Una gita a Roma all'inizio della Settimana Santa è stata quasi una grazia e un'occasione per riflettere sul fatto che erano ben diciannove anni che non scendevo nella capitale.
In realtà la gita l'ha fatta il gruppo di studenti che accompagnavamo una mia collega ed io: quindi si è trattato tecnicamente di un piacevole viaggio di lavoro più che di un viaggio di piacere. In questo post condivido qualche scatto e non tra i migliori, ma vi racconto almeno che cosa abbiamo visto.
Arrivati lunedì in tarda mattinata, dopo un viaggio in treno di sei ore, ci siamo sistemati in un hotel nei pressi della Basilica di San Pietro.
Nel pomeriggio, abbiamo visitato il Colosseo e la zona limitrofa, fino a piazza Venezia (con il Vittoriano circondato da tanti cantieri aperti) per proseguire in via del Corso, verso piazza del Popolo.
Mannaggia a chi ha la mania dello shopping - alla quale ho ceduto pure io comperando un Trudy da regalare: nella galleria dedicata ad Alberto Sordi c'è un fantastico negozio di giocattoli che pare la dahliana fabbrica di cioccolato con tanto di Umpa Lumpa e bolle di sapone.
Di ritorno, ecco una vista mozzafiato di Castel Sant'Angelo in notturna, mentre si specchia nel Tevere. Ci torniamo l'indomani, sotto la pioggia, che proprio non ci voleva, avendo in programma la visita agli spazi aperti presso l'immensa (e lontana) area del Foro italico e allo Stadio Olimpico.
Lungo il tragitto, ecco le antenne della sede Rai e le cupole dell'osservatorio di Monte Mario.
Per evitare di bagnarci troppo a causa del diluvio incessante, quasi tutti abbiamo ceduto alla tentazione di acquistare per qualche spicciolo dei poncho parapioggia: sostanzialmente, dei sacchetti colorati simili a quelli neri per i rifiuti, provvisti di fori per le braccia e per la testa, con tanto di cappuccio. E fu così che l'espressione "sacco di Roma", dal 26 marzo 2024, ha cambiato per sempre significato.
Terzo giorno: Torniamo al di là del Tevere...
Campo dei fiori, con la statua di Giordano Bruno soffocata tra gazebo e bancarelle, ben bagnata anch'essa.
Piazza Navona, con le sue fontane, l'obelisco e il terrazzo reso celebre da Sophia Loren e Marcello Mastroianni in "Ieri, oggi e domani" e recentemente rilanciato dalle esibizioni di un giovane chitarrista durante il lock-down.
Pantheon, con l'ultima dimora delle salme dei reali d'Italia, la tomba di Raffaello - sulla quale deporre una rosa - e una coda infinita per entrare. Quasi come a San Pietro. Ma qui, su tutte, una tragicomica certezza si fa largo: all'esame, il Pantheon conoscerà la sua immancabile metamorfosi in Pantenone...
Chiesa di Sant'Ignazio, con l'affresco di Andrea Pozzo che in un vorticoso e vertiginoso turbinio di figure rappresenta l'ascesa nella gloria del fondatore della Compagnia di Gesù al quale è intitolato questo edificio - simbolo del Barocco romano.
A Sant'Ignazio ritornerò in un prossimo post: spostiamoci dunque a Fontana di Trevi, giusto perché tutta l'acqua che abbiamo preso non ci ancora è bastata...
In questi giorni, come potrete immaginare, è stato impossibile avvicinarsi a Camera, Senato e Quirinale. Abbiamo visto - dietro lo Stadio dei Marmi - la Farnesina.
Forze dell'ordine dovunque: a loro che operano per la nostra sicurezza va tutta la nostra gratitudine.
Quanto sei bella Roma, quando piove... - canta QUI Venditti - ... Roma capoccia der mondo infame. Forse senza pioggia l'avrei apprezzata molto di più, come ebbi occasione di fare quando ero assai più giovane e di belle speranze. Disattese, ovviamente: ma questa è un'altra storia.
Toh... proprio adesso che partiamo per tornare a casa ha smesso di piovere ed è tornato il sole...
... arrivederci, Roma! Goodbye... Au revoir...
Peccato la pioggia...ma Roma è sempre Roma! Bellissimo il parco degli acquedotti!
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