"Sono stanco e ho mal di schiena. Mi chiedo che cosa ci faccio qui. Imparo sempre di meno e mi sforzo sempre di più per andare avanti.
Ho voglia di calma, di godere di quel che ho accumulato nella memoria e da quella ricavare gli ultimi fili da torcere. Parto di nuovo per una destinazione sconosciuta, un posto dove non sono mai stato e in cui non andrò mai più. Forse ci vado solo per questo; ma vale ancora la pena?
Avrei voglia di essere a Orsigna a godermi la nuova gompa, a passeggiare, a sentire l’estate e a ricordarmi tutte quelle del passato che non passeranno più che nei miei ricordi.
Torno in casa con la scusa che debbo scrivere le impressioni di ieri. Le impressioni sono solo: basta. Bisogna che smetta di correre dietro al nuovo e mi metta a godere del vecchio che ho messo da parte".
Questo brano è stato tratto da "Un'idea di destino", pubblicato nel 2014 per i tipi di Longanesi, a dieci anni dalla morte, e presentato ampiamente da Rai 5 nel seguente speciale "In scena".
Dalla quarta di copertina: "Cosa fa della vita che abbiamo un'avventura felice?" si chiede Tiziano Terzani (1938-2004) in quest'opera, che racconta con la consueta potenza riflessiva l'esistenza di un uomo che non ha mai smesso di dialogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi.
In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce in questi diari il Terzani uomo, padre, marito.
Scopriamo così che l'espulsione dalla Cina per "crimini controrivoluzionari", l'esperienza deludente della società giapponese, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Asia centrale, India, Pakistan non furono soltanto all'origine delle grandi opere che tutti ricordiamo.
Furono anche anni fatti di dubbi, di nostalgie, di una perseverante ricerca della gioia, anni in cui dovette talvolta domare "la belva oscura" della depressione.
E proprio attraverso questo continuo interrogarsi, Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall'autore stesso, fino al suo ultimo commovente scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c'è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma.
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