giovedì 21 dicembre 2023

Tra albe di fuoco e terre rare

Ieri, la giornata è iniziata con il fuoco tra le nuvole, quasi con una classica teofania...


La luce ha infuocato le montagne, come se qualcosa di grandioso fosse dovuto accadere, nelle scorse ore.


Non so ancora se da qualche parte qualcosa di straordinario sia accaduto: forse è scoppiata una pace generale, forse i soldati hanno spezzato i loro fucili, forse un lampo di intelligenza ha fatto realizzare a molti che qualsiasi presunta ragione per uccidere o per uccidersi a vicenda è solo frutto di illusioni a cui troppe persone ancor oggi sono costrette a credere, spesso con una violenza che sta a monte di quella che poi si esprime sui campi di battaglia. Quella violenza a cui diciamo con forza il nostro: "no". 


Non preoccupatevi: il rosso che vedete su quel fazzoletto non è sangue, ma un complesso di ferro trivalente con il legante tiocianato, ottenuto in situ gocciolando una soluzione acquosa di cloruro ferrico sul fazzoletto inumidito con una soluzione acquosa di KSCN

Mentre realizzavo il video con la reazione, in un modo "figlio" di un'intuizione geniale e non mia per uno scopo che non vi racconterò, stavo ascoltando Mahler, come qualche lettore e ascoltatore esperto si accorgerà certamente.

Ieri, in realtà, è stata una giornata intensissima e ricca di soddisfazioni sul piano personale. Per restare in tema e continuare a parlare di chimica inorganica, ho ascoltato una serie di relazioni dei miei discenti su alcuni elementi di transizione: vanadio, cromo, rame, molibdeno. E poi il lutezio, appartenente alle terre rare, estremamente difficile da isolare dagli altri elementi e da purificare.

La difficoltà di estrazione ne fa uno dei metalli più costosi, il cui prezzo al grammo è stimato sei volte quello dell’oro. Non sorprende allora che il lutezio non abbia grandi usi pratici su larga scala. 

Gli isotopi stabili del lutezio possono essere utilizzati come catalizzatori nei processi di cracking, alchilazione, idrogenazione e polimerizzazione

Il granato di alluminio-lutezio è stato proposto per l'uso come materiale per lenti nella litografia ad immersione ad alto indice di rifrazione.

Il suo nome deriva da Lutetia: così era chiamata in latino Parigi, città dove studiò ed insegnò Georges Urbain, uno dei due scopritori dell'elemento (l'altro era il mineralogista austriaco Carl Auer von Welsbach), che approfondì gli studi di Jean Charles Galissard de Marignac, lo scopritore di itterbio e gadolinio.

La rassegna degli elementi è continuata con un'altra concessione alle terre rare: in scena stavolta è salito il samario, utilizzato in magneti, in leghe, in strumenti ottici. 

Come ioduro di samario (II), questo elemento è impiegato anche come reagente e catalizzatore per interessanti reazioni di coupling studiate dal chimico francese Henri Kagan, che lo introdusse come riducente in chimica organica negli anni Settanta. 

Bene! Finalmente sta finendo questo 2023, domani ultimo giorno lavorativo e poi vacanza: che significa tuta, pantofole, libri da leggere (e forse uno nuovo da scrivere), fuoco acceso e telefono rigorosamente spento. Per cui non scrivetemi, tanto non risponderò ai messaggi, specie se sono di auguri.

Riferimenti: 

https://www.thermofisher.com/it/en/home/materials-science/learning-center/periodic-table/lanthanide-rare-earth/lutetium.html

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