domenica 1 novembre 2020

L'elemento dell'amicizia

Quando saranno trascorsi i mille anni, satana sarà liberato dalla sua prigione, e andrà a convincere Gog e Magòg e tutti i popoli del mondo numerosi come la sabbia del mare, e li radunerà per la guerra. 

Eccoli, dilagano su tutta la terra e assediano il campo di quelli che appartengono al Signore, la città che egli ama. Ma giù dal cielo venne un fuoco che li divorò, e il diavolo che li ingannava fu gettato nel lago di fuoco e di zolfo, dove c'erano già il mostro e il falso profeta. (Ap XX, 7-10)

Cristalli di zolfo dalla Sicilia (Agrigento)

La tradizione, forte di passi come quello sopra riportato, ci ha abituati ad associare lo zolfo al diavolo e all'inferno. L'odore sgradevole dell'elemento e talvolta ripugnante di alcuni suoi composti ha certamente contribuito a consolidare la sua fama assai negativa, rafforzata dai racconti sulle condizioni di lavoro di chi operava nelle miniere dalle quali si estraeva un tempo. Oggi si ricava invece dalla desolforazione dei tagli petroliferi: ne dissi QUI e anche QUI.

Zolfo di raffineria destinato alla fabbricazione di ac. solforico

In un documentario trasmesso su Rai Tre, nella trasmissione Sapiens del 31 ottobre scorso, abbiamo visto le attuali condizioni di lavoro dei minatori che estraggono lo zolfo nel cratere del Vulcano Kawa Jien, sull'isola di Giava: lo zolfo si trova spesso vicino ai vulcani. 

Per restare in zona, ecco un campione di zolfo proveniente dal Vulcano Bromo, sempre sull'isola di Giava, souvenir di Nicola P. - mio compagno di studi, Chimico, fotografo e giramondo.

Riflettendo un poco, ho concluso che per me lo zolfo è l'elemento dell'amicizia: dico questo perché campioni di zolfo mi sono stati regalati in diverse occasioni dagli amici più cari. 

Lo zolfo è diventato un presente a me gradito, tanto che ormai ho una bella collezione di campioni di varie provenienze, ed ora mi offre un pretesto per ringraziare ancora una volta gli amici citati in questa pagina, insieme a tutti gli altri. 

I seguenti due campioni sono un omaggio di Mattia G. - a sinistra osservate lo zolfo di raffineria (da Priolo), a destra osservate lo zolfo Frasch (dalla Polonia).

Inaspettatamente, in questi giorni ho ricevuto un graditissimo regalo: campioni di zolfo puro impiegato per produrre acido solforico, che - come sapete - è il composto più importante dello zolfo. In uno stabilimento per produrlo lavora, come Chimico, un altro mio compagno di studi a Venezia, Giovanni M. - sua la mano nella foto sotto.

I metodi per la produzione dell'acido solforico hanno una loro storia, che ho raccontato in un capitolo del mio libro "Uno sguardo sulla catalisi".

La via attualmente seguita segue schematicamente le seguenti tappe:

  • lo zolfo è bruciato per ottenere anidride solforosa;
  • l'anidride solforosa è purificata, essiccata ed ossidata ad anidride solforica;
  • l'anidride solforica è assorbita in acido solforico per ottenere oleum;
  • la diluizione dell'oleum con acqua dà acido solforico

Le operazioni avvengono in massicci reattori, come quello mostrato nella foto sotto, un tempo attivo alla Sincat di Priolo. La reazione di ossidazione dell'anidride solforosa ad anidride solforica si realizza in presenza di un catalizzatore di cui ho detto nel mio libro.

Reattori per l'ossidazione del diossido di zolfo a triossido.

Uno stabilimento, oltre all'impianto per produrre l'acido, comprende i magazzini per lo zolfo (sotto, nella foto) e i serbatoi per l'acido prodotto. 

Spesso sono presenti anche le unità dove l'acido è utilizzato direttamente: per produrre fertilizzanti (superfosfato minerale, solfato di potassio e altri) o per le solfonazioni necessarie alla sintesi dei tensioattivi anionici (usati poi nella formulazione dei detergenti).

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