venerdì 28 febbraio 2025

Notturni di fine inverno...

Ecco: ieri, giovedì grasso, giornata intensa di lavoro. E oggi, è iniziato da qualche ora un lungo fine settimana che dedicherò alla correzione di qualche test e alla preparazione di nuove lezioni, rigorosamente in tuta e pantofole. 

Vi regalo qualche scatto di questi giorni: tra meno di un mese sarà primavera, ma un inverno che non è mai davvero arrivato sembra non volersene andare.

Amo passeggiare nel centro storico, dopo aver finito di lavorare; e contemplare la nobiltà di palazzi antichi che raccontano quel che resta di un antico legame con Venezia. Lascio agli storici, locali o meno, lo sviluppo di questo racconto e mi fermo a cogliere un dialogo tra il giallo dell'illuminazione e il blu del cielo. Giallo e blu: i colori della città.

Esco per cena poco fuori città. Da un colle ammiro il giuoco delle luminarie urbane e la nebbia che sale e che copre la visuale delle montagne.

Faccio ritorno a casa e prima di barricarmi nel mio appartamento, di accendere la stufa a legna e di indossare il pigiama, colgo le luci notturne della zona artigianale di là del fiume (e degli alberi).

Sarei tentato di proporre quasi una colonna sonora: mi solletica il "Notturno" dal "Sogno di una notte di mezza estate" di Mendelssohn... e poi odo il suono delle campane che intonano l'Angelus. Il "don" mi ruba un ultimo scatto...

... e alla fine cedo alla tentazione musicale con un brano di Chopin.

Notturno in Fa minore, op. 55 n. 1

venerdì 21 febbraio 2025

Ricordando G.B. Elion

Oltre agli idrocarburi aromatici, di cui ho accennato qualche post fa, esistono anche i composti eterociclici aromatici, nei quali il sistema aromatico è definito da atomi di carbonio e da eteroatomi quali azoto, ossigeno e zolfo. Ne accennai QUI, ricordando la loro importanza per l'industria farmaceutica e un paio di libri ad essi dedicati che studiai quando ero all'università. 

In questo post voglio invece ricordare Gertrude B. Elion (1918-1999), nell'anniversario della morte (21 febbraio). Laureata in chimica, lavorò per l'industria privata; non si sposò mai e vinse nel 1988 il premio Nobel per la medicina, in riconoscimento al suo lavoro sui trattamenti farmacologici e sulla scoperta di diversi farmaci utilizzati per curare una ampia varietà di malattie. 

Questa grafica esamina alcuni dei farmaci chiave da lei scoperti, tutti basati sui sistemi eterociclici azotati, rappresentati dagli anelli purinici e pirimidinici - che costituiscono anche le basi azotate degli acidi nucleici.

Elion è stata nominata in quarantacinque diversi brevetti di farmaci. Nonostante il suo prolifico lavoro nel campo farmaceutico, non ha mai conseguito un dottorato di ricerca formale, ma alla fine della sua vita aveva ricevuto venticinque dottorati onorari. 

La sua vita è un'affascinante storia di trionfo sui pregiudizi razziali (era ebrea, figlia di immigrati europei negli Stati Uniti) e di genere per intraprendere una carriera scientifica in un paese che solo apparentemente si è mostrato davvero aperto, anche in passato.

Stavamo esplorando nuove frontiere, poiché si sapeva molto poco sulla biosintesi degli acidi nucleici o sugli enzimi coinvolti. Mi era stato assegnato abbastanza presto il lavoro sulle purine e, fatta eccezione per alcune deviazioni nelle pteridine e in alcuni altri sistemi pirimidinici condensati, il resto del mio lavoro si concentrava quasi completamente sulle purine. 

Ogni serie di studi era come un giallo in quanto cercavamo costantemente di dedurre cosa significassero i risultati microbiologici, con poche informazioni biochimiche ad aiutarci. 

Poi, a metà degli anni '50, arrivò il lavoro di Greenberg, Buchanan, Kornberg e altri che chiarirono i percorsi per la biosintesi e l'utilizzo delle purine, e molte delle nostre scoperte iniziarono a prendere forma. 

Quando iniziammo a vedere i risultati dei nostri sforzi sotto forma di nuovi farmaci che soddisfacevano reali esigenze mediche e apportavano benefici ai pazienti in modi molto visibili, il nostro senso di ricompensa fu incommensurabile.

Fonte: https://www.nobelprize.org/prizes/medicine/1988/elion/biographical/

https://silviavernotico.wordpress.com/2018/04/28/gertrude-b-elion-non-abbiate-paura-del-duro-lavoro-non-lasciate-che-gli-altri-vi-scoraggino-o-vi-dicano-che-non-potete-farlo-ai-miei-tempi-mi-dissero-che-le-donne-non-avrebbero-dovuto-interessa/

martedì 18 febbraio 2025

Chiari di luna...

Apro il post proponendo l'ascolto di un celebre brano di Claude Debussy, Chiaro di luna, tratto dalla Suite Bergamasca, qui restituito in una dolcissima versione orchestrale per accompagnare il tenero e romantico rientro a casa in bicicletta di due ragazzi.

Voglio immaginare che siano fidanzati e che si vogliano bene, senza tutto quell'eroismo sbandierato ai quattro venti dai miei nonni o quella smania di correre in chiesa a mettere pezzi di metallo al dito, che i soliti reverendi propinano senza stancarsi, troppo spesso stancando gli altri. 

Nonostante famiglia e religione, voglio pensare che... l'amore è una cosa meravigliosa, riprendendo il titolo di un film uscito settant'anni fa, che racconta della tragica relazione tra un giornalista americano e una dottoressa cinese.

Io ne sono stato privato dall'ossessione per il matrimonio che la mia famiglia ha cercato di inculcarmi da trentaquattro anni a questa parte, senza per altro riuscirvi, con la complice ottusità del contesto sociale in cui purtroppo ho vissuto gli anni della mia giovinezza, sfiorita troppo presto, insieme a qualche benedizione di cui avrei fatto volentieri a meno. 

In effetti, vado a dormire ancora nel paesello dove ho trascorso la mia infanzia, ma ormai il centro di quel che resta della mia vita di relazione è spostato altrove - e di questo me ne rallegro assai, anche se - come ho scritto nel mio ultimo libro Incoscienze Naturali - nell'amore umano non credo da tempo e anche in quello divino ho smesso di sperare, in quanto ridotto a un'accozzaglia di farisaici precettini che trasformano la Pasqua di Cristo in un'anonima e ipocrita pratica del buon vivere (che non funziona). Non ho bisogno dell'uno e dell'altro, ma solo di illudermi ancora di poter realizzare un giorno il mio unico sogno rimasto: diventare farmacista in un ospedale missionario

Del resto, non mi importa nulla; ma ricordo volentieri che oggi, 18 febbraio, come cent'anni fa, Giovanni Treccani fondava l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, il quale - tra il 1929 e il 1937 - pubblicherà la prima grande enciclopedia biografica italiana: quella "Treccani" che da ragazzino dovevo andare a consultare in lunghe sessioni in biblioteca e che oggi vedo buttata in un angolo dal rigattiere ad ammuffire. 

E trent'anni fa, proprio come oggi, il mitico Presidente Moratti acquistò una delle poche cose che ancora mi fa battere forte il cuore (rischiando un collasso ogni volta): l'Inter... amala! Pazza Inter, amala!


 

... amala: nonostante il risultato di domenica scorsa.

sabato 15 febbraio 2025

Inquinanti dell'atmosfera...

Ho terminato la settimana con un'ultima lezione dedicata agli inquinanti dell'atmosfera, tracciando uno schema alla lavagna che riprende i contenuti esposti nel libro di testo:

L'autore ricorda come anche eventi naturali occasionali, come gli incendi, possano emettere in atmosfera sostanze quali particolato, polveri, ossidi di azoto e anidride carbonica.


Durante le eruzioni vulcaniche si liberano anche importanti quantità di anidride solforosa: a proposito, leggiamo QUI una notizia di poche ore fa che riguarda l'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa.


In altri luoghi del mondo, le emissioni naturali sono continue, come ho raccontato più volte ricordando il vulcano Kawah Ijen in Indonesia, dove l'anidride solforosa si origina per combustione dello zolfo, con inquietanti fiamme blu, e acidifica le calde acque di un lago vulcanico. Di piogge acide avevo parlato invece QUI


Altro capitolo riguarda l'inquinamento di origine antropica, dovuto alle attività industriali, ai trasporti e agli impianti di riscaldamento. Le conseguenze sono diventate temi di dibattito: le piogge acide, il "buco" nell'ozono (dove il termine giornalistico "buco" andrebbe a descrivere l'assottigliamento dello strato di ozono), il global warming, i cambiamenti climatici


Qualcuno cerca di proporre questi temi attuali e difficili anche ai più giovani, come il professor Stefano Caserini, del quale ho potuto assistere (insieme ai miei discenti più giovani) alla conferenza - spettacolo "A qualcuno piace caldo". Questo è anche il titolo di uno dei suoi molti libri dedicati al clima e all'impatto delle attività umane su di esso.


Qualcuno ricorderà le vecchie immagini delle ciminiere di Marghera (oltre 1500 diceva qualcuno), a pochi chilometri da Venezia - sempre bella, anche in tv, come nel documentario trasmesso ieri sera.


Il tema è spesso trattato in molte trasmissioni televisive e glisso volentieri sui palinsesti delle varie reti. Ricordo invece un bel film trasmesso di recente e ambientato nell'entroterra veneto, "Finché c'è prosecco c'è speranza", tratto dall'omonimo libro del professor Fulvio Ervas


Nella finzione cinematografica, ai piedi delle colline del prosecco, patrimonio UNESCO, un industriale ha impiantato un cementificio: una lavorazione ad alto impatto ambientale. Un tempo ve n'era uno in funzione anche a pochi chilometri da casa mia: marna e calcare; farina cruda, cotta nel forno per diventare clinker; macinatura e gessatura per ottenere il portland.


Ma nel forno, che si brucia? Nel film, la gente comincia ad ammalarsi di cancro e muore. Tra questi, i genitori dello scemo del villaggio; un nobile proprietario terriero che ama produrre (e consumare) il vino con le regole della terra; anche il nipotino della sua domestica, di soli nove anni. L'industriale viene ucciso; e anche il chimico che ha falsato le analisi dei fumi. Nell'oscurità, una mano cerca giustizia ma compie vendetta. Un ispettore di polizia indaga: chi sarà il colpevole? 


Buona visione del film... o lettura, se preferite.

giovedì 6 febbraio 2025

Un benzene bicentenario

Mentre esponevo alla classe le caratteristiche generali dei composti aromatici, un alunno tanto bizzarro quanto sveglio mi faceva notare, riprendendo una mia sottolineatura, che quest'anno cadrà il bicentenario della scoperta del benzene, composto del quale molto ho detto sul blog, a partire da QUI.

Nel 1825, Michael Faraday, lavorando nel suo laboratorio alla Royal Institution, scoprì quello che chiamò bicarburo di idrogeno. Cominciò a lavorare su di esso il 26 aprile di quell'anno e comunicò la scoperta il 16 giugno, leggendo una memoria nella quale raccontò con un linguaggio semplice la separazione di un nuovo composto da una miscela complessa, lo studio delle sue proprietà e la determinazione della sua composizione.

Faraday partì dal catrame, uno scomodo sottoprodotto dell'industria del gas illuminante, destinato a diventare nel giro di poco tempo una miniera d'oro: miracoli della chimica, che sa trasformare i rifiuti in prodotti utili - e in fiumi di denaro per gli investitori, almeno ai tempi della seconda rivoluzione industriale.

Circa nove anni dopo, Eilhard Mitscherlich sintetizzò lo stesso composto da acido benzoico e calce.

Tra la metà e la fine del 1800 furono proposte diverse possibili strutture per il benzene: la struttura attuale fu ipotizzata da Auguste Laurent e poi ripresa da Kekulé von Stradonitz.

Verso la fine della carriera, Kekulé rivelò che la struttura gli era venuta in una visione dopo aver gustato un bicchiere o due di vino accanto al fuoco, seduto  in salotto a casa sua, sulla sua poltrona preferita. La sua ispirazione per la struttura del benzene sarebbe derivata dall'immagine di un uroboro tra le fiamme (e perché non dalla lettura del trattato che Laurent pubblicò dodici anni prima?).

Solo negli anni Trenta del Novecento la struttura di Kekulé fu confermata compiutamente dalla diffrazione di raggi X ed elettroni, anche se recenti studi storici attribuiscono la paternità dell'idea a Laurent.

Cento anni dopo, la scoperta di Faraday fu celebrata alla Royal Institution da una schiera di delegati nazionali e internazionali. 

Già a metà Ottocento, l'importanza industriale del benzene fu compresa con l'istituzione dell'industria dei coloranti sintetici. Il connubio benzene-colore è stato celebrato in particolare nel 1890 in Germania, esaltando la formula dell'anello benzenico attribuita al chimico tedesco Kekulé, e nel 1906 con l'anniversario della fondazione dell'industria dei coloranti al catrame di carbone, dovuta alla fortunata scoperta di Perkin del 1856

Potrebbe essere istruttivo esaminare i diversi programmi economici e politici alla base di questi eventi, ciascuno nel contesto di un tempo e di un luogo particolari.

Per concludere, voglio qui tuttavia accennare alla figura di Guglielmo Koerner, del quale il 25 marzo prossimo ricorrerà il centenario della morte. Laureatosi in chimica a Giessen, fu poi allievo di Kekulé e di Cannizzaro. Divenne docente a Milano, presso la Scuola Superiore di Agricoltura, ove rimase dal 1870 al 1922. Si dedicò a studi sui composti aromatici e sulle sostanze naturali di origine vegetale. 

A Milano sono conservati nelle boccette di vetro originali i campioni di composti cristallini preparati nel corso dei suoi esperimenti, preziose reliquie di un'intensa attività di ricerca. La sintesi di questi prodotti costituì una prova determinante a favore dell’equivalenza delle sei posizioni dei sostituenti nella molecola del benzene.

Fonti:

https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ed003p1248

https://www.dsmailand.it/it/scuola-secondaria/news/i-cristalli-organici-di-guglielmo-koerner-in-aula-magna

https://www.robertopoetichimica.it/la-scoperta-di-guglielmo-koerner-1869-la-simmetria-del-nucleo-del-benzene/

https://www.soc.chim.it/it/printpdf/3598

lunedì 3 febbraio 2025

Letteratura...


Giusto per iniziare il secondo quadrimestre, propongo questo breve (e forte!) pensiero del professor Galimberti:

Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge. 

E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. 

E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura?

FONTE: https://libreriamo.it/istruzione/scuola/galimberti-scuola-genitori-figli/


(Immagine dal web)