La digitale è una pianta erbacea e perenne dai fiori con la caratteristica forma a dito di guanto: essa comprende numerose varietà.
Ho acquistato per la prima volta un esemplare lo scorso anno, come pianta ornamentale: dopo averla lasciata in vaso, l'ho messa a dimora in giardino ed ella mi ha premiato emettendo una bella spiga di fiori (bianchi) che stanno facendo bella mostra in questi giorni di giugno.
Purtroppo è destinata ad essere spostata, perché l'ho interrata in un angolo in cui qualcun altro vuol piantare l'ennesimo roseto (che strazio... a casa ci sono rose dovunque).
Osservate la pianta a dimora e sotto la fioritura, sul contrasto di campanule...
Intanto, da qualche settimana, per iniziativa di mia mamma una seconda pianta di digitale, stavolta dai fiori color porpora, fa compagnia all'altra. Questa è la famosa digitalis cantata dal Pascoli in uno dei suoi "Primi poemetti", di cui riporto sotto alcuni versi.
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La digitale produce due molecole note come digitalina e digitossina, dall'effetto cardiocinetico, usata un tempo in medicina (accanto alla strofantina, dall'effetto simile, ma ricavata dallo strofanto) e oggi sostituita da sostanze artificiali o talvolta di sintesi, più sicure e più facili da dosare, da assumere tuttavia sotto stretto controllo medico.
Il primo a introdurre la digitale nell'uso terapeutico fu William Withering (1741-1799). Dopo aver studiato ad Edimburgo e aver praticato a Birmingham, egli fu costretto a soggiornare in Portogallo a causa della tubercolosi che lo affliggeva.
Ritornato a Birmingham, aderì alla Lunar Society (di cui facevano parte molti illuministi inglesi, tra i quali il reverendo Priestley ed Erasmus Darwin) e riuscì a salvarsi dalla persecuzione del 1791, durante la quale una folla inferocita e aizzata dai conservatori bruciò la chiesa, la casa e il laboratorio di Priestley. Withering sopravvisse e conservò i suoi beni per l'arrivo dell'esercito.
Nella primavera del 1799 dovette nuovamente lasciare Birmingham per l'aggravarsi della malattia che lo portò alla morte il 6 ottobre di quell'anno.
Withering pubblicò, nel 1776, un catalogo di tutte le piante che crescevano al tempo nel Regno Unito, presentandole secondo la classificazione introdotta da Linneo. Le illustrazioni furono realizzate dalla moglie Helena.
Osservando il miglioramento di un paziente afflitto da idropisia (gonfiore dovuto a insufficienza cardiaca congestizia) dopo l'assunzione di un infuso tradizionale di varie erbe, Withering scoprì l'effetto della digitale - chiamata in inglese Foxglove, il guanto della volpe, alla quale dedicò una monografia data alle stampe nel 1785. Tale opera consacrò l'uso della digitale e dei suoi estratti in medicina: il meccanismo d'azione delle molecole coinvolte fu tuttavia chiarito solamente duecento anni dopo, a metà degli anni Novanta del XX secolo.
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