mercoledì 13 dicembre 2023

Ove si specchiano le nuvole

Ieri, 12 dicembre, ho saluto i piè de la S'ciara e me ne sono andato in via Torino, a Mestre: un luogo assai diverso da come lo ricordavo - d'altronde non vi mettevo piede da molti anni. 

Nuovi edifici, meno cortili, meno luce, più cemento. Non importa, il mio era un passaggio furtivo della durata di qualche ora: vi lascio invece soggiornare qualche mio ormai ex alunno, che si è imbarcato in studi scientifici (chimici e ambientali).

Come potete intravedere dalla foto, ho preso il diretto delle 8:20 e sono arrivato a destinazione un paio d'ore dopo. A proposito di ambiente, appena partito, uscendo da Belluno, ho potuto ammirare un gruppetto di caprioli che facevano colazione in un campo, dietro la zona artigianale ad est della città, in direzione Alpago.

Come cambia il paesaggio in pianura... si sente appena l'odore del mare, a poche centinaia di metri; subito ci si trova nel grigiore della periferia, con palazzoni, capannoni, traffico e officine. 

Anche la piccola stazione di Marghera, con il suo stile un po' coloniale se non fosse per i comignoli tipicamente lagunari, stona con quanto rimane della vecchia cokeria oltre i binari, oggi riadattata a parco scientifico.


Non so che dire. Non invidio chi lavora in simili contesti e tutto sommato sono grato di poter stare dove sono: anche dal punto di vista ambientale, il luogo dove si vive e si lavora significa tanto benessere. E così, scambiato dapprima per babbo natale (che vi suggerisce di leggere durante le vacanze il libro a fianco) e poi per Carl Marx - ma non per Ugo Schiff, il nonno di Heidi riprende la strada di casa.

Ecco, fuori dalla galleria, il familiare profilo dei monti, i paesini dell'Alpago, le frane, le nevi sulle cime e il lago di Santa Croce, ove si specchiano le nuvole. 

Si sta meglio qua. L'università è solo un ricordo - ben più lontano di un centinaio di chilometri - di tante scelte sbagliate, di progetti naufragati, di sogni infranti che non torneranno più.

2 commenti:

  1. Anch'io ,a volte,rimpiango il periodo padovano postlaurea.Poi si torna a casa e si scopre che"nemo profeta in patria";ma si vede che doveva andare così....poi con l'età tutto si sfuma,e si cerca di vivere il presente.

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    1. Il guaio è che io dalla "patria" non ho potuto pensare di andare davvero via. La famiglia in primis e altre necessità mi hanno tenuto legato qua e tutte le mie aspirazioni personali sono state sacrificate sull'altare dei lari. Il tempo passa ma forse non sono ancora abbastanza vecchio e saggio per farmene una ragione.

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