Durante il mio breve soggiorno tergestino, ho avuto modo di apprezzare una bellissima mostra su Frida Kahlo (1907-1954), la celebre pittrice messicana dall'esistenza assai travagliata, raccontata recentemente anche in un film che personalmente trovo assai coinvolgente.
Sede dell'esposizione (visitabile fino a luglio) è il magnifico Salone degli Incanti. Preciso: la mostra è "su" Frida Kahlo, non "di". Il percorso racconta infatti la vita e i tormenti della donna più che l'opera della pittrice.
Attraverso una serie di pannelli, al visitatore è permesso di ripercorrere le vicissitudini esistenziali dell'artista e di osservare gli oggetti del suo quotidiano, a cominciare da colori e pennelli...
... per passare alla sedia a rotelle ...
... e al letto, sopra il quale trova posto uno dei tanti busti che ella stessa utilizzava come supporti per dipingere.
Una serie di sculture, esposta sopra un sostegno a forma di Teocalli - la piramide a gradoni mesoamericana - ricorda la cultura e le tradizioni del Messico precolombiano, dominato dal pensiero della morte.
E tra i motti di Frida, scritti a caratteri giganti lungo il percorso espositivo, ecco trionfare un significativo "viva la vida" - che non abbisogna di traduzioni e che dà il titolo all'ultimo quadro, dipinto undici giorni prima di morire.
E poi, pensando alla travagliata storia d'amore con Diego Rivera (1886-1957), suo maestro, amante e marito di ventun'anni più vecchio, ritroviamo anche il frammento seguente:
In un ampio spazio trovano posto i suoi abiti coloratissimi, ispirati alla Tradizione della sua terra, dove si mescolano elementi diversi, spagnoli e aztechi, cristiani e pagani. Mors et vita duello / conflixere mirando...
Molti sono adornati con sontuosi motivi floreali...
... e il tripudio dei colori e delle forme ampie ben si armonizzano con le incantevoli bianche geometrie del Salone liberty progettato nel 1913 da Giorgio Polli (per essere usato come mercato del pesce...).
Tutta la produzione di Frida Kahlo è autoreferenziale e ferma sulla tela i momenti più drammatici della sua vita - come l'incidente sull'autobus, le gravidanze interrotte, i tradimenti del marito - e il rapporto controverso con il suo corpo martoriato.
Al termine del percorso, tra alcuni disegni di Rivera, è possibile ammirare uno di questi autoritratti, in cui Frida si rappresenta bambina, quando desiderando un aeroplanino giocattolo ricette in regalo dalla madre, cattolica anche troppo devota, un costume da angioletto. Così scrive la pittrice in calce al dipinto: Piden aeroplanos y les dan alas de petate (= chiedono aerei e danno loro ali di paglia).
QUI trovate qualcosa in più su Frida. E un ultimo suo pensiero per chiudere il post.
Sempre interessanti i tuoi resoconti di viaggi o di mostre e belle le tue foto. In più, c'è talora un guizzo di ironia che fa pensare.
RispondiEliminaGrazie davvero!