lunedì 26 febbraio 2024

Tishchenko

Vyacheslav E. Tishchenko (1861-1941) fu un chimico russo, membro corrispondente (1928) e poi effettivo dell'Accademia delle scienze dell'URSS (1935), vincitore del Premio di Stato (1941). 

In gioventù fu assistente di Mendeleev e successivamente tenne corsi su vari rami della chimica tecnica e analitica all'Università di San Pietroburgo (poi Leningrado). Dal 1934 fu direttore dell'Istituto di ricerca di chimica dell'Università di Leningrado. 

Le sue opere principali sono dedicate allo studio della composizione della trementina e di altri composti naturali. Tishchenko propose anche un processo industriale per la sintesi della canfora dalla trementina e sviluppò una nuova formulazione per il vetro necessario alla produzione di vetreria da laboratorio chimico, che ha mantenuto la sua importanza fino ad oggi. Il pallone Tishchenko, da lui inventato, è un particolare tipo di palloni per il lavaggio e l'essiccazione dei gas.

(Fonte: Istituto di Chimica dell'Università Statale di San Pietroburgo)

Il suo nome è legato a una reazione delle aldeidi catalizzata da alcossidi di alluminio: la reazione di Tishchenko comporta la disproporzione di un'aldeide in presenza di un alcossido. Tishchenko scoprì in particolare che gli alcossidi di alluminio sono catalizzatori efficaci per la reazione. 

Nella relativa reazione di Cannizzaro, la base è idrossido di sodio e quindi il prodotto di ossidazione è un acido carbossilico (come carbossilato di sodio) e il prodotto di riduzione è un alcool .

La reazione che coinvolge la benzaldeide è stata scoperta da Claisen usando il benzilato di sodio come base. La reazione produce benzil benzoato.

Nella reazione di Tishchenko la benzaldeide reagisce al benzil benzoato; il catalizzatore è il benzilato di sodio.

Le aldeidi enolizzabili non sono suscettibili alle condizioni di Claisen. Nel 1906, Vyacheslav Tishchenko scoprì che gli alcossidi di alluminio consentivano la conversione delle aldeidi enolizzabili in esteri.

  • La reazione di Tishchenko dell'acetaldeide fornisce quindi l'acetato di etile, un solvente commercialmente importante. La reazione è catalizzata da trietossido di alluminio. 
  • La reazione di Tishchenko viene utilizzata anche per ottenere isobutil isobutirrato, un solvente speciale. 
  • L'estere del neopentilglicole dell'acido idrossipivalico è prodotto da una reazione di Tishchenko dall'idrossipivaldeide in presenza di un catalizzatore basico (ad es. ossido di alluminio). 
  • La reazione di Tishchenko della paraformaldeide in presenza di metilato di alluminio o metilato di magnesio porta alla formazione di formiato di metile .
  • La paraformaldeide reagisce con l'acido borico per formare formiato di metile. Il passaggio chiave nel meccanismo di reazione per questa reazione è uno spostamento di idruro 1,3 nell'intermedio emiacetalico formato da due successive reazioni di addizione nucleofila, la prima dal catalizzatore. Lo spostamento dell'idruro rigenera il catalizzatore alcossido.

La reazione di Evans-Tishchenko è la riduzione diastereoselettiva dei β-idrossichetoni ai corrispondenti 1,3-anti-diolo-mono-esteri. La reazione impiega un acido di Lewis, spesso ioduro di samario, e un'aldeide. È stata descritta per la prima volta nel 1990 da David A. Evans e Amir Hoveyda, come uno sviluppo della reazione di Tishchenko. 

La potenza di questa reazione rispetto ad altri metodi di generazione di syn e anti dioli, come la riduzione Narasaka-Prasad o la riduzione Evans-Saksena, è la capacità di differenziare tra i due gruppi idrossilici risultanti, proteggendone efficacemente e selettivamente uno. Per questo motivo tale riduzione è stata ampiamente utilizzata in letteratura, soprattutto nella sintesi totale di prodotti naturali.

sabato 24 febbraio 2024

Una melodia per la pace...


Ecco una rara esecuzione della trascrizione che Chopin fece della celebre aria "Casta diva", tratta dalla "Norma" di Vincenzo Bellini. Il brano fu scritto dal maestro polacco per un'allieva e qui è interpretato da Ingolf Wurder, pianista austriaco di Klagenfurt.


Il testo dell'aria, del poeta e librettista Felice Romani, è un inno alla luna, invocata nella finzione scenica dalla sacerdotessa pagana Norma per accordare alla terra il dono della pace:

Casta diva che inargenti 
queste sacre antiche piante
A noi volgi il bel sembiante
senza nubi e senza vel.

Tempra tu dei cori ardenti
tempra ancor lo zelo audace
spargi in terra quella pace
che regnar tu fai nel ciel.

La guerra in atto è quella tra Galli e Romani. Ma l'invocazione del dono della pace è purtroppo sempre attuale. Voglio pensare che scrivendo il brano Chopin avesse nel cuore il desiderio della pace e della libertà per la sua Polonia, il cui territorio era al tempo spartito tra russi, austriaci e prussiani. 


E oggi? Per chi potrebbe risuonare questa melodia? Per la martoriata Ucraina? Per la Palestina? Per Israele? Per lo Yemen? O per tutte le altre guerre dimenticate? O per quelle che ancora devono scoppiare e che qualcuno brama, travolto dalla follia e dalle solite vecchie menzogne?

NO ALLA GUERRA!

NO ALLA LEVA OBBLIGATORIA!

giovedì 22 febbraio 2024

2.2 + 0.2 = 2.4

Si avvicina la fine di un'altra settimana; l'illusione di una primavera precoce è fugata da una pioggia che cade fredda e dalla neve che ricopre, ora dopo ora, le cime delle montagne. Io ho sonno e voglia di stare in tuta e pantofole, cosa che farò nel fine settimana, seduto al pc a preparare lezioni, sospendendo le prime attività in giardino.

Intanto scorro le ultime foto di questi giorni e tra queste trovo immagini come la seguente.

Di che cosa si tratta? - Vi chiederete. Ebbene, è una tavola allegata a un testo pubblicato dal medico tedesco Robert Koch (1843-1910) nel 1884, dedicato all'Eziologia della tubercolosi, che riveste un importanza capitale nella storia della microbiologia: non tanto perché in esso è descritto il bacillo che causa la malattia (la scoperta di questo era già stata annunciata due anni prima, nel 1882) quanto perché vi sono enumerati per la prima volta i postulati di Koch, che hanno costituito la guida per molti studiosi successivi nell'identificare il microbo che causa una malattia infettiva. 

Al di là di questo aspetto, a qualcuno (incluso il sottoscritto), osservando per la prima volta l'immagine sopra, sarà venuta in mente l'associazione con l'opera Alcuni cerchi di Kandinsky (1866-1944).

Anche certi Studi sul colore, del medesimo artista, mi ricordano le sembianze assunte dalla crescita in vitro di microorganismi nei dischi di Petri.

Ecco una proposta di confronto, presa dal web: si tratta di miceti.

Strane associazioni. Forse Kandinsky, uomo di grande cultura e curiosità, aveva sfogliato qualche libro di microbiologia soffermandosi sulle figure per trarne ispirazione? O forse l'associazione di forme e colori è un prodotto della mente (malata, direbbe qualcuno) di chi scrive?

Sospendo il giudizio. L'epoché degli antichi filosofi scettici. Comunque sia, è passata l'ora di andare a letto, per sognare quel trionfo di due che potrei rifilare in qualche verifica, come suggerito poco fa dal quadrante del mio orologio digitale:

Va bene. Concludo il post, altrimenti qualcuno pensa di avere ragione a proposito della mia mente... e vi propongo l'ascolto di un brano di Verdi: la fuga finale del Falstaff, su testo di Arrigo Boito


Tutto nel mondo è burla 

ogni uom è nato burlone...

La fede in cor gli ciurla

gli ciurla la ragione.

Tutti gabbati! Irride

l'un l'altro ogni mortale:

ma ride ben chi ride

la risata finale...

... con dedica speciale

a chi ama prender ogni cosa

in maniera troppo seriosa!

MC

lunedì 19 febbraio 2024

... preparativi ?!

 Primavera non bussa, lei entra sicura - cantava De André...


Astronomicamente parlando, manca ancora un po' all'equinozio: ma il sole in cielo ha perso il suo pallore invernale e, filtrando nel sottobosco, scalda la terra.


Le primule si aprono ed emettono i primi boccioli...


... qualcuna ha fretta ed eccone i fiori.


Sul tronco del ciliegio restano aggrappati i licheni, mentre i rami si riempiono di gemme pronte a fiorire e a tingere il giardino di bianco per qualche giorno che aspetto con trepidazione.


Ecco la forsythia che comincia ad ingiallire, come già ricordavo al post precedente.


Le luci del tramonto tingono il vecchio Dolada di rosa...


... e un altro giorno se ne va, verso l'eternità, il silenzio o il nulla cosmico. A voi la scelta. 


Aspettando di nuovo i colori che potete ammirare QUI, vi propongo l'ascolto di Sakura, il celebre canto tradizionale giapponese dedicato al Prunus serrulata, il ciliegio ornamentale nipponico, che augura prosperità nella consapevolezza della fragilità e che significa rinascita nella gioia dell'esistenza.


Qualcuno ricorderà di averla sicuramente già sentita; ad esempio, risuona in orchestra nel primo atto della pucciniana Madama Butterfly, mentre Ciò-Ciò-San canta a Pinkerton l'elenco delle sue poche cose da donna: fazzoletti, la pipa, una cintura, un piccolo fermaglio, uno specchio, un ventaglio... eccone la melodia in notazione occidentale.

 

sabato 17 febbraio 2024

Statistiche e provvisori bilanci...

Inizio il post con il seguente scatto al cielo di giovedì mattina: le prime luci, l'azzurro e le nuvole.

Penso alla forsythia che in giardino comincia ad emettere i primi fiori gialli: segno che la primavera sta finalmente arrivando e me ne rallegro. Ho bisogno di sentire il profumo dei fiori, di ammirare il colore delle corolle - ora bianche dei bucaneve, ora viola dell'Hepatica nobilis - di vedere il ciliegio esplodere nella sua maestosità, di sistemare i vasi entro i quali farò crescere alcune piante per il mio gusto e il mio diletto. Pazienza per i pollini del nocciolo e la mia allergia...

Qualcuno mi invitava, anche recentemente, a tornare a occuparmi di musica: ho risposto ancora una volta di no, con essa ho chiuso più di dieci anni fa e sui miei passi non torno. Meglio il giardino, i fiori, i microbi - anche se quelli patogeni li lascio volentieri ai medici. E poi i gatti...

Più di dieci anni fa, proprio quando decisi di chiudere con la musica, aprii questo blog. Ogni tanto vado a curiosare i post più letti, grazie alle statistiche che la piattaforma mi permette di rilevare su vari archi temporali. Ecco sotto riportata l'hit parade dei testi pubblicati dall'inizio: il vincitore, con quasi 4000 visualizzazioni a oggi, propone l'ascolto di un brano religioso di Tchaikovskij. 

Gli altri sono invece dedicati a temi di chimica organica, la branca della chimica che più mi affascinava quando ero studente all'università. Anche questa è ormai solo un ricordo, essendomi dedicato ad altre cose (e non avendo davvero affrontato ciò che sognavo per il mio futuro lavorativo: la farmacia).

Vado ripetendo: del chimico ho solo la formazione universitaria. Come orizzonte professionale, ho scartato l'ipotesi di diventarlo quando ero ancora studente (credo al terzo anno). Di lavoro faccio l'insegnante e ritengo che sia il servizio più bello che posso offrire con i titoli che ho. Lo ripetevo l'altro giorno rispondendo ad un'email e precisavo che a lezione, più che la chimica (sempre bella sulla carta, ma da un certo livello in su), mi piace aprire il discorso al mondo dei viventi e della natura di cui siamo parte. 

Recentemente ho parlato di batteri, di fotosintesi, di alghe, di coralli e di licheni: e ripensando a questi argomenti, partecipo tutto il mio stupore per il fascino che suscitano in me e che cerco di comunicare ai miei discenti. Ho la certezza che non riuscirei a fare altrettanto con l'equazione di Cottrell, ad esempio - che per fortuna si studia all'università e non al liceo... 

L'ultimo pensiero di oggi è per la conquistata libertà di poter scegliere e di dedicarmi a ciò che più mi piace, almeno nel tempo libero: di questo devo ringraziare quanti si sono immolati (e continuano ad immolarsi ancora oggi) per garantire a me (e a voi, miei lettori) un bene la cui preziosità si avverte forse solo quando comincia a scarseggiare. Un po' come l'ossigeno. O l'acqua potabile. O certi altri servizi che diamo per scontati, ma che tanto scontati non saranno, in un futuro sempre più prossimo. Forse sempre più nero. O più rosso. O in grigio-verde: non per me.

mercoledì 14 febbraio 2024

Tante cose...


14 febbraio 2024. San Valentino, festa degli innamorati, giorno di cuoricini e cioccolatini e che altro ne so. Io non sono innamorato e nell'amore umano non credo più da tempo. Forse in quello divino. Forse. Ma da un po' è stato appiattito anche quello a livello umano, nell'immagine - quasi idolatrica - del "dio che si è fatto comunità", plasmata forse per tener maldestramente testa ai nazionalismi ottocenteschi e ai vari collettivismi novecenteschi, mai sopiti e qua e là ancora redivivi.  

14 febbraio 2024. Per me segna un anniversario importante: diciotto anni fa affrontavo, con tutta la mia inesperienza di allora, la prima supplenza. Insegnavo altro, in altro luogo rispetto a oggi, in altro ordine di scuola. Sognavo di fare ben altro nella mia vita, ma ero stato destinato ad altro ancora dalle consuetudini (familiari, sociali, paesanotte) contro le quali ho poi lottato per anni. La giovinezza è andata, la speranza di realizzare i miei progetti anche; resta la soddisfazione di non aver realizzato nulla di ciò che altri avevano progettato per me. Magra consolazione. Meglio godere il presente.

14 febbraio 2024. Mercoledì delle ceneri. Per i cristiani inizia la Quaresima. Io non mi prodigo in digiuni e penitenze: aver dovuto rinunciare per sempre ai miei progetti è una penitenza sufficiente; digiuno già per il colon irritabile, per i calcoli alle vie biliari, per quelli ai reni, per l'iperglicemia. Voto a quest'altra penitenza: più che sufficiente. A chi mi dice che potrei digiunare dallo scrivere fesserie su questo blog consiglio caldamente l'assunzione di una massiccia dose di sale di Epsom o di sal mirabile Glauberi.

Rileggo invece volentieri un brano di Ratzinger, il quale a sua volta cita il suo predecessore richiamando un passo tratto dall'enciclica Redemptoris Missio, che condivido con voi, miei lettori abituali ed occasionali. 


Certi cultori del pragmatismo pastorale (quelli che hanno sostituito il credere con il fare) mi hanno fatto notare che Roma è lontana. Io vorrei rispondere loro che Roma è stata allontanata - a suon di uattanciù e di altre amenità su cui non mi dilungo. E poi non rispondo nulla; ho già scosso la polvere dai miei sandali e me ne sono andato da tempo. E sto meglio. Molto meglio. Molto, molto, molto meglio.


F. J. Haydn, Sinfonia n° 49 in Fa minore, La Passione

lunedì 12 febbraio 2024

Chi ha visto il film su Darwin?

12 febbraio, Darwin Day.

L'opera di Charles Darwin (1809-1882) e le sue grandi scoperte oggi per noi rappresentano un sapere scontato, qualcosa che troviamo nei libri di scuola e sulle quali passiamo facilmente senza spesso comprenderne la portata; ma la teoria di Darwin fu nel diciannovesimo secolo un autentico uragano, una pericolosa minaccia per l'equilibrio perfetto che ormai da tempo immemorabile si era costruito fra scienza e fede. 

Un film che raccontasse i grandi eventi di quel periodo era necessario nonchè dovuto, ma la delicatezza dell'argomento ha dissuaso molti dal progetto nel timore di creare dissidi etico-religiosi in abbondanza; solo il regista Jon Amiel ha avuto il coraggio di affrontare l'ingrata questione, ormai quindici anni fa, raccontandoci una storia che in realtà non ha alcuna intenzione di gridare al mondo la potenza della scoperta descrivendocene i dettagli scientifici e innovativi. 

Creation (2009) è piuttosto la storia triste e amara dell'elaborazione di un lutto da parte dell'intera famiglia Darwin, una perdita (quella della primogenita Annie) che i due coniugi affrontano in modo totalmente diverso: Emma Darwin trova conforto assoluto nel suo credo unitariano e nella certezza che la figlia si trova in paradiso, mentre Charles non riesce ad avere pace, allontanandosi sempre più dalla fede ma finendo contemporaneamente per riflettere profondamente sulle conseguenze della sua stessa teoria (quella dell'evoluzione) che mette da parte ogni valore e merito nella vita. 

Annie accompagna Charles in ogni momento e senza concedergli tregua come una vigile presenza, per aiutarlo a trovare la giusta via ea elaborare il suo grande dolore, la perdita di una figlia innamorata della vita e affamata quasi quanto il padre di grandi avventure e nuove scoperte, ma strappata alla sua esistenza per una crudele legge di natura; anche se Charles ed Emma non riusciranno mai a superare le loro divergenze, l'amore guarirà comunque tutte le ferite e li riunirà di nuovo per non separarli mai più, vincendo su ogni dissidio. 

Tratto dalla biografia di Randall Keynes  - Casa Darwin, il male, il bene e l'evoluzione dell'uomo, ed. Einaudi, 2007 - il film si fregia, a detta dei commentatori britannici, di un cast azzeccato che ci regala prove forti e commoventi: Paul Bettany può certamente contare su un'incredibile somiglianza fisica ma la sua performance di padre e uomo spezzato dalla sofferenza è quanto mai intensa e toccante; Jennifer Connelly (che è anche nella vita sposata con il protagonista) è altrettanto efficace nel ruolo di madre e donna fortemente religiosa, preoccupata di restare separata dal marito per l'eternità per le sue scettiche convinzioni. 

Forse ci saremmo aspettati di conoscere meglio il Darwin scienziato ma la pellicola di Jon Amiel ci guida sulle malinconiche note delle musiche di Christopher Young alla scoperta di un uomo, delle sue debolezze e del dolore per chi se n'è andato, della forza di tornare a vivere che è riuscito a trovare nell'affetto e nell'amore per chi è rimasto. 

Perché i distributori hanno così paura di questa pellicola? Com'è possibile che a 165 anni dalla pubblicazione dell'Origine della specie si continui a perseverare nella censura come se vivessimo ancora nel moralismo dell'età Vittoriana o nella Roma del Syllabus


Creation: il trailer...

sabato 10 febbraio 2024

La lingua di Volta


Toccare con la lingua i poli di una pila da 9 V, come mostrato in foto, è una prova (quasi una bravata) che suggerirei di non fare, al fine di evitare una bella scossa che potrebbe rivelarsi non solo fastidiosa, ma anche dolorosa. La lingua è anche il muscolo più resistente del corpo umano, ma è comunque ricca di terminazioni nervose.

Nella storia dell'elettrologia, quanto mostrato ha tuttavia un posto di rilievo poiché la lingua fu il primo "tester" descritto da Alessandro Volta (1745-1827) nelle sue opere

Volta fu particolarmente colpito dalla lettura del Commentarius che il bolognese Luigi Galvani pubblicò nel 1791, in cui descrisse gli esperimenti con i muscoli delle rane, che si contraevano al contatto di due metalli diversi. 

Tali esperimenti sono ben descritti nel seguente video del sistema museale dell'Università di Pavia, di cui Volta fu rettore e titolare della cattedra di fisica sperimentale. Lasciamo la parola alla narrazione di Fabio Bevilacqua, professore ordinario di Storia delle scienze presso il medesimo ateneo.


Dapprima entusiasta, Volta fu poi critico sulle conclusioni tratte da Galvani in merito al fenomeno osservato. 
Secondo l'interpretazione di Volta, i muscoli delle rane scuoiate di Galvani si contraevano perché venivano a contatto con coppie di metalli

Quali coppie? Bisognava sperimentare e misurare; ma sperimentare significa comunicare e mettere nelle condizioni il lettore di poter rifare gli esperimenti e riprodurre i medesimi risultati. Che cosa usare allora al posto dei muscoli delle rane per misurare l'elettricità prodotta dal contatto tra coppie di metalli? La lingua è un muscolo, abbiamo detto, il più resistente del corpo umano, facilmente accessibile... lasciamo allora la parola allo stesso sperimentatore e leggiamo due pagine (207-208) tratte dalla seguente opera.



... da queste osservazioni, Volta trasse poi l'idea di costruire un organo elettrico artificiale, costituito da una serie di dischetti di zinco, rame e cartone imbevuto di acqua salata, impilati l'uno sull'altro. Una pila di dischetti capace di generare elettricità in modo continuo, grazie al contatto tra metalli (ciascuno con un suo potenziale redox, riportati nella tabella in basso) che genera una differenza di potenziale (ddp) capace di mettere in moto ordinatamente le cariche elettriche. 

Tale ddp non va confusa con la forza elettromotrice (fem) che forza non è, non misurandosi in newton ma in volt, corrispondente al rapporto tra il lavoro L compiuto per spostare le cariche e la quantità di carica spostata q: V = L/q

La ddp è la componente utile della fem, dalla quale bisogna togliere la corrente i dissipata dalla resistenza interna R del generatore: ddp = fem - iR

La fem potrebbe essere intesa quindi come la massima differenza di potenziale misurabile ai capi del generatore.


Fonti

giovedì 8 febbraio 2024

The bringer of Old Age

Stasera non ho nulla da offrire: foto di tramonti o di arcobaleni, di Lotus o di Rodio, di fiori o di piccoli animali. Non ho particolari pensieri, sentimenti o risentimenti da esternare. Non ho nemmeno voglia di vedere la televisione o di cercare qualche documentario. Credo che questa stanchezza, con l'abbinata incapacità di concentrarmi, sia dovuta ai postumi del Covid che si protraggono in un periodo per me già difficile, come quello che segna il lento passaggio dall'inverno alla primavera.

Riguardo vecchie foto e trovo questa, scattata una sera allo schermo della televisione: non è un dipinto impressionista, ma un fotogramma che propone le tempeste nell'atmosfera di Saturno, riprese durante la lunga e straordinaria missione Cassini - Huygens e trasmesse durante un bellissimo documentario.

Ecco il polo nord del pianeta, con quell'intenso vortice a spirale. Sotto, un dettaglio degli anelli.

Scorrendo velocemente Nature Briefing di oggi, ho letto che su Mimas, uno dei numerosi satelliti di Saturno, è stato scoperto un nuovo oceano, nascosto sotto uno strato di ghiaccio. Ciò significa che "l'acqua allo stato liquido potrebbe trovarsi quasi ovunque", dice l'astronomo Valéry Lainey

E questo significa una maggiore possibilità di vita extraterrestre da qualche parte: le interazioni tra un oceano sepolto e il nucleo roccioso di una luna potrebbero generare energia chimica sufficiente per sostenere gli organismi viventi. Il resto della storia lo potete leggere QUI.

Io vi saluto con un po' di musica. Un brano quasi obbligato, visto il tema del post: "Saturno" di Gustave Holst (1874-1934), compositore inglese che in una famosa suite sinfonica (op. 32), scritta tra il 1914 e il 1916, ha dedicato un brano a ciascun pianeta del sistema solare, ispirato tuttavia più dalle suggestioni dell'astrologia e della teosofia che dai progressi dell'astronomia

La suite inizia con un celebre omaggio musicale a Marte e non poteva essere altrimenti, visto l'anno di composizione e il carattere militaresco della musica, i cui moti gli astrologi interpretavano come forieri di guerra.

Il portatore della vecchiaia: è questo invece il sottotitolo del movimento dedicato a Saturno, con il suo inizio inquietante e la marcia lenta e pesante in cui culmina, molto solenne - quasi funebre, con il rintocco delle campane

Direi proprio che questo sottotitolo è assai adatto al momento... al mio momento. Buon ascolto.

FONTE

https://www.nature.com/articles/d41586-024-00345-9


lunedì 5 febbraio 2024

Spunti e spuntini...

Risanami, Signore, Dio della vita: è questo il ritornello del salmo responsoriale recitato nella messa di ieri, tra la narrazione della pazienza di Giobbe e il racconto della guarigione della suocera di Pietro

L'uomo è come un filo d'erba, come un fiore di campo, che spunta al mattino e avvizzisce la sera - ricorda più volte il salmista. E fa eco San Giovanni della Croce: alla sera della vita l'importante è aver amato.

Io spero (1) di non essere troppo prossimo alla mia sera, consapevole di aver amato troppo poco, (2) di essere risanato da questo virus e (3) di tornare presto ad una vita normale. 

Stare sul divano a leggere tutto il giorno trattati di biochimica è anche appagante; devo dire che, dopo una settimana di isolamento, ogni tanto potrebbe esserlo anche incontrare i miei simili - amici e colleghi.

Scattare foto dalla finestra e in giardino costituisce un piacevole diversivo: e qualche scatto ve lo offro al termine di questo post, montato in un video che racconta la storia di una rosellina

Quel fior che all'alba ride, il sole poi l'uccide e tomba ha nella sera - faceva cantare Haendel a due soprani accompagnati dal cembalo, in una breve cantata profana scritta nei mesi del soggiorno a Roma. I motivi musicali di questa bella pagina saranno ripresi e sviluppati nei solenni cori del Messiah, come si sarà accorto l'ascoltatore attento e preparato.

Ed eccoci al tanto sospirato video, accompagnato da un frammento del finale della Prima Sinfonia di Mahler, diretta da Claudio Abbado. Su Rai 5 - canale 23, in questi giorni passano esecuzioni e documentari sul direttore milanese nel decennale della sua scomparsa.

La qualità del tutto non è un granché, ma non importa. Per concludere ecco i versi che cito alla fine, resi celebri da Robin Williams nell'Attimo fuggente: quasi un inno dei sognatori della mia generazione.

sabato 3 febbraio 2024

Fino a quando?

Così, ieri sera, avrebbe dovuto aver luogo la presentazione del mio libro: il virus mi ha costretto in casa e tutto è saltato. Tutto: non solo la presentazione, ma anche l'aperitivo e la cena che dovevano seguirla.

Mi sono dovuto accontentare di una cioccolata calda, preparata e consumata nella solitudine della mia cucina, come ai tempi della pandemia - tempi che hanno portato alla genesi dei miei ultimi due lavori.

Fuori, a ponente, le ultime luci smorzavano, il giorno cadeva e la cinta di Orione - un po' pallida -segnava il mezzodì.

Io, sul divano, presentavo con un autoscatto una copia consunta e annotata della mia pubblicazione. Più la rileggo, più la trovo perfettibile. "Pensa alla prossima" - ripetono gli amici più stretti. 

E il computer si riempie di file con testi dedicati all'atmosfera, alla chimica dei viventi, alla pace - da intendersi non solo come rifiuto delle armi (che ribadisco rinnovando una scelta che ho espresso molti anni fa), come cessazione di conflitti armati ma soprattutto come il superamento della visione che pone l'Uomo al centro dell'Ambiente che lo circonda per maturare e conseguire il raggiungimento della necessaria armonia tra l'Uomo e la Natura di cui fa parte, alle cui leggi è soggetto e dalle quali sarà condannato se non cambia rotta nello sfruttamento dei suoi simili, degli altri animali e delle risorse, sia agroforestali sia minerarie.

Il mondo è dei microbi e molti di loro sopravviveranno all'estinzione della nostra specie, causata da una crescita sempre più incontrollata della popolazione mondiale, da un'iniqua distribuzione della ricchezza, dalla rediviva follia militarista di taluni governanti e dall'assenza di remore di chi gioca con le economie a suon di differenziali e di fiumi di denaro da muovere e da incassare. 

Il mondo è dei microbi: evolutivamente ci hanno preceduto e ci seguiranno. Da qualche decennio, noi vinciamo qualche battaglia di una guerra che, in extrema ratio, siamo comunque destinati a perdere. Lo scrivemmo, Renzo ed io, nel saggio del 2020 che vedete sopra, cercando di ripercorre a volo di falco la storia della microbiologia da Spallanzani e Pasteur fino ai problemi più recenti. 

Le guerre tra stati, tra nazioni, tra tribù facilitano solo la vittoria ai microbi, in luoghi dove le persone (e gli animali) restano senza cibo, senza acqua, senza igiene, senza assistenza sanitaria, senza soccorsi. E questi luoghi non sono lontani, tanto nello spazio quanto nel tempo. 

Per noi europei è impensabile stare a vedere ancora per molto, con la guerra in Ucraina (e quel cretino che manda a morire il futuro del suo paese), il riattizzarsi della situazione nei Balcani e la polveriera mediorientale. Per noi italiani ancora di più. 

I microbi non hanno confini e ci insegnano l'uguaglianza - quella vera, non quella predicata dai finti post kollettivisti nostrani che fanno spesa da Cartier andandoci in Lamborghini

Ricchi e poveri, del nord e del sud, dell'est e dell'ovest: se i microbi attaccano, attaccano tutti. E tutti restano senza cibo, acqua, igiene, soccorsi. Non c'è esercito che salva dall'invasione, non c'è leva che tenga, non ci sono eroi e vincitori, ma sicuramente solo vinti e forse pochi sopravvissuti. Nella desolazione, tutti uguali. Nella miseria, tutti uguali. Nella morte, tutti uguali. 

Ogni tanto farebbe bene rileggere, ad esempio, il Libro delle Lamentazioni, dove l'autore descrive Gerusalemme distrutta dopo un anno di assedio e gli abitanti passati a fil di spada o fatti schiavi, con le madri che sgozzano i figli per cibarsi delle loro carni. Un racconto antico per un copione che da qualche parte, nel mondo, è purtroppo sempre attuale. Mi chiedo: fino a quando?

giovedì 1 febbraio 2024

Scrittore ammalato, evento annullato.

Mi accingo a scrivere questo post arrabbiatissimo: nel precedente parlavo di febbre, raffreddore e influenza. In realtà, dopo aver fatto un tampone antigenico, ho scoperto di aver probabilmente contratto una delle tante varianti del virus del Covid.

Come l'abbia contratta, l'ho già accennato al post precedente: ho tratto tali conclusioni tenendo conto che in questo periodo esco di casa quasi esclusivamente per andare a scuola e i negozi (ristretti a libreria e alimentari) li visito sempre in ore di ridottissima frequentazione.

Vorrei cogliere l'occasione per ribadire un umile consiglio, da semplice cittadino che non è medico: vostro/a figlio/a manifesta sintomi respiratori? Non liquidate la cosa come fosse un banale raffreddore, una "semplice" influenza (semplice, mica tanto... è tra le maggiori cause di morte per malattie infettive al mondo), un "ha preso freddo" o "un colpo d'aria". 

Accertatevi che non sia covid con un tampone prima di mandarlo/a scuola a contagiare gli altri - e nella fattispecie un vecchio professore con l'ipertensione e la glicemia alta.

E perché tale professore allora non si è vaccinato? Beh, semplice. Perché ai tempi della pandemia e del green-pass, il professore ha ricevuto le prime due dosi del tanto vituperato Astrazeneca; tutto bene. Poi ha ricevuto pure la terza dose, ma di un vaccino a m-RNA che gli ha causato una reazione assai pesante con febbre, dolori e quant'altro. A dirla tutta, è meno pesante sopportare il fastidioso raffreddore di questi giorni. 

Di andare al servizio di Igiene e tentare di chiedere un vaccino "tradizionale" per finire a questionare e a sentirsi dare dell'ignorante e del non medico: anche no. 

Che poi, sempre in contesti simili, il professore di cui sopra ha già trovato a che ridire con un camice bianco (e bandiera rossa) il quale si ostinava a non ritenerlo un vero insegnante in quanto dipendente di una scuola paritaria e non impiegato in una scuola statale

Per contro, non più tardi di ieri sera, ricevo questo messaggio su whatsapp, da parte di un altro camice bianco (senza bandiera rossa, ma comunque politicizzato in altro verso).

Al di là che "coglione" sarà lui e quelli come lui che hanno prima negato la pandemia, poi hanno negato l'esistenza del virus, poi hanno dichiarato di non interessarsi dell'origine del virus (che prima avevano negato esistere) per concludere spiegando che altro non sarebbe che l'evoluzione di un'influenza, giustificando il tutto con una capronesca esibizione di ignoranza delle teorie di Darwin, dei predecessori e dei successori. In virtù di codesta "scienzah" (spacciata per... la verità), per i virus (con mascellone e camicia nera, stavolta? Per par condicio, eh...) vigerebbe la logica del vincitore più forte, come per tutte le specie, gli individui, le nazioni, gli eserciti, i partiti... 

Poi la chiosa finale sul vaccinato che trasmette l'infezione è un refrain già sentito che nel mio caso non c'entra nulla e che denota il grado di comprensione della situazione da parte dell'autore del messaggio. Come detto in apertura, a trasmettere l'infezione a me erano dei chiari sintomatici, con l'aggravante della cattiva educazione

Mamma e papà dovrebbero insegnare ai loro eredi che quando si tossisce si porta la mano davanti alla bocca, che è sempre bene avere a disposizione fazzoletti di carta puliti (e che una volta usati vanno gettati nei cestini o portati a casa e non abbandonati per terra o sotto i tavoli) e che se si hanno le mani sporche (anche di muco...) è bene lavarle con acqua calda e sapone. Non occorrono chissà quali grandi cose.

Visto che qualcuno ha chiamato in causa la Costituzione (con la "C" maiuscola), rileggiamo l'articolo 32: 

E per chiudere, riporto la conclusione del libro, Vita e morte nell'invisibile, che abbiamo scritto io e il Professor Barbazza nel 2020, citando il Presidente Mattarella:


Per ora non aggiungo altro, se non che la presentazione a cui dovevo partecipare domani sera, 2 febbraio, è annullata. E anche di questo danno, chi mi ripaga ???