domenica 16 gennaio 2022

Misericordia per le piaghe dell'anima e del corpo

Questo dipinto, opera del pittore bellunese Girolamo Moech (1792-1857), è conservato nella sacrestia della Chiesa di Cadola (BL) ed ha per soggetto una rara rappresentazione di Santa Caterina da Genova.

Ella è ricordata innanzitutto per il celebre Trattato del Purgatorio, diario spirituale nel quale espone la devozione alle anime purganti e la necessità di offrire per esse messe di suffragio e preghiere, in particolare il Rosario

Nel dipinto è raffigurata accanto a San Marco, il cui corpo - secondo la leggenda - non fu "corrotto" dal fuoco, e con Sant'Agostino, che a proposito della pietà per i defunti diceva: "una lacrima evapora, un fiore appassisce, una preghiera giunge direttamente al cuore dell'Altissimo".

Santa Caterina insisteva in particolare per la preghiera ai Sacerdoti in Purgatorio: essendo stati appunto "Ministri ed amministratori dei misteri di Dio" (1Cor, 4) ed avendo agito in vita contrariamente al loro mandato, soffrono di più le pene del Purgatorio e spesso sono dimenticati perché reputati a torto già santificati.


(G. Fauré, In paradisum

Al di là di questi aspetti, interessanti per chi si occupa di mistica, vogliamo ricordare che Caterina ispirò a Ettore Vernazza, suo conterraneo e contemporaneo, l'istituzione dell'Oratorio del Divino Amore, il 26 dicembre 1497. 

Questa fraternità laica ebbe il merito di fondare in diverse città italiane gli Ospedali degli Incurabili: il primo a Genova; il secondo a Roma, poi a Brescia, Venezia, Vicenza, Verona, Napoli (dove lavorò in tempi più vicini a noi San Giuseppe Moscati) e Palermo. 

Tali ospedali erano destinati a raccogliere e ad assistere in particolare i malati di sifilide, un morbo nuovo per quei tempi, diffuso in Italia dalle scorribande dei soldati di Carlo VIII. 

Alla descrizione della sifilide dedicarono due opere i medici Girolamo Fracastoro (al quale dobbiamo il nome della patologia, celebrata in un poemetto in cui il pastore Sifilo veniva punito dall'ira di Apollo) e Gabriele Falloppio (che propose anche la ricetta di un unguento a base di mercurio). 

Approfondite leggendo quanto riportato QUI e focalizzando soprattutto l'attenzione sulla citazione latina, per la quale Dio spesso punisce con le malattie i nostri peccati - e la sifilide appariva come la severa punizione per i peccati d'impurità, con ulcere, piaghe, gomme, deformità, immobilità, pazzia e morte.

La morte del Vernazza (1524), ucciso dalla peste che contrasse assistendo i malati nel lazzareto da lui stesso voluto e finanziato, e il sacco di Roma segnarono un momento di crisi della Fraternità, che riprese vigore negli anni successivi al Concilio di Trento - il quale rilanciò nella predicazione e nell'attuazione le opere di misericordia.

(immagine dal web)

Ovviamente buona volontà e misericordia non bastano per curare la sifilide: la malattia non è causata dagli astri di Durer o dall'ira divina, ma dalla spirocheta scoperta da Schaudinn nel 1906, contro la quale sono necessarie una diagnosi e una terapia antibiotica a base di penicillina.

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