Risanami, Signore, Dio della vita: è questo il ritornello del salmo responsoriale recitato nella messa di ieri, tra la narrazione della pazienza di Giobbe e il racconto della guarigione della suocera di Pietro.
L'uomo è come un filo d'erba, come un fiore di campo, che spunta al mattino e avvizzisce la sera - ricorda più volte il salmista. E fa eco San Giovanni della Croce: alla sera della vita l'importante è aver amato.
Io spero (1) di non essere troppo prossimo alla mia sera, consapevole di aver amato troppo poco, (2) di essere risanato da questo virus e (3) di tornare presto ad una vita normale.
Stare sul divano a leggere tutto il giorno trattati di biochimica è anche appagante; devo dire che, dopo una settimana di isolamento, ogni tanto potrebbe esserlo anche incontrare i miei simili - amici e colleghi.
Scattare foto dalla finestra e in giardino costituisce un piacevole diversivo: e qualche scatto ve lo offro al termine di questo post, montato in un video che racconta la storia di una rosellina.
Quel fior che all'alba ride, il sole poi l'uccide e tomba ha nella sera - faceva cantare Haendel a due soprani accompagnati dal cembalo, in una breve cantata profana scritta nei mesi del soggiorno a Roma. I motivi musicali di questa bella pagina saranno ripresi e sviluppati nei solenni cori del Messiah, come si sarà accorto l'ascoltatore attento e preparato.
Ed eccoci al tanto sospirato video, accompagnato da un frammento del finale della Prima Sinfonia di Mahler, diretta da Claudio Abbado. Su Rai 5 - canale 23, in questi giorni passano esecuzioni e documentari sul direttore milanese nel decennale della sua scomparsa.
La qualità del tutto non è un granché, ma non importa. Per concludere ecco i versi che cito alla fine, resi celebri da Robin Williams nell'Attimo fuggente: quasi un inno dei sognatori della mia generazione.
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