Vi regalo una serie di foto di queste ultime mattine d'autunno, stagione ormai prossima a cedere il testimone all'inverno.
La prima è presa dal cortile di casa; la seconda dal prato ricoperto di brina.
La terza non è mia: arriva direttamente da un abitante di Zoldo, che mi manda uno scatto dell'alba.
Il cielo rosa, le nubi a pecorelle, la neve, le abitazioni in legno e in pietra: tutto bellissimo - non vado in quella valle da anni - ma confesso che io prediligo l'immensa silenziosità dell'oceano.
Chiuso in casa per fuggire il freddo, mi accomodo sul divano, sotto le coperte, guardo la tv e desidero l'azzurro di mari lontani e irraggiungibili. L'unico azzurro che posso ammirare io adesso è solo quello delle soluzioni dei sali del catione rameico bivalente, oggetto degli esperimenti didattici dei giorni scorsi.
Ecco sul filtro il carbonato di rame; e sotto, notate il colore oceanico delle acque madri raccolte nel becher.
Lasciate a riposo, da esse si è formato ancora del precipitato.
Oltre a questo, il pomeriggio è troppo azzurro e lungo... e allora, continuando la citazione da Celentano, io quasi quasi prendo il treno e... vado in via Torino a trovare gli amici che ancora sono rimasti - e magari qualche ex alunno che ha cominciato a frequentare le lezioni al campus scientifico.
Intanto, buona serata a tutti con il tramonto in uno scatto di qualche giorno fa!
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