sabato 16 luglio 2022

La scuola, ossia il futuro di una nazione

"La scuola italiana fa schifo" - è uno slogan che ha accompagnato gli esami di stato in questo 2022. E poi, al termine, scorrendo i titoli dei giornali leggiamo: cento di qua, lodi di là... Ma come? - mi chiedo. La generazione dad non era stata definita essere persa, sgrammaticata, ignorante, illetterata, impreparata...??? Più di qualcosa non mi torna.

La scuola italiana è bella. Lasciatemelo scrivere. Nonostante, per certi versi, faccia oggettivamente schifo. Ma prima di tutto è bella perché si studiano Dante e Manzoni, Boccaccio e Pirandello, Seneca e Lucrezio, la filosofia e la storia dell'arte; la matematica e il diritto...

Soprattutto, è bella perché ci sono persone straordinarie a renderla bella (e sarà sempre così), a cominciare dagli studenti: qualcuno dotato, qualcun altro settoriale; qualcuno che si diplomerà a fatica, qualcun altro che "... fermati, è presto per il Nobel" (o per diventare un killer seriale); qualcuno che arriverà sistematicamente in ritardo, qualcun altro che non arriverà proprio. E poi ci sono quelli già troppo avanti. Non importa: è perché ci siete voi, ragazzi, che la scuola italiana è bella

E poi ci sono quei docenti, che nonostante la burocrazia, le riunioni, i collegi, i consigli, i dipartimenti, mille sigle di imparare, da ricordare e da gestire (eh già, PDP non vuol dire Paperon De Paperoni; e  BES non è una frazione di Belluno) ...

... nonostante ci sia lo scolaro addormentato, quello che bestemmia di continuo, quello che risponde male, quello lancia banchi, quello che non ha mai il quaderno (e se ce l'ha, è bianco intonso), quello che tira giù il muro a capocciate, quello che "posso andare in bagno" ogni tre minuti, quello che torna e puzza di fumo (non necessariamente di tabacco), quello che "pacca il rientro", quello che chiacchiera con il compagno e che se lo riprendi continua imperterrito e ne coinvolge pure un altro... ecco, nonostante questo e molto altro, ci sono docenti che ci mettono il cuore, accanto alla loro cultura, alla dedizione, al loro impegno e al loro tempo. Perché quei docenti fanno solo diciotto ore alla settimana e hanno tre mesi di vacanza d'estate, non dimentichiamo i luoghi comuni alimentati dal populismo imperante sui media - e qua, dalle mie parti, ben carburato dalle ombre nelle osterie.

Si. I docenti ci mettono prima di tutto il cuore: per i ragazzi, perché questi docenti guardano oltre quelle acconciature sbarazzine, oltre i jeans strappati, i rasta, i brillantini, i telefoni nascosti chissà come; guardano e vedono in loro il futuro, il domani di una nazione che ormai non crede più,  non solo in quei vecchi ideali che hanno chiesto in un ieri lontano (ma quanto?) tributi di lacrime e di sangue e che pur piacerebbero ancora a certuni passatisti; ma nemmeno nei valori fondanti il progresso e la civiltà - forse perché illusa e disillusa dalla propaganda menzognera di chi predicava come imminente l'alba dell'avvenire sotto il sole dell'uguaglianzaRubrum vexillum triumphandum est...


La scuola italiana fa schifo. Torniamo brevemente su quell'espressione cruda, un po' ignorante, certamente arrogante - che pur cela una qualche ombra di amara verità

Perché fa schifo? Forse perché c'è ancora troppo "stato", perché ci sono ministri che danno spettacolo sui soliti media, perché c'è chi critica la scuola gentiliana oppure c'è chi la esalta all'inverosimile - quando tra Gentile e noi ci sono stati ministri su ministri, modifiche su modifiche e tentativi più o meno felici di riforme; ci sono stati una guerra, un referendum, una Costituzione e una quindicina di lustri di storia repubblicana

E c'è chi crede che la scuola debba solo avviare al lavoro, debba indirizzare alle attività pratiche e debba ospitare corsi di tutto e di niente. Quante volte sentiamo dire: "questo lo dovrebbero insegnare a scuola...". Ma a proposito non si parla di latino, di greco, di filosofia e di matematica, ovviamente. O di arte, di musica, di scienze naturali...

E forse perché ci sono taluni genitori (non tutti, ben s'intenda) che dovrebbero fare i genitori e non insegnare agli insegnanti come istruire i loro eredi (pensino invece loro ad educarli, cotali eredi, che l'educazione si impara prima di tutto a casa) e a come trattare i figli degli altri - che notoriamente sono sempre peggiori dei loro santi pargoli. 

E poi perché ci sono certi ex docenti - pensionati che non sanno fare i pensionati e si ostinano a mettere voti e pagelle a tutto e a tutti (e qualcuno dovrebbe far notare loro che, oltre un certo limite, la loro attività valutativa potrebbe diventare oggetto di interesse di avvocati e magistrati): agli studenti di ieri, agli insegnanti di oggi, ad alunni e genitori. E anche ai moderni programmi: quali, che non esistono più da ormai dodici anni, sostituiti dalle indicazioni ministeriali?

E poi ci sono psichiatri, psicologi, filosofi, giornalisti, scrittori, imprenditori e tutti coloro che sulla scuola ne sanno di più di chi la vive quotidianamente e di chi, nonostante tutto, la manda avanti, lavorando in silenzio, con passione e spirito di abnegazione. 

Per carità: a ciascuno sia accordata l'opportunità di esprimere la propria opinione su qualsivoglia argomento, anche se l'opinione non sempre è condivisibile, spesso nei modi e talvolta anche nei contenuti. 

Alla fine, si richiede solo un po' di rispetto - da parte di tutti - per il lavoro di chi nel futuro di una nazione crede ancora e cerca di costruirlo insieme a quelle persone in formazione che di fatto sono il futuro, senza bisogno di urli o di slogan amplificati dagli schermi di televisori o di pc o dalle pagine di quei giornali (non tutti) che, persa la vocazione di informare, restano solo un prodotto da vendere.

2 commenti:

  1. Sottoscrivo questo articolo parola per parola. Mille grazie!!!!!

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