domenica 23 gennaio 2022

Musica e architettura agli Incurabili di Venezia

Una settimana fa ricordavo QUI la nascita dell'Oratorio del Divino Amore, che Ettore Vernazza fondò ispirato dalle intuizioni di Caterina da Genova. Nell'Oratorio si formarono molte anime pie che poi contribuirono ad edificare gli Ospedali degli Incurabili, per raccogliere i malati di sifilide, in diverse città della penisola italica.

A Venezia, l'Ospedale degli Incurabili fu fondato esattamente cinque secoli fa, nella Quaresima del 1522. A prestare la loro opera in favore dei degenti vi passarono molti uomini e donne di carità, alcuni poi elevati anche agli onori degli altari: Gaetano da Thiene, Angela Merici, Francesco di Sales, Ignazio di Loyola, Girolamo Emiliani.

Nel 1528, presso il convento dei Santi Giovanni e Paolo, sorse l'Ospedale dei Derelitti; nel 1588, quello dei Mendicanti. Solo l'Ospedale della Pietà li precedeva tutti, essendo stato fondato nel 1336.

Agli Incurabili - presso le Zattere in sestiere Dorsoduro - erano ricoverati malati di sifilide e anche di altre malattie infettive, mendicanti, ex prostitute e orfani. A questi ultimi era impartita un'istruzione, che comprendeva lo studio della dottrina cristiana, l'apprendimento di un mestiere (in modo da permetterne l'autonomia una volta raggiunta l'età adulta) e la pratica della musica e del canto - soprattutto per le ragazze.

L’attività musicale che si sviluppò agli Incurabili - come anche negli altri tre ospedali veneziani - fu uno dei fenomeni culturali più importanti del Barocco (tra XVII e XVIII secolo).

Le ragazze erano avviate alla musica e al belcanto da celebri compositori, quali Porpora, Jommelli, Galuppi (nel video sotto, il Dixit Dominus) e Ciampi. Esse attiravano, grazie alla qualità delle loro esecuzioni, un gran numero di ascoltatori presso le chiese attigue ai quattro ospedali che Goethe visitò più volte "con indicibile piacere, perché qui [le orfanelle] fanno pompa delle loro virtù musicali, particolarmente nella voce" e Francesco Caffi, a metà Ottocento, definì essere state "quattro venerandi templi di Euterpe".

"Ma quale fu il segno che la musica lasciò sugli edifici? Quali le trasformazioni cui questi vennero sottoposti per adeguarli alle crescenti necessità dell’attività musicale? Anche l’architettura divenne, infatti, un mezzo per dare soluzione a problematiche ed esigenze strettamente connesse all’attività musicale, intessendo con essa un rapporto dialettico che nel corso del tempo si è sviluppato ed evoluto. In oltre due secoli di storia è stato possibile per l’architettura affinare teorie e soluzioni costruttive in grado di soddisfare le crescenti necessità espresse dalla musica? Con quali esiti?"

Possiamo trovare le risposte a questi interrogativi nel volume "Dagli Incurabili alla Pietà", opera di Laura Moretti, pubblicato nel 2008 dalla Fondazione Giorgio Cini - Studi di musica veneta. 

L'autrice ripercorre la storia architettonica dei quattro edifici, a partire dagli Incurabili, proponendosi l’obiettivo di individuare, in momenti particolarmente significativi delle loro vicende costruttive, i segni lasciati dalla musica sull’architettura, mentre oggi l'edificio rimanente (la chiesa è stata abbattuta nel 1831) è adibito a sede centrale dell'Accademia delle Belle Arti.


FONTI

https://drammaturgia.fupress.net/recensioni/recensione2.php?id=3464

https://www.olschki.it/libro/9788822257666

http://www.quellusignolo.fr/notices/incurabili.html

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