Mentre esponevo alla classe le caratteristiche generali dei composti aromatici, un alunno tanto bizzarro quanto sveglio mi faceva notare, riprendendo una mia sottolineatura, che quest'anno cadrà il bicentenario della scoperta del benzene, composto del quale molto ho detto sul blog, a partire da QUI.
Nel 1825, Michael Faraday, lavorando nel suo laboratorio alla Royal Institution, scoprì quello che chiamò bicarburo di idrogeno. Cominciò a lavorare su di esso il 26 aprile di quell'anno e comunicò la scoperta il 16 giugno, leggendo una memoria nella quale raccontò con un linguaggio semplice la separazione di un nuovo composto da una miscela complessa, lo studio delle sue proprietà e la determinazione della sua composizione.
Faraday partì dal catrame, uno scomodo sottoprodotto dell'industria del gas illuminante, destinato a diventare nel giro di poco tempo una miniera d'oro: miracoli della chimica, che sa trasformare i rifiuti in prodotti utili - e in fiumi di denaro per gli investitori, almeno ai tempi della seconda rivoluzione industriale.
Circa nove anni dopo, Eilhard Mitscherlich sintetizzò lo stesso composto da acido benzoico e calce.
Tra la metà e la fine del 1800 furono proposte diverse possibili strutture per il benzene: la struttura attuale fu ipotizzata da Auguste Laurent e poi ripresa da Kekulé von Stradonitz.
Verso la fine della carriera, Kekulé rivelò che la struttura gli era venuta in una visione dopo aver gustato un bicchiere o due di vino accanto al fuoco, seduto in salotto a casa sua, sulla sua poltrona preferita. La sua ispirazione per la struttura del benzene sarebbe derivata dall'immagine di un uroboro tra le fiamme (e perché non dalla lettura del trattato che Laurent pubblicò dodici anni prima?).
Solo negli anni Trenta del Novecento la struttura di Kekulé fu confermata compiutamente dalla diffrazione di raggi X ed elettroni, anche se recenti studi storici attribuiscono la paternità dell'idea a Laurent.
Cento anni dopo, la scoperta di Faraday fu celebrata alla Royal Institution da una schiera di delegati nazionali e internazionali.
Già a metà Ottocento, l'importanza industriale del benzene fu compresa con l'istituzione dell'industria dei coloranti sintetici. Il connubio benzene-colore è stato celebrato in particolare nel 1890 in Germania, esaltando la formula dell'anello benzenico attribuita al chimico tedesco Kekulé, e nel 1906 con l'anniversario della fondazione dell'industria dei coloranti al catrame di carbone, dovuta alla fortunata scoperta di Perkin del 1856.
Potrebbe essere istruttivo esaminare i diversi programmi economici e politici alla base di questi eventi, ciascuno nel contesto di un tempo e di un luogo particolari.
Per concludere, voglio qui tuttavia accennare alla figura di Guglielmo Koerner, del quale il 25 marzo prossimo ricorrerà il centenario della morte. Laureatosi in chimica a Giessen, fu poi allievo di Kekulé e di Cannizzaro. Divenne docente a Milano, presso la Scuola Superiore di Agricoltura, ove rimase dal 1870 al 1922. Si dedicò a studi sui composti aromatici e sulle sostanze naturali di origine vegetale.
A Milano sono conservati nelle boccette di vetro originali i campioni di composti cristallini preparati nel corso dei suoi esperimenti, preziose reliquie di un'intensa attività di ricerca. La sintesi di questi prodotti costituì una prova determinante a favore dell’equivalenza delle sei posizioni dei sostituenti nella molecola del benzene.
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