Ieri mattina ero appena uscito dal lavoro e stavo intraprendendo un breve itinerario per uffici al fine di sbrigare alcune faccende burocratiche in sospeso.
Sento una notifica di whatsapp, ma non guardo subito il messaggio. C'erano altre cose che avevano la priorità e una volta sbrigate queste provvedo a prendere in mano lo smartphone per scoprire che la mia genitrice aveva inviato al sottoscritto, in tarda mattinata, una foto scattata dalla terrazza di casa - foto che potete vedere sopra.
Essa mostra tre colonne di fumo levarsi dalla montagna, che riprendo in un successivo scatto una volta tornato a casa per pranzo.
Con il procedere delle ore, l'incendio si espande, l'aria si fa scura, densa e acre; il sole si nasconde dietro il fumo e traspare una cupa luce rossastra.
Ecco il fumo che si leva dai boschi in fiamme, ai confini orientali del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in una zona ancora selvaggia e ricca di biodiversità.
Nel seguente video, mentre il cinguettio degli augelletti contrasta con l'audio del televisore tenuto troppo alto, ho cercato di catturare il nuvolone che copre il tramonto ...
... e le fiamme che si scorgono man mano che il buio avanza e il dì cede il passo all'ansia di una notte da molti non dormita.
Al mattino seguente (stamattina), la valle del Piave è immersa in un grigiore che si stempererà solo nel pomeriggio.
Che cosa sia rimasto di quei boschi, non voglio immaginarlo. Il clima che muta e la siccità - non piove da settimane - sono condizioni che hanno favorito il contesto per il dilagare delle fiamme. Ma combustibile e comburente non bastano, se non c'è l'innesco. Mi chiedo solo: perché?
Che pena per la natura distrutta e che pericolo per l'uomo!
RispondiEliminaAppunto...perchè?