Il viaggio di istruzione a Trieste, che mi ha impegnato dal 20 al 22 aprile, si è concluso con la visita alla Risiera di San Sabba. Del resto vi dirò nei prossimi post; comincio a raccontarlo dalla fine, visto l'approssimarsi del 25 aprile.
L'edificio della Risiera fu costruito alla fine del XIX secolo: al suo interno si realizzava la pilatura del riso. Tale lavorazione è detta anche imbiancatura o sbiancatura ed ha lo scopo di staccare dalle cariossidi il sottile involucro che le circonda (pericarpo e tegumento del seme), trasformando il risone in riso commerciale; in passato si eseguiva in mortai o in grolle, mentre oggi di solito si esegue con un macchine apposite, inventate da ingegneri tedeschi e descritte nei dettagli QUI.
Esso si trova alla periferia della città: oggi è inserito nella zona industriale, tra i capannoni, le case popolari e lo stadio dove gioca la Triestina.
Verso l'autunno del 1938, Mussolini iniziò il suo tour sui luoghi della Grande Guerra, a vent'anni dalla fine del conflitto, proprio da Trieste: con l'occasione inaugurò gli impianti della Raffineria Aquila (sopra, in un incisione d'epoca di Antonio Carbonati), l'abitato di Aquilinia (nato come villaggio per ospitare gli operai dello stabilimento) e - il 18 settembre - tenne il famoso discorso con il quale annunciava le leggi razziali.
Ascoltate, nel video seguente, le sue farneticazioni e spaventatevi di fronte alla piazza delirante che invoca all'unisono: duce! - perché le piazze deliranti possono sempre tornare a riempirsi. Anche oggi. E se chi farnetica teorizza il male, il peggio lo compie chi mette in pratica i deliri altrui.
Tale discorso non poteva che esser fatto da Trieste, città chiamata la Porta di Sion, nella quale è radicata storicamente un'importante Comunità ebraica - come si può leggere QUI, nell'Almanacco de La Nazione del 18 settembre scorso.
Le leggi della vergogna saranno promulgate dal re il 17 novembre, ma erano state preparate da tempo e trovano nel manifesto della razza, firmato da "scienziati" e "intellettuali" (virgolette d'obbligo!), una vergogna ancora più grande. Notate che re, leggi, manifesto e razza sono tutte parole che volutamente scrivo con la minuscola.
Seconda Guerra mondiale. Poi l'armistizio di Cassibile, con la resa incondizionata agli alleati, il 3 settembre; e il proclama di Badoglio che ne annuncia l'entrata in vigore, l'8 settembre. Dieci giorni dopo, il 18 settembre 1943, i nazisti occupano militarmente e amministrativamente il Nord-est italiano.
La Risiera diventa una prigione provvisoria per i militari italiani catturati dai tedeschi; quindi per gli ebrei, rastrellati, spogliati dei loro beni e inviati nei lager dell'alta Austria e della Polonia; infine per i combattenti della Resistenza, rinchiusi in celle anguste (fino a sei prigionieri), torturati e uccisi - spesso a mazzate, oppure con il gas di scarico dei camion o a colpi di fucile. Le urla dei condannati, durante esecuzioni, erano coperte dai latrati dei cani o dalla musica sinfonica diffusa a tutto volume.
I loro corpi erano poi bruciati nel forno dello stabilimento, che fu riadattato e ingrandito; fu costruito un crematorio, attivato il 4.4.44 e poi fatto saltare in aria dai nazisti quando dovettero lasciare Trieste per l'avanzata degli Alleati. Bisognava cancellare le tracce di ogni crimine.
Ma, sotto le macerie, tra le ceneri, c'erano resti umani carbonizzati a testimoniare l'innegabile. Sul muro esterno dell'edificio principale, è ancora visibile il profilo della costruzione - nella quale trovava posto il forno.
Fuori, segnato da lastre d'acciaio, rimane il perimetro dell'edificio, con un canale che porta al punto dove sorgeva la ciminiera. In quello stesso punto, oggi trova posto una scultura in acciaio che ricorda il fumo levarsi dal camino e disperdersi nel vento.
Sulle pareti in cemento armato, molte lapidi ricordano i caduti e gli uccisi; i combattenti e le donne. Ne pubblico la foto di una soltanto.
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