domenica 30 maggio 2021

Dal Piave a Rai Tre...

A proposito di geologi divulgatori, di cui al post precedente: ieri sera ho guardato in televisione la puntata di Sapiens, bel programma di divulgazione scientifica condotto da Mario Tozzi, geologo, professore a Roma e ricercatore del CNR. Il tema? La storia della luce, dai lumini ad olio alle candele, dalle lampade a petrolio alla lampadina.


Le riprese in esterno sono state effettuate in un luogo innevato: evidentemente risalgono a qualche mese fa. Guardando con maggiore attenzione le immagini, ho visto che isolatori e trasformatori erano inseriti in una cornice familiare: la centrale idroelettrica "A. Gaggia" di Soverzene - luogo presso il quale ha lavorato anche il mio babbo, in qualità di dipendente Enel (ormai in pensione da cinque anni).

L'acqua che anima la centrale è quella del Piave e dei suoi affluenti - tema di alcune mie celebri lezioni alle classi iniziali, brillantemente riassunte da qualcuno (non da me!) con la seguente litania: "Il Piave nasce sul Peralba, poi trova il Padola, poi trova l'Ansiei, poi trova il Boite, poi trova il Maé..." e così via fino ad arrivare a Cortellazzo, dove sfocia nell'Adriatico.


Lungo il corso del fiume e degli affluenti sopra ricordati sono state costruite, nell'ultimo secolo, delle dighe per formare laghi artificiali (sopra, la diga di Sottocastello e il lago di Centro Cadore). 
Le dighe sono collegate tra loro da un geniale sistema di canali e di gallerie, che mi ricorda sempre come un ingegnere, padre di un mio vecchio amico, andasse ripetendo con molto trasporto e un pizzico di compiacimento che "l'idraulica è la più bella delle ingegnerie".


Per suggerire la complessità del sistema idraulico, durante la trasmissione è stato mostrato lo schema semplificato che vedete sopra; poi, alcune riprese hanno portato il telespettatore dentro le dighe e dentro la sala macchine della centrale.


Ecco sopra un dettaglio della turbina, azionata dalla forza dell'acqua: il moto rotatorio è trasmesso attraverso l'albero motore del generatore (foto sotto) agli avvolgimenti. La legge di Faraday-Neumann (col "meno" di Lenz), fa il resto.


Nell'immagine sotto, ecco un alternatore della centrale, in funzione da ormai ottant'anni:


Comparate le dimensioni della macchina con quelle del conduttore, che gli sta camminando sopra. E alzate lo sguardo per ammirare il ciclo di affreschi che celebrano il trionfo dell'umano ingegno, dipinti da Walter Resentera (1907-1995).


La corrente elettrica è portata fuori dalla sala macchine attraverso delle barre conduttrici che corrono in stretti cunicoli.


L'acqua, scaricata in un'apposita conduttura, è raccolta nello sbarramento esterno.


In parte è reimmessa nel Piave (nella foto sotto, a destra); in parte è imbrigliata per essere condotta, mediante il Canale Cellina (a sinistra), al lago di Santa Croce (e da lì alle centrali di Fadalto, Nove, San Floriano, Castelletto per essere riversata nel Livenza).


Dunque, ringraziamo Sapiens e Tozzi per aver ambientato la puntata nella valle del Piave, con le vestigia invernali. Almeno le immagini del lago del Fedaia, ai piedi della Marmolada, restituiscono colori primaverili che quest'anno tardano a vedersi dal vivo.


Si; ricordate bene. Questo è il lago sul quale sono state girate alcune scene iniziali di The Italian Job, di cui dissi anche QUI; vicino al lago si trova poi un vecchio capanno adibito a laboratorio per lo studio dei raggi cosmici che negli anni Quaranta e Cinquanta fu frequentato da grandi fisici - anche da Fermi, Blackett e Powell. Trovate qualche informazione in più QUI.

Sono felice di aver contribuito allo share della trasmissione!

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