La pestilenza, la guerra, la siccità, gli incendi: mala tempora currunt, direbbero molti. Come esorcizzare queste cattive notizie che rimbombano tra social network e mezzi di comunicazione di massa, sempre più viziati e faziosi?
I modi si trovano. Godendo innanzitutto della Natura che ci abbraccia con il risveglio della primavera: la vita vince sempre, anche dopo il più rigido inverno. E poi godendo delle Belle Arti. O di ambedue le cose assieme.
Nonostante la pandemia - con le relative chiusure - mi abbia fatto apprezzare la quiete domestica al punto tale che esco solo per andare a fare spese (alimentari e libri) e al lavoro, ho ricominciato a concedermi qualche uscita culturale, spinto dal bisogno di cose belle e di belle cose - ma correndo il rischio di imbattermi in brutte persone, cosa che finora non è ancora accaduta, per mia fortuna.
Ieri sono andato in comune di Borgo Valbelluna per visitare la mostra dedicata alla vita e alle opere del pittore Luigi Cima (1860-1844). Nativo di Villa di Villa, studiò dapprima a Feltre e poi all'Accademia in Venezia, dove strinse una duratura amicizia con pittori come Ciardi, Favretto, Nono, Milesi e altri.
Presso il Palazzo delle Contesse di Mel si ammira un'esposizione di dipinti con soggetti laici, tra i prediletti dall'autore:
la campagna (Olmi e i suoi zoccoli hanno forse un antesignano col pennello)...
il lavoro nei campi...
la bottega del fabbro (Cima stesso discendeva da una famiglia di fabbri)...
le nevi - che tanto piacevano agli acquirenti dei suoi quadri...
... i ritratti - quello sopra mi ricorda un po' Boldini, per certe soluzioni.
Presso l'oratorio di Lentiai sono esposti alcuni cimeli dell'autore - lettere, strumenti, libri, dediche come le foto autografate di Mussolini e del patriarca di Venezia, il Cardinal Piazza - e gli studi per i dipinti con soggetti religiosi: sua è l'immagine più conosciuta di San Giovanni Bosco in mezzo ai giovani (che si ammira anche nella pala esposta presso la Chiesa di San Rocco a Belluno).
A me piace anche la Sacra Famiglia con i Santi Tarcisio e Rocco.
La terza esposizione dedicata all'autore consiste in una mostra fotografica in Sala Merlin a Trichiana, che però non sono riuscito a visitare. Le varie sedi chiudono alle 19. Non mi è rimasto altro che andare a cena per compiacere, oltre alla vista, anche l'olfatto e il gusto.
Buon Sabato a voi tutti, miei lettori!
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