martedì 3 novembre 2020

Giallo verdognolo, d'odor non grato...

E così, dopo lo zolfo, è giunto il momento di dire qualche cosa sul cloro e sui sugli usi principali dei suoi composti, riassunti nella scheda sottostante.

Probabilmente accennerò anche agli aggressivi chimici, usati durante la Grande Guerra ( e mi pare cosa buona, giusta e doverosa, alla vigilia del 4 novembre...) e anche dopo, in contesti extraeuropei. Una particolare sottolineatura è meritata dal fosgene (dicloruro di carbonile) e soprattutto dall'iprite (bis-cloroetil-solfuro), dalla quale - paradossalmente - nascerà la moderna chemioterapia.

Mi piacerebbe accennare anche ad HCl, composto che:

  • in natura si trova in alcune emissioni vulcaniche e nello stomaco di molti animali;
  • era prodotto da Geber e dagli alchimisti riscaldando in una storta una miscela di sale marino (cloruro di sodio) e di vetriolo verde (solfato ferroso);
  • fu preparato da J.R. Glauber riscaldando olio di vetriolo (acido solforico) e sale marino;
  • fu raccolto da Joseph Priestley in un bagno a mercurio e fu da lui chiamato "aria acida del sal marino";
  • fu sintetizzato da Davy anche per reazione tra idrogeno e cloro (miscela tonante di cloro);
  • oggi si ottiene, nell'industria, come coprodotto nelle reazioni di clorurazione del metano e di altri idrocarburi; è diluito opportunamente per essere commerciato in soluzione acquosa al 5-15% con il nome di "acido muriatico" (nome attribuitogli da Lavoisier, dal latino "murium" = salamoia). 
  • L'acido concentrato commerciale è venduto in soluzione al 37% (circa 12 M).

Eviterò di concludere con "Cloro" cantata da Max Pezzali - la cui musica normalmente adoro, ma che in versione ecofriendly personalmente mi convince poco: tuttavia se volete ascoltare la canzone, clikkate QUI

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