lunedì 4 luglio 2022

Contro la dorifora, ossia elogio delle spinosine

 Eccola qua, la disgrazia...


Un paio di settimane fa avevo annunciato la comparsa della dorifora sulle piante di patate a dimora davanti casa. 


Questi coleotteri, che nella forma matura assumono un colorito a righe giallo-nere (qualcuno potrebbe dirmi che il giallo è tanto sbiadito da tendere al bianco, come si può osservare nella foto sopra), sono ghiotti di solanacee e costituiscono un vero flagello oltre che per Solanum tuberosum anche per Solanum Lycopersicum (pomodoro), per melanzane e peperoni: tutte piante che mi piace coltivare e le cui parti edibili costituiscono un cardine della mia alimentazione.


Quale rimedio? Un tempo, almeno così mi raccontava mia mamma, i contadini provvedevano alla rimozione manuale delle larve e degli adulti, che venivano chiusi in un vaso con della candeggina o dell'ammoniaca.

Oggi esistono gli antiparassitari e già lo scorso anno, quando il problema si era posto per la prima volta, avevo acquistato lo Spinosad concentrato, nella formulazione di libera vendita.

Lo spinosad è un insetticida naturale, ad ampio spettro, prodotto da un batterio che vive naturalmente nel terreno, noto come Saccharopolyspora spinosa, appartenente agli attinomiceti. Tale batterio produce in particolare due tossine, dette spinosine, attive per contatto e per ingestione. 

Come leggiamo QUI, esse sono neurotossine: interagiscono con i recettori di alcuni neurotrasmettitori, come acetilcolina e GABA, e causano paralisi muscolare nel parassita da combattere. 

Attive sugli stadi giovanili e adulti di molti artropodi, queste molecole potrebbero risultare pericolose per gli organismi acquatici (anche se la formulazione è poco idrosolubile) ma non per i mammiferi.

QUI, in un articolo del 2019, leggiamo come il sistema colinergico costituisca un bersaglio privilegiato degli insetticidi perché la farmacologia dei recettori nicotinici dell'acetilcolina degli insetti (nAChR) differisce sostanzialmente dalle loro controparti dei vertebrati. 

I neonicotinoidi sono agonisti del nAChR e sono ampiamente utilizzati nella protezione delle colture. In contrasto con la loro sicurezza relativamente elevata per l'uomo e per il bestiame, i neonicotinoidi potrebbero invece rappresentare una minaccia per gli insetti impollinatori come le api

Oltre ai suoi effetti sul comportamento, diventa sempre più evidente che i neonicotinoidi influenzano i processi di sviluppo nelle api che sembrano essere indipendenti dagli AChR neuronali. 

Il cibo per la nidiata (pappa reale, gelatina operaia, o gelatina di fuchi), prodotto nelle ghiandole ipofaringee delle api nutrici, contiene concentrazioni millimolari di ACh, che è necessaria per il corretto sviluppo larvale

I neonicotinoidi riducono il contenuto di ACh secreto nel cibo della covata, riducono le dimensioni della ghiandola ipofaringea e portano a disturbi dello sviluppo all'interno della colonia. 

Gli studiosi (Grunewald e Siefert) partono dal presupposto che i potenziali rischi dei neonicotinoidi sulle api impollinatrici si verificano a livello neuronale causando alterazioni comportamentali negli individui adulti e disturbi dello sviluppo non neuronali, oltre a distruggere il funzionamento delle ghiandole.

In un articolo su E-life di Filippo Martelli e collaboratori (2022), che possiamo scorrere per intero QUI, leggiamo come Spinosad sia emerso quale alternativa di origine biologica agli insetticidi sintetici e sia considerato meno dannoso per gli insetti benefici.

Usando la Drosofila quale modello per lo studio, gli autori mostrano che basse dosi di Spinosad antagonizzano il suo bersaglio neuronale, la subunità alfa 6 del recettore nicotinico dell'acetilcolina (nAChRα6), riducendo la risposta colinergica. 

Evidenziano poi che i recettori nAChRα6 sono trasportati ai lisosomi, i quali si ingrandiscono e aumentano di numero, a basse dosi di trattamento con la molecola in esame. La disfunzione lisosomiale è associata a stress mitocondriale e livelli elevati di specie reattive dell'ossigeno (ROS) nel sistema nervoso centrale dove nAChRα6 è ampiamente espresso. 

I ROS disturbano l'accumulo di lipidi nei tessuti metabolici in modo dipendente da nAChRα6. La tossicità di Spinosad è migliorata con l'antiossidante N-acetilcisteina ammide. L'esposizione cronica di femmine adulte vergini a basse dosi di spinosad porta a difetti mitocondriali, grave neurodegenerazione e cecità.

In un articolo del 2021, che possiamo leggere QUI, troviamo che lo Spinosad, opportunamente formulato e applicato, può essere usato nel trattamento della pediculosi capitis.

Chiudo l'articolo con un paio di immagini delle uova della Dorifora che vedete come puntini gialli sulla foglia di patata e, se aguzzate la vista, scorgerete a destra anche una larva neonata, destinata a non arrivare all'età adulta.

ARTICOLI RICHIAMATI NEL TESTO

https://elifesciences.org/articles/73812

https://pdfs.semanticscholar.org/c78a/094497abf2d34feb2541e68123b7be4bbe90.pdf

https://www.mdpi.com/2075-4450/10/12/420/htm

https://www.sciencedirect.com/topics/nursing-and-health-professions/spinosad

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