Squilla la campanella e mi accingo a raccogliere i fogli protocollo: il tempo a disposizione per la verifica è terminato. Qualcuno consegna orgoglioso del lavoro fatto (ne avrà motivo?), qualcun altro cerca di rubare istanti preziosi per terminare una frase o aggiungere una riga in più.
Un alunno mi chiama presso il suo banco, mi consegna il foglio e mi chiede di poter declamare davanti alla classe un componimento che ha elaborato tentando di rispondere alle domande della verifica. Io acconsento e l'incipit suggerisce una lettera a me indirizzata che ben presto rivela qualche sorpresa.
Al di là della scontata rima iniziale (perché?), il testo si sviluppa in versi, con una certa musicalità che voglio riconoscere. A questo punto, dovrei aspettarmi forse una base e un rap, oppure una versione pianistica dell'autore: sono tuttavia lontani i tempi della mia fuga del Bracco (un piccolo brano musicale che dedicai al mio professore di Lettere in quinta liceo...).
Ecco il testo, pubblicato col consenso di chi l'ha scritto.
Caro prof. Capponi,
per saltare il compito
non avevo i coglioni.
Sono in ansia da stamattina:
solo per Lei ho preparato la vasellina.
Se per matematica accendo un cero
Io Le chiedo di avere pietà, la prego.
Tra NAD e ATP
ci manca solo Marie Curie.
Di letture non sono appassionato
Ma grazie a Moccia sarò trombato.
Le stelle sono tante, il cielo è tutto blu
Confido nella Madonna e nel Bambin Gesù.
(MB)
Simpatico il testo del tuo allievo e grandioso Charpentier!!!
RispondiEliminaGrazie!