lunedì 1 giugno 2020

Storia di una confettura...

La storia di oggi è cominciata molto tempo fa, quand'ero bambino. Mio nonno, da neo-pensionato, ha cominciato a piantare attorno a casa molti alberi da frutto, tra i quali un ciliegio che, diventato enorme, regala ogni anno una splendida fioritura.


La luce del sole al tramonto gioca tra i rami, adorni come una sposa per il giorno più bello.


Osservare le api che volano di fiore in fiore è splendido, anche se il forte ronzio mette un po' di timore.


Dopo l'impollinazione, i petali cadono e l'ovario comincia a ingrossarsi.


Il calore della primavera che avanza stimola la produzione di antocianine, le molecole che danno al frutto il caratteristico colore rosso.


Osservando il tronco, ecco nel buco scavato un paio d'anni fa da un picchio hanno fatto il nido una coppia di cinciallegre, seccate dalla mia presenza.


Si nascondono tra i rami, e con un cinguettare secco e nervoso sembrano quasi intimarmi di andarmene.


Il sole ha svolto il suo lavoro e i frutti sono ormai giunti a maturazione. Eccoli.


E' tempo di raccoglierli e snocciolarli uno ad uno tramite un apposito attrezzo.


Le ciliegie snocciolate, messe in una pentola capiente, sono portate all'ebollizione, rimescolate e poi frullate in modo da ottenere una massa il più possibile omogenea.


Dopo aver aggiunto lo zucchero (secondo le indicazioni della nonna, 7 hg di saccarosio raffinato per ogni kg di frutta), si rimette sul fuoco sempre mescolando, per evitare che il tutto s'attacchi alle pareti della pentola. Questo finché non si forma più schiuma...


... poi, si versa il tutto in vasi di vetro, precedentemente lavati in acqua bollente, scolati e passati in forno (a 150°C). 


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