Anche l'estate di San Martino è passata. Più di qualche mattacchione si è divertito a fotografare il display del suo orologio digitale alle 11:11:11 del giorno 11.11... ecco lo scatto di un amico, col suo G-Shock stretto al polso.
Io non ci ho pensato, anche perché a quell'ora ero impegnato in cantina a cercare la verdura per il minestrone che ho preparato nel pomeriggio, godendo la cucina e la casa libera, tutta per me.
La sera, il cielo ha regalato la congiunzione della Luna al primo quarto con Giove (il piccolo puntino luminoso appena sopra), che ho cercato di fermare con uno scatto - sempre con lo smartphone: devo riattivare la Nikon, me lo riprometto, ma poi finisco sempre per cogliere la soluzione più comoda.
Il risveglio di oggi si è tinto di grigio: il meteo ci trascina verso l'inverno più freddo e umido, per la gioia delle mie già doloranti articolazioni. Brut gner veci - brutto diventare vecchi.
Che dire? Copertina sulle ginocchia, camicia di flanella... niente frittata di cipolle o familiare di Peroni gelata. Non c'è la fantozziana finale degli Europei. E nemmeno un qualsivoglia Guidobaldo Maria Riccardelli che fa squillare il telefono inopportunamente.
Mi attendono invece più di qualche libro da leggere, che acquisto compulsivamente e che accumulo sopra il tavolo, come i mattoni di una biblica Babele costruita tuttavia senza la presunzione di raggiungere il cielo.
L'intento è trovare un po' di piacere nello scoprire cose nuove e nel lasciare che gli autori mi parlino attraverso la parola scritta - qualche volta tradotta. Cechov mi guarda - attraverso le lenti appoggiate sul naso - e sembra sorridermi: - No, Anton. Non ho paura di imparare ancora.
Trovo in tutto questo grande saggezza e delicata poesia.
RispondiEliminaGrazie!
Annamaria, grazie per il passaggio e per il commento! Niente musica, questa volta. Immagini e tante pause...
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