sabato 6 agosto 2022

I piedi di Gen e le gru di Sadako

Come accennavo nel corso di una lezione qualche mese fa, il prossimo 2 dicembre ricordiamo gli 80 anni dall'inizio dell'Era nucleare. Alla fine del 1942, Fermi e collaboratori misero in funzione la prima pila atomica. Compton, in una telefonata rimasta nella storia, affermò che "il navigatore italiano era giunto nel nuovo mondo" e per celebrare l'avvenimento fu stappato un fiasco di Chianti, firmato da tutti i presenti.

Gli sviluppi successivi sono noti: il progetto Manhattan, la prima esplosione sperimentale nel deserto del Nuovo Messico, il 16 luglio 1945, e il primo utilizzo bellico dell'atomica, lanciata dagli americani a Hiroshima il 6 agosto, seguito da un secondo attacco a Nagasaki tre giorni dopo.

Pochi sanno che per giungere a un risultato così importante furono arruolate le migliori menti scientifiche del tempo, tranne una: quella di Einstein.

Anche Feynman, che pure era stato giudicato troppo stupido (sic!) per fare il soldato, fu impiegato nei laboratori dove furono costruite Trinity, Fat Man e Little Boy. Potete vedere "il grassone" e "il ragazzino" nell'immagine sotto.

Per ottenere e purificare gli elementi fissili, separati come fluoruri di uranio, fu perfezionata la chimica del fluoro - che a guerra finita ha trovato molte applicazioni anche nella vita civile: basti pensare al teflon per le padelle antiaderenti o ai materiali con cui si confeziona l'abbigliamento tecnico.

QUI trovate un'approfondita descrizione degli aspetti chimici della costruzione di una bomba atomica come quella lanciata sulle due città giapponesi. 

Gli eventi bellici e l'orrore sono stati raccontati in molti saggi, romanzi, poesie, canzoni, documentari e film di animazione. Ecco il drammatico momento dell'esplosione rappresentato in Gen dai piedi scalzi, di Keiji Nakazawa (1939-2012) - un bambino di Hiroshima, all'epoca dei fatti.

Le immagini seguenti mostrano alcuni luoghi rappresentati nell'anime:

A destra potete vedere la campana suonata ogni anno il 6 agosto alle 8:15 - ora dello scoppio.


In questa foto, a sinistra potete vedere il monumento dedicato a Sadako Sasaki (1943-1955), la bambina dalle mille gru, la cui storia è stata raccontata da vari scrittori: io la lessi nella versione di Karl Bruckner, autore di Il gran sole di Hiroscima

Sadako ha poco meno di tre anni quando vede nel cielo di Hiroshima un bagliore così grande da sembrare un nuovo sole. Ella e suo fratello Shigheo sopravvivono all'esplosione, ma porteranno addosso gli effetti malefici delle radiazioni. La bambina, divenuta adolescente, si ammalerà di leucemia e in ospedale cercherà la guarigione ritagliando mille gru di carta...

In tempi recentissimi, Johanna Honhold ha riscritto la storia di Sadako che possiamo leggere per i tipi di San Paolo in una versione pensata per la scuola media.

Sempre in tempi recenti, nel 2020, è stato dato alle stampe La bomba, fumetto scritto da Didier Alcante e Laurent-Frédéric Bollée per i disegni di Denis Rodier.

Le immagini di quel che resta dopo il disastro le ho catturate durante la trasmissione di un documentario su Focus TV.

Per finire, una canzone, dedicata a un altro protagonista del fatto: il Pilota di Hiroshima. Il brano è probabilmente dedicato al pilota del ricognitore e non del bombardiere.

Non importa: il testo è fortemente introspettivo e mette a tema la coscienza, dimensione fondamentale dell'uomo - politico, militare, scienziato, pilota...

... quella coscienza, che se obietta troppo, trasforma l'uomo in un codardo, un traditore, un imboscato: Dio, patria e famiglia - o chissà quali altri altrui ideali - esigono sacrifici. Degli altri, ovviamente.

Buon fine settimana - e buona Festa della Trasfigurazione!

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