L'altro giorno, mentre ero al telefono e passeggiavo fuori casa, mi è caduto lo sguardo su un nuovo ospite - un ragno vespa - che sostava immobile sul muro, da porta a porta: si trattava di una femmina di Argiope bruennichi, poiché questo è il nome sistematico datogli da Scopoli nel 1772.
La specie è chiamata ragno vespa per le strie gialle e nere che caratterizzano l'opistosoma della femmina (2-5 cm) - il maschio è più piccolo (1-2 cm) e di colore bruno.
Opistosoma è un termine che deriva dal greco e significa corpo posteriore, che comprende i segmenti addominali (di solito dodici o meno) negli artropodi chelicerati (aracnidi, merostomi e pantopodi).
All'interno dell'opistosoma troviamo la parte terminale del tubo digerente (azzurro), il cuore (rosso), la ghiandola della seta (arancio) e gli organi riproduttori (verde).
Nella parte anteriore del corpo, detta prosoma o cefalotorace, costituita da sei segmenti, ci sono i gangli nervosi cefalici, la bocca con la parte iniziale delle vie digerenti, le ghiandole velenifere (anche se il ragno vespa non è pericoloso per l'uomo, è bene ricordarlo, visti i commenti allarmati che ho ricevuto quando ho postato la sua foto su facebook l'altro giorno).
La specie si nutre di cavallette e di altri insetti: i ragni catturano le prede tendendo una tela robusta per poi immobilizzarle con avvolgimenti di filo di seta e ripetuti morsi. Una volta bloccata, la preda è trascinata al centro della tela per essere mangiata.
Al di là della modalità di caccia, che può variare a seconda del tipo di preda, questi ragni non sono aggressivi: se si sentono minacciati fanno oscillare la tela per 15-30 secondi oppure fuggono, cercando di nascondersi.
In queste settimane (fine agosto - settembre), i maschi si uniscono alle femmine e la cosa potrebbe non essere gradita da queste ultime, per cui gli incauti corteggiatori sono destinati a diventarne pasto.
Dopo la copula, la femmina depone le uova che matureranno durante l'inverno nell'ovisacco di seta bruna e si schiuderanno la primavera successiva. Il vento contribuirà alla dispersione dei piccoli ragnetti, che raggiungeranno la maturità sessuale durante l'estate.
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