Il mondo trabocca di cose fantastiche da scoprire senza aver bisogno di quelle fantascientifiche con cui distrarsi. Potrebbe essere questo il sunto di quanto mi è rimasto dopo una recente visita al Museo delle Scienze di Trento, il MUSE - presso il quale mi sono recato qualche giorno fa per questioni lavorative e che mi riprometto di visitare a breve da semplice cittadino qualunque.
Dentro il museo non ho ceduto alla tentazione di fare troppe fotografie, tranne che in quello che per me è risultato essere il luogo più bello e affascinante di tutto il solenne edificio progettato dal genio di Renzo Piano: la serra tropicale.
In questo angolo è ricostruita una foresta pluviale montana della Tanzania, con la vegetazione, la cascata, il laghetto e un sentiero che permette di muoversi in sicurezza per ammirare la varietà delle specie viventi che la abitano.
Credo che se mai sia esistito un giardino dell'Eden, dovesse essere proprio così: selvaggio, rigoglioso e lussureggiante.
E ricco di biodiversità: un tesoro da difendere (dalla nostra specie, troppo numerosa ed esigente; dalla scelleratezza di chi sfrutta il pianeta senza porsi alcun limite; ma anche da quel panteismo neopaganeggiante che piace a una certa pseudocultura radical shit... ehm, chic - chiedo venia ma non troppo).
Il monossido di diidrogeno allo stato liquido, oggetto delle mie lezioni nelle scorse settimane ai piccoli, rende possibile la vita: peccato non aver un microscopio per ammirare quanta vita trionfi in una goccia d'acqua, come raccontavo ieri presentando qualche breve nota sul regno dei protisti.
Mentre nello stagno si specchiano i dettagli dell'edificio, alzo lo sguardo e, tra i rami degli alberi scorgo un turaco. Immobile, nel suo profilo regale; abbracciato dalla luce che filtra dai grandi vetri del soffitto.
Nella serra si può rimanere circa dieci minuti. Confesso che buona parte di quel tempo l'ho trascorsa a contemplare questa creatura, di fronte alla quale ho provato un sentimento che credevo fosse lontano e spento: si, per farla breve, me ne sono innamorato (!) e desidero ardentemente di poterlo un giorno ammirare nel suo habitat naturale.
Già la Natura del continente africano (incluse zanzare, glossine e patogeni da esse veicolate) era tra i miei interessi, ma di fronte al turaco essa è ormai in cima alla lista delle mie priorità. Ammiratelo ancora quant'è meraviglioso!
Qualche informazione su di esso la potete leggere QUI, in altri siti o - meglio - in un buon libro di zoologia. Intanto qualcun altro era interessato ad avvistare il toporagno ed è stato meno fortunato: si è dovuto accontentare dell'esemplare tassidermizzato nella sezione dedicata ai mammiferi.
Di fronte ai materiali esposti, qualche domanda c'è stata e qualcuna era ispirata più al ricordo di certi film che alla preziosità di quanto era sotto gli occhi in quel momento.
Già. Certi film. Effetti speciali. Trame verosimili. Un pizzico di nozioni scolastiche mescolate a fantasia qb. No, abbondiamo pure con la fantasia! E con belle riprese. Ed un'eccellente regia. Convincente. Code ai botteghini.
E qualcuno finisce per non distinguere scienza da fantascienza, per scrivere corbellerie nelle verifiche e per convincersi di meritare quel tanto agognato sei, raggiungibile anche con mezzi poco leciti nel mondo reale, alla stregua di quello rappresentato nell'immagine seguente:
E poi questo qualcuno incalza anche all'orale con risposte forse poco appropriate: la Devil-Tower, con i suoi basalti colonnari, si trova nel Wyoming. Giusto. Dov'è il Wyoming? In Cina, ovviamente: Wyo-Ming.
E continua durante la spiegazione. L'argomento del giorno è scritto al centro della lavagna: "App. tegumentario". Subito giunge la domanda: "Ma app è un'applicazione?".
E proseguendo, le cose da conoscere passano in secondo piano, le farloccate salgono sul palco. Si accendono i riflettori e un tifoso della Vecchia Signora, sempre secondo qualcuno, non possiede globuli bianchi ma globuli bianconeri. Sic! Questi ultimi non rilasciano interleuchine, come accade nei comuni mortali: non sia mai, inter...leuchine! Che orrore! No, i globuli bianconeri rilasciano juveleuchine. E qui stendiamo un pietosissimo velo per proseguire oltre.
Domanda: "Prooooof... qual è il migliore farmaco da prendere quando si ha la febbre?"
Risposta: "Quello che ti prescrive il tuo medico".
Domanda: "Ma un medico cura se stesso?"
Risposta: "Diceva William Osler, grande professore della John Hopkins University di Baltimora: un medico che cura se stesso ha un pazzo per paziente".
E poi ancora qualcuno mi cita Luc Montagnier, ovviamente morto a 89 perché ucciso da una cospirazione di Big Pharma, il quale avrebbe predetto che i vaccini causerebbero un'immunodeficienza acquisita analoga all'HIV e che entro pochi anni moriremo tutti di tumori e di leucemie indotte dalle dosi.
La "notizia" (evidenziata come palesemente falsa) è stata pubblicata in cinese e in inglese su Twitter e amplificata da media americani ed europei.
E anche se fosse stata vera, non è perché a parlare sia stato un premio Nobel che bisogna assumere per forza come corretto quello che va affermando.
Per i cattolici, il dogma dell'infallibilità è del papa quando ex cathedra si pronuncia in materia di fede e di morale (ed è sempre una infallibilità fallibile e provvisoria): purtroppo più di qualcuno - anche al di fuori del mondo cattolico - si arroga queste prerogative papali e le fa proprie del ruolo che riveste nel suo piccolo mondo antico - la cattedra all'università, la direzione di un ufficio pubblico o privato, la sede del partito o del circolo, il collettivo rionale, bla, bla, bla.
A proposito di papa: ma perché a dare notizie come queste sono sempre voci che provengono dalle file dell'integralismo religioso di matrice cristiana? "Let us pray to God..." - preghiamo Dio: "A peste, fame et bello: libera nos..." - e fermiamoci là, per favore.
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