giovedì 25 aprile 2024

Un campanello, un colpo di fucile, un oceano

Oggi, 25 aprile, festa liturgica di San Marco Evangelista e festa nazionale della Repubblica Italiana, sono a casa. Ho ringraziato chi mi ha scritto per gli auguri di buon onomastico, ho fatto una frugale colazione e mi sono messo al computer a lavorare, sbrigando corrispondenza e burocrazia.

Un pensiero a Guglielmo Marconi (1874-1937) è d'obbligo in questo giorno in cui ricorrono i 150 anni dalla nascita: non si laureò in fisica ma vinse il premio Nobel per la fisica, nel 1909, ex aequo con Braun, per i suoi esperimenti sulla telegrafia senza fili

Lo sviluppo e il perfezionamento di tali esperimenti portarono alla nascita e allo sviluppo delle radiotrasmissioni. Figlio di un facoltoso padre italo-britannico e di nobile madre irlandese, Marconi realizzò i primi tentativi nella villa della campagna bolognese dove abitava. 

Dapprima, nella sua stanza, fece suonare un campanello collegato a un apparecchio radioricevente, azionandolo con una trasmittente posta sulla parete opposta. 

Poi, con la collaborazione del maggiordomo Mignani, sperimentò una trasmissione oltre la collina della sua tenuta: un colpo di fucile attestò il positivo esito dell'esperimento. 

Quindi, dopo ulteriori prove, nel 1901 decise di sperimentare la trasmissione su una distanza molto maggiore: dall'Inghilterra all'isola di Terranova in Canada e viceversa, convinto com'era che le onde elettromagnetiche seguissero la curvatura della superficie terrestre. 

L'esperimento riuscì, ma si pose un problema di natura teorica che fu sviluppato all'incirca come segue:

  • secondo Hertz e Righi, in un mezzo omogeneo, le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta;
  • l'inglese Oliver Heaviside (allievo di Maxwell) e l'americano Kennelly immaginarono che nell'atmosfera terrestre, in alta quota, dovessero esistere degli strati riflettenti per le onde radio.
  • L'esistenza di questi strati riflettenti fu dimostrata nel 1924 da Appleton e confermata da altri successivamente.
  • Nel 1929, l'inventore Robert Watson Watt chiamò ionosfera questo strato.
  • Nel 1931, Sidney Chapman ipotizzò la formazione della ionosfera per azione dei raggi solari UV sui gas rarefatti, ad alta temperatura.

Oltre questi interessanti aspetti, il successo inglese di Marconi risuonò anche in Italia - non so dirvi se per mezzo di un circuito LC o in altro modo - ma Marconi vinse il Nobel perché di sangue britannico per parte materna e l'invenzione della radio gli fu attribuita con una sentenza pronunciata nel Regno Unito nel 1991, in un'ancora non terminata diatriba con Thomas Alva Edison e soprattutto con Nikola Tesla. Per approfondire, invito a leggere QUI.

Tornato in Italia, Marconi aderì al fascismo. Il regime, dal 6 ottobre 1924, utilizzò le trasmissioni radio per entrare nelle case dei sudditi del Regno. Ricevette cittadinanze onorarie, varie onorificenze, lauree honoris-causa, la direzione del Consiglio nazionale delle ricerche (1928), la presidenza dell'accademia d'Italia (1930). Gli furono dedicati pure inni, come il seguente - opera del maestro Raffaele De Somma (1867-1947).

Eccone il testo, che trovate in calce al video di youtube, pubblicato QUI dal maestro Luigi Solidoro, pianista, concertista e storico della musica.


La strada che attraversa il mio paesello è dedicata proprio a lui. Via Marconi. E viva la Repubblica!

3 commenti:

  1. Oddio Marco!! Sono stordita...AUGURISSIMI di buon onomastico in ritardo!!!

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    1. Grazie mille per il passaggio e per il ricordo. Interessante l'inno a Marconi, non trovi?

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    2. Interessante documento storico quest'inno dal linguaggio altisonante, improntato al trionfalismo tipico di un'epoca. Non lo avevo mai sentito.
      Certo Marconi ci ha rivoluzionato la vita anche se, per altri aspetti, oggi le barriere fra gli stati ci sono ancora !!
      Mille grazie Marco!

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