi la vuole, chi la fa e chi collabora in ogni modo a seminare morte e sofferenza. Alla base di qualsiasi guerra non ci sono giustificazioni che tengano, ma solo menzogne.

Ogni dogmatismo si fonda sul seguente assunto: qualcuno ha il diritto di raccontare menzogne che qualcun altro ha il dovere di ascoltare e di credere.

Ogni dogmatismo: sia esso di matrice religiosa, sociale, istituzionale, politica, o di altra natura, che qualcuno ha sempre il dovere di credere. E anche di obbedire. E di combattere

A qualcuno piace combattere, piace vedere gli altri combattere, piace pensare che tutti debbano combattere. Con questo qualcuno, io non sono d'accordo. Mi rendo conto che un mondo senza guerre, senza soldati, senz'armi è utopico: sarebbe troppo bello

Tuttavia, quello delle armi è un mestiere che una persona deve scegliere consapevolmente e in piena libertà, ricevendo la giusta ricompensa per la sua dedizione e i giusti onori qualora dovesse cadere nell'esercizio della professione. 

Il solo pensare di associare l'obbligo di un servizio armato a una possibile limitazione della libertà personale è una subdola forma di violenza che va rifiutata ogni giorno, al pari di altre mortifere menzogne, per cedere il posto all'idea per la quale la Pace si costruisce solamente forgiando le spade in vomeri. E condividendo il pane

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