Contro Michel Servet, di Villeneuve, nel regno d'Aragona, in Spagna. [...] Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, con questa solenne e definitiva sentenza, che noi diamo qui per iscritto, Tu, Michel Servet, noi condanniamo a essere legato e condotto nel luogo di Champel e là essere attaccato a un palo e a bruciare vivo con il tuo libro, scritto di tua mano e stampato, fino a che il tuo corpo non sia ridotto in cenere e finire così i tuoi giorni per dare esempio agli altri che volessero commettere tali fatti e a voi, nostro luogotenente, comandiamo che la nostra presente sentenza sia eseguita.
Le autorità svizzere, nel 1903, eressero a Champel (Ginevra) un cippo in memoria di Serveto recante la seguente scritta:
Il XXVII ottobre MDLIII morì sul rogo a Champel Michel Servet di Villeneuve d'Aragon, nato il XXIX settembre MDXI. Figli rispettosi e riconoscenti di Calvino, nostro grande riformatore, ma condannando un errore che fu quello del suo secolo, e fermamente legati alla libertà di coscienza secondo i veri principi della riforma e del Vangelo, noi abbiamo eretto questo monumento espiatorio il XXVII ottobre MCMIII.
Quarantasette anni prima dell'esecuzione "cattolica" di Giordano Bruno; ottant'anni prima dell'abiura di Galileo; anche nelle terre della riforma - di quella riforma che sembrava promettere libertà dall'assolutismo dei pontefici romani e invece si evolse in una tirannide non dissimile - un medico e filosofo pagava con il rogo l'esercizio del libero pensiero.
I suoi scritti religiosi influenzarono Lelio e Fausto Socini, il poeta Milton, Newton, Priestley e incontrarono anche il favore di Voltaire, che definì illeggibili gli scritti di Lutero, Calvino e Zwingli mentre biasimava il fatto che le pagine di Serveto fossero lette da poche persone.
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