sabato 21 maggio 2022

Birmingham...

Birmingham, città dell'Inghilterra a 180 chilometri da Londra, è bagnata da piccoli fiumiciattoli ed è alimentata da un acquedotto che porta l'acqua dal Galles, a un centinaio di chilometri di distanza.

Divenne un distretto industriale con la Prima rivoluzione industriale, sede di piccole imprese e officine; nel 1746 vi fu impiantato il primo impianto per produrre acido solforico con le camere di piombo, secondo un metodo sviluppato da John Roebuck (1718-1794). 

Roebuck, un autodidatta con il senso per gli affari, osservò che il piombo non è attaccato dall’acido solforico e sostituì le fragili storte di vetro utilizzate in precedenza dagli speziali con delle “camere di piombo”, stanze in muratura foderate da lastre del pesante metallo.

Attraverso un'apertura richiudibile ermeticamente, una miscela di zolfo e salnitro, posta in un recipiente apposito, era introdotta nella camera e accesa. Terminata la combustione, si riapriva lo sportello per far uscire i gas non reagiti e introdurre aria fresca. L’operazione era ripetuta molte volte al fine di aumentare la concentrazione dell’acido solforico nell’acqua posta sul pavimento della camera. 

Si otteneva così in grandi quantità il "vetriolo inglese”, ma si continuava a perdere l’azoto del costoso salnitro sotto forma di ossidi di azoto, rilasciati in atmosfera assieme agli ossidi di zolfo non assorbiti come acido. Ciò provocò i primi fenomeni di inquinamento industriale e le prime contestazioni ambientaliste degli abitanti e dei contadini i cui campi e abitazioni si trovavano vicino agli stabilimenti. Il problema sarà risolto anni dopo con miglioramenti del processo - oggi soppiantato in toto dal metodo catalitico per contatto.

Gli ossidi di zolfo e di azoto furono oggetto delle osservazioni e degli esperimenti di Joseph Priestley (1733-1804), chierico eterodosso e grande chimico sperimentale

Il suo soggiorno a Birmingham tra il 1780 e il 1791 fu uno dei periodi più attivi della sua vita, quando fu membro della Lunar Society e collaboratore di altri uomini influenti nelle West Midlands, come Erasmus Darwin, Matthew Boulton, James Watt, il dottor Whitering e Josiah Wedgwood - il fabbricante di porcellane.. 

Nel 1791 fu costretto a lasciare Birmingham a causa delle rivolte che culminarono nel rogo della sua casa. Pochi anni dopo, nel 1794, lasciò l'Inghilterra per gli Stati Uniti dove trascorse il resto della sua vita - di cui ho detto altrove in questo blog.

I giacimenti di ferro e di carbone della zona hanno permesso, fin dagli albori della Rivoluzione industriale, la nascita e lo sviluppo dell'industria siderurgica e metallurgica, che produceva scatole metalliche, mezzi di trasporto (treni, locomotive, rotaie, automobili come la celebre Jaguar, aereoplani, biciclette), armi leggere, etc.

Hiatt and Company di Birmingham fu fondata da un certo signor Hiat nel 1780 e Thomas Griffin Hiatt appare nell'elenco commerciale di Birmingham nel 1818 come produttore di ferri da stiro, serrature per cancelli, manette, collari per cavalli e cani. La compagnia rimase al 26 di Malthouse Lane fino a quando gli edifici furono distrutti dai bombardamenti ad opera dei tedeschi nel 1941. 

Thomas Froggatt & Co. divenne il principale concorrente di Hiatt tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Nel 1937 Thomas Froggatt vendette l'azienda a Hiatt, ma Froggatt continuò ad operare nel settore come dipendente. Alla fine si ritirò nel 1948, all'età di 84 anni. Si diceva che Froggatt fosse un buon amico di Harry Houdini e che avesse fornito a Houdini molte delle manette e dei ceppi che usava nei suoi spettacoli da escapologo.

La Hiatt produceva, tra le tante cose, anche le manette Darby: quelle di Sherlock Holmes e dei melodrammi vittoriani illuminati a gas; quelle che hanno stretto i polsi e le caviglie dell'Oscar Wilde detenuto a Reading, dei suoi compagni di prigionia e delle migliaia di deportati nei bagni penali dell'Australia (sotto, gli aborigeni in catene). Oggi il modello è ancora in uso in qualche ex colonia britannica, come il Pakistan.

La chiusura è regolata da un meccanismo a vite ma non è regolabile per diverse dimensioni del polso: per questo erano realizzate in tre misure diverse, un po' pesanti da portare per un poliziotto e da tenere a disposizione tutte insieme. Tuttavia, il design è sorprendentemente comodo, a detta di chi le ha provate ai polsi (non io, ma mi fido), anche se lo stile risale alla metà del 1800. 

Il meccanismo a vite è concettualmente molto semplice. Una robusta molla mantiene un nottolino in posizione chiusa. Quando è avvitata, la chiave tira progressivamente lo stantuffo del nottolino verso l'esterno, consentendo l'apertura delle manette. 

Dalla sommaria descrizione, emerge che non sono certamente le manette più veloci da applicare. Le molle sono estremamente resistenti e spesso sono difficili da chiudere a scatto; per questo i modelli attuali a cricchetto oscillante costituiscono un tale miglioramento da costituire lo standard mondiale per questo tipo di manufatti (anche se lasciano pesanti segni sui polsi e, se mal impiegati, possono causare irreparabili danni ai tendini, quindi occhio alle... sfumature di grigio).

Per chiudere il post restando a Birmingham in tema metal, occorrerebbe un omaggio musicale con i Judas Priest (in foto, il frontman Rob Halford) o i Black Sabbath o qualche altro gruppo  simile. Meglio di no; con la musica - tutta! - ho chiuso da un bel po'.

2 commenti:

  1. Posso permettermi di dire che non è vero che con "tutta" la musica hai chiuso da un bel po' ? Io ho trovato nei tuoi post musiche splendide e raffinate.
    Buona serata!

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    1. In effetti nel post di domani mi sconfesso da solo: chiudo con ben due proposte musicali che non ho potuto tralasciare. Buona serata a te! MC

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