martedì 19 luglio 2022

La febbre del Nilo occidentale

La mattina di domenica scorsa, 17 luglio 2022, verso le 9:13, l'agenzia di stampa ANSA ha diffuso la seguente notizia: Morto un anziano in Veneto colpito dal West Nile, il virus torna a far paura. Un altro ricoverato, su un terzo paziente in corso accertamenti.

Infezioni da West Nile Virus (che chiamerò d'ora in poi: wnv) non sono nuove nel Nord Est, area paludosa con una importante proliferazione di zanzare, a cui avevo dedicato uno speciale QUI. Sono stati registrati casi anche gli scorsi anni. Cinque morti nel 2020, nessuno nel 2021, e sabato invece un decesso di un signore ultraottantenne, la notizia del quale è stata data domenica. Ecco una mappa (ecdc) relativa alla distribuzione dei casi negli anni 2011-2018.

Immagine ecdc

Nel libro "Le malattie tropicali" (Piccin editore, Padova, 1967, p. 199), il professor Francesco Canova così descriveva la malattia causata da wnv

  • La febbre del Nilo occidentale fu osservata per la prima volta in Egitto e nel Sudan e poi riscontrata anche in Uganda, Tanganica, Sud Africa e Israele. 
  • Le scimmie e i piccioni costituirebbero i serbatoi del virus, mentre l'artropodo vettore sarebbe rappresentato da alcune specie di zanzare e particolarmente dal Culex univittatus. 
  • La malattia ha una durata di 4-5 giorni ed è caratterizzata da cefalea, dolori articolari e muscolari, adenopatia diffusa, splenomegalia di modico grado, esantema morbilliforme.

Come ha fatto il virus, dall'Africa orientale, ad arrivare fin qui da noi (o quasi)? Tale patogeno interessa prima di tutto la fauna avicola e quindi, probabilmente, il passaggio ha coinvolto gli uccelli migratori sulle rotte Africa-Europa e i passeriformi di casa nostra, via zanzara (non tutte le zanzare, come ricorda anche il professor Canova; ma non altri artropodi). Occasionalmente, wnv infetta anche l'uomo, i cavalli e più raramente altri mammiferi, i rettili e gli anfibi.

Immagine originale del blogger

Una persona infettata attraverso la puntura di una zanzara può risultare asintomatica se ha un buon fisico; più rilevante e pericolosa potrebbe farsi la situazione per chi ha altre patologie e/o è anziano (encefalite da flavivirus, fatale in un caso su dieci).

Che cosa facciamo per evitare questa novità (che, a ben guardare, tanto novità poi non è...): qualcuno, semplicisticamente, potrebbe ipotizzare di impedire agli uccelli di migrare o alle zanzare di esistere per  fermare la circolazione di wnv

Oppure non sarebbe meglio trovare un vaccino per wnv, che ancora non è disponibile per l'uomo - ma è in fase di studio? D'altronde, chi è infetto - anche se asintomatico - non può donare il sangue e ciò potrebbe costituire un problema serio, visto il periodo particolare.

Nel frattempo, qualcun altro si allarma (e mi importuna al limite della sopportazione) interrogandosi delle sorti dei massimi sistemi: Draghi, Macron, Putin... come se il mondo naturale dipendesse dall'esistenza di queste persone. Potranno cadere i governi, le coalizioni, la NATO, l'Italia, l'Ucraina e che altro ne so: ma gli uccelli continueranno a migrare, le zanzare a pungere e i virus ad esistere e a mutare (senza aspettare che la Pangea si fratturi e si ricomponga ancora, per buona pace di qualche altro visionario che mi riempie la casella di e-mail o whatsapp di messaggi e di idee ballerine).

Punture sulla mia nuca... mannaggia alle zanzare!

Intanto, come possiamo leggere QUI, in un articolo di Nomagugu B. Ncube e collaboratori, negli ultimi dieci anni è stato notato un precipitoso aumento del numero di infezioni da flavivirus, gruppo a cui appartiene wnv assieme al virus della febbre gialla (che dà il nome all'insieme, flavus = giallo, in latino), al virus zika, al virus dengue, al virus della TBE, a quello dell'encefalite giapponese, al famigerato HCV, etc. 

Nonostante questi focolai, i protocolli di trattamento per gli individui infetti rimangono ambigui. Numerosi studi hanno identificato NITD008 come un potente inibitore dei flavivirus; tuttavia, i test clinici sono stati respinti a causa di effetti tossici indesiderati. 

È stato esplorato il panorama di legame di NITD008 nel complesso con cinque flavivirus dannosi nei siti attivi della RNA polimerasi RNA-dipendente

Immagine dall'articolo citato in fondo

È stato sviluppato un modello farmacoforo "tutto in uno" per la progettazione di piccole molecole che possano inibire un ampio spettro di flavivirus. Questo approccio del modello farmacoforo funge da solida pietra angolare, assistendo così gli esperti di medicinal chemistry nella composizione di inibitori multifunzionali che elimineranno (speriamo presto!) la resistenza crociata e la tossicità e miglioreranno l'aderenza del paziente.

FONTE: Appl Biochem Biotechnol 185, 799–814 (2018). https://doi.org/10.1007/s12010-017-2690-2

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