domenica 7 ottobre 2018

MUSICA? NO, GRAZIE.

Continuo a ricevere e-mail con inviti a dedicarmi ad attività musicali e questo con sommo dispiacere da parte mia.

Quando ero giovane e avrei voluto davvero dedicarmi alla musica, ho incontrato innumerevoli resistenze: in casa, a scuola, nel giro dei coetanei...

"Di musica non si vive", "la musica è roba da falliti": fatalità, i miei primi soldini li ho "guadagnati" strimpellando di qua e di là, soprattutto a funzioni religiose - in anni in cui il messaggio cristiano mi affascinava, quasi mi incendiava.

Da adolescente, adoravo la musica: erano gli anni in cui ero iscritto (ma oggettivamente frequentavo poco), ancora con mio sommo dispiacere (mai, per altro, sopito), al liceo scientifico della mia città natale. 



Tanto detestavo (e detesto) quella scuola che, dopo aver ottenuto il diploma (98/100), non ci ho più messo piede (e quasi sono passati vent'anni).

Ho continuato a suonare (sempre meno) e andare ai concerti: dal 2008, dopo aver completato gli studi in ambito teologico e filosofico (da laico, non sono ministro di culto), ho progressivamente abbandonato tutto (musica e religione) per studiare altro, fino al 2013 - anno in cui ho smesso definitivamente di suonare.

Se avessi voluto continuare a dedicarmi alla musica non mi sarei iscritto a Chimica, all'università, ma ad altro corso di laurea. Invece ho sentito il bisogno di riconciliarmi con il mondo delle Scienze naturali - e con la Chimica in particolare, dopo aver imparato a detestarle sui banchi del liceo.

Poi, al termine del mio brillante percorso di studi in ambito chimico (con un 110 L che prima o poi la politica svuoterà del suo significato), vanificato dalla scelta di una tesi magistrale del tutto sbagliata, mi sento dire che puzzo troppo da prete per continuare e che è meglio che mi dedichi a suonare e a scrivere.

Insisto: se avessi voluto questo per la mia vita, avrei investito in altri studi, non in quelli che ho portato a termine e che attualmente mi offrono l'occasione di potermi guadagnare da vivere onestamente - e anche con una certa soddisfazione personale, nonostante la precarietà (mal comune, mezzo gaudio...).

Qualche giorno fa ho trovato il mio vecchio insegnante di Lettere: è una delle poche persone di quegli anni di scuola lontani e tristi che rivedo sempre volentieri. Tra le varie cose, mi ha chiesto come andava con la musica... la risposta è stata: "ho smesso". C'è chi smette di fumare, di tirare cocaina, di correre in macchina, di giocare a calcio: io ho smesso con la musica. Ho dato, ad ogni stagione il suo frutto. La stagione della musica per me è finita cinque anni fa. Fatevene una ragione.

Amen.

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