"Trova più gusto in un dissenso intelligente che in un consenso passivo, perché, se apprezzi l'intelligenza come dovresti, nel primo caso vi è una più profonda consonanza con le tue posizioni che non nel secondo."
Così scriveva il filosofo Bertrand Russell (1872-1970) sul New York Times Magazine del 16 dicembre 1951, in un articolo dal titolo dal titolo: "La migliore risposta al fanatismo: il liberalismo".
La proposizione riportata in apertura del post costituisce l'ottava esortazione di un arguto decalogo liberale, testo che è stato poi incluso nella Autobiografia di Bertrand Russell, Vol. 3, 1944-1967.
Come si evince dalla lettura, l'intero decalogo mostra l'acutezza della mente e l'argutezza della penna del suo Autore, e rivela una certa agiatezza nel presentare le sue idee per nulla convenzionali.
Di Russell, il 18 maggio scorso, abbiamo festeggiato (assai in sordina) i centocinquant'anni della nascita: filosofo e logico, matematico e saggista, pacifista e studioso di etica.
Di ascendenza aristocratica, tenuto a battesimo nella fede anglicana dal grande John Stuart Mill, rimase presto orfano dei genitori e fu cresciuto dai nonni.
Infanzia e adolescenza furono assai infelici e fu salvato dall'attuare propositi suicidi solo dal desiderio di studiare matematica e filosofia, che si realizzò con gli studi universitari e una vita dedicata alla ricerca e alla scrittura.
Le sue posizioni pacifiste durante la Grande Guerra gli costarono la cattedra al Trinity College in Cambridge (1916) e sei mesi di carcere (1918).
Ritornò a Cambridge solo nel 1944. Prese posizione contro i regimi totalitari di Hitler e di Stalin, ripercorrendone le radici filosofiche attraverso uno studio della filosofia di Rousseau, di Hegel e di Marx.
Dopo la Seconda Guerra mondiale si espresse contro gli armamenti nucleari e contro la guerra in Vietnam. Vinse il Nobel per la Letteratura nel 1950.
Affrontò, nella sua riflessione, molte tematiche riguardanti morale e religione (l'ultima, per la depenalizzazione dell'omosessualità in Inghilterra); si dichiarò ateo e antireligioso.
"Non sono cristiano: in primo luogo, perché non credo in Dio e nell'immortalità; e in secondo luogo, perché Cristo, per me, non è stato altro che un uomo eccezionale" (B. Russell, Perché non sono cristiano).
Nel video sopra possiamo sentire dalla voce medesima di Russell la posizione da lui mantenuta in merito alla religione e al cristianesimo in particolare, da cui si discostò all'età di 18 anni, preferendo un cammino volta alla ricerca e alla conoscenza attraverso la filosofia e la matematica.
Nel video seguente possiamo sentire (in italiano, stavolta) le parole del suo testamento - parole di amore per la vita, di fermento di passione e di compassione - tratto dal primo volume dell'Autobiografia.
Dopo la sua morte, alla ragguardevole età di 98 anni, per sua espressa volontà la sua salma fu cremata, senza funerali, e le ceneri furono sparse tra le colline del Galles.
PS: non credo che morirò a 98 anni e non nutro in merito ambizione alcuna; ma desidererei anch'io che dopo la mia dipartita le mie spoglie mortali fossero cremate, senza funerali, e che le ceneri fossero sparse nella Laguna di Venezia...
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