Salve a tutti! Ecco, molto fugacemente, qualche scatto del prosieguo dell'attività di cui al post precedente. Avevamo terminato il racconto precipitando il carbonato di rame e filtrandolo:
Successivamente, il precipitato è stato pazientemente essiccato, assumendo l'aspetto di un solido :
Oggi abbiamo utilizzato quella polvere per verificare che il prodotto ottenuto è insolubile in acqua: prelevandone una piccola quantità con una spatola, trasferendola in una provetta e aggiungendo qualche goccia d'acqua, il carbonato di rame non si è sciolto, confermando quanto avevamo già osservato.
Successivamente, abbiamo provato a far reagire il carbonato di rame con alcuni acidi, secondo la procedura illustrata alla lavagna:
- in tre provette, numerate, abbiamo distribuito con una spatola tre piccole quantità di carbonato di rame.
- Con una pipetta Pasteur, abbiamo aggiunto qualche goccia d'acqua in ciascuna delle tre provette.
- Nella prima provetta abbiamo aggiunto qualche goccia di acido acetico 6%.
- Nella seconda provetta abbiamo aggiunto qualche goccia di HCl 15%.
- Nella terza provetta abbiamo aggiunto qualche goccia di acido solforico.
- In tutti e tre i casi abbiamo osservato un'effervescenza: il carbonato reagisce con un acido per formare un nuovo sale, acqua e anidride carbonica.
- Dall'acido acetico, per reazione con il carbonato di rame, abbiamo ottenuto acetato di rame;
- dall'acido cloridrico, per reazione con il carbonato di rame, abbiamo ottenuto cloruro di rame;
- dall'acido solforico, per reazione con il carbonato di rame, abbiamo ottenuto solfato di rame.
- I tre sali non formano precipitato: sono solubili in acqua e danno soluzioni diversamente colorate.
Da sinistra a destra: acetato, cloruro e solfato di rame (II) in soluzione diluita. Sotto, le tre provette nel provettiere, con le soluzioni disposte in ordine inverso.
Da qui sarà possibile recuperare il rame metallico attraverso una reazione di scambio con l'alluminio: domani. Per ora ci fermiamo qua, altrimenti devo mettermi a parlare di redox e serie dei potenziali di riduzione. Meglio di no, questa sera.
Se avessi avuto un insegnante come te, forse mi sarei appassionata alla chimica.
RispondiEliminaBuona serata!
Grazie, Annamaria! Troppo buona... il guaio è che i miei studenti prendono paura e solo una ragazza si è iscritta a un CdL nell'ambito delle scienze naturali, dopo il diploma - anche se avrebbe voluto fare Medicina e non quello che poi è andata a fare. Anch'io avrei voluto fare Farmacia, a dirla tutta, e non Chimica...
RispondiEliminaIn effetti, non è facile appassionare a una materia senza che essa talora incuta un certo timore. La linea di demarcazione è sottile...
RispondiEliminaGrazie!