domenica 28 agosto 2022

Sine Caritate...

L'esperienza della pandemia e le misure che sono state attuate per contenerla hanno cambiato tante cose anche nel mio piccolo, a cominciare dal personalissimo modo di vivere la dimensione religiosa.

Da un lato mi ha sconcertato il dilagare di messaggeri divini in ogni parte del mondo che scoraggiano la vaccinazione come fosse un'opera demoniaca, al pari del virus: ne avevo già detto QUI

Niente di nuovo, da decenni si trovano persone refrattarie alle vaccinazioni (non solo a quella per il covid) che giustificano con motivazioni di ordine religioso (cristiano o non cristiano, non importa) il loro rifiuto a questa pratica. Ne prendo atto anche in questa occasione e auspico sia concesso loro il diritto di scegliere e il dovere di essere coerenti con la scelta fatta in libertà e coscienza, qualsiasi essa sia.

Mi ha sconcertato ancora di più l'eliminazione dell'acquasantiera dalle chiese e la mancata possibilità di ricevere l'Eucaristia in bocca, anziché sulla mano, come è stato imposto oggi cogliendo al balzo l'occasione della pandemia per imporre un costume che personalmente non condivido. 

A questo punto, se il motivo è evitare il contagio, meglio rimanere a casa e guardare la celebrazione in televisione o in streaming: niente assemblea liturgica, niente assembramento, niente possibilità di trasmissione di patogeni. Chiaro, niente obolo all'offertorio per le necessità parrocchiali: non importa, il mio non contava nulla e non faceva di certo la differenza - il mio, che non viene dal figlio di una famiglia bene, di tradizione cattolica e basabanchiera

Niente più segno della pace: meglio così, direbbe Pirandello, che definiva l'educazione quella cosa che ci insegna a dire buongiorno a persone che manderemmo volentieri al diavolo, trasformandoci tutti in commedianti. Così è: l'uomo, la bestia, la virtù

Che cosa rimane? Certamente nessuna nostalgia di quella dimensione talmente comunitaria - che parebbe quasi comunista - alla quale è stato ridotto negli ultimi tempi un certo modo di vivere un'interpretazione troppo sociale del cattolicesimo. 

Tutto è stato sacrificato sull'altare della comunità, dimenticando che Dio chiama per nome i suoi figli e li manda nel mondo per non essere del mondo; e dimenticando che Dio scrive nel libro della vita il nome di ogni singolo fedele, non l'indirizzo della canonica, del convento o del vescovado cui fa riferimento la comunità. Liber scriptus proferetur...


Ma c'è (da secoli) la divisione territoriale e alle funzioni bisogna andare nella chiesa del luogo dove si vive (più precisamente: dove si conserva la residenza), al di là della storia personale di ognuno e della sensibilità di ciascuno. 

Se fosse in virtù di questa appartenenza territoriale (che conserva il lezzo di un feudalesimo mai sopito nell'istituzione: ricordiamo che pieve deriva da plebem e nel diritto longobardo designava il luogo, retto da un sacerdote con compiti amministrativi, dove i sudditi andavano a pagare i tributi), io non mi sarei minimamente interessato della dimensione spirituale: probabilmente sarei un indifferente, un lontano o uno dei tanti (sempre di più) che hanno fatto domanda di sbattezzo. Ho anche scaricato il pdf del modulo sul desktop del pc.

Ho fatto altre esperienze, in contesti differenti, che mi hanno indotto a confrontarmi con la dimensione religiosa - anche con quella istituzionale, che vorrebbe costringermi ad affermare convintamente che la parrocchia è il solo luogo dove la fede nasce, al fonte battesimale, cresce e trova pieno compimento. 

Mi dispiace, no. Non ho bisogno di questo: anzi, ringrazio l'esperienza della pandemia che mi ha permesso di alleggerirmi di questa zavorra, di questo giuridismo senza carità che vede solo anagrafe, registri e bilanci, senza guardare oltre, al vissuto concreto delle persone, al loro sentire, alle loro attese e alla bellezza animata da un qualcosa che trascende le miserie umane.

Scriveva il sacerdote don Dolindo Ruotolo:

Se tu vedessi quale gloria circonda l'Altare di Gesù mentre si celebra la Santa Messa non ne perderesti una sola. Quale ricchezza ! Gesù si immola, il Cielo si apre, piove non la manna ma la grazia, e si ferma nell'anima tua come rugiada di pace e di amore.

Assisti a tanti spettacoli terreni, che depositano in te infezioni di morte, e non assisterai alla Santa Messa? Satana ti da un senso di pigrizia quando devi andare in Chiesa, perché è invidioso del tuo bene. Non ti far vincere da satana.


Premesso che non sono un nostalgico del canto gregoriano e che a me va benissimo anche il rito più breve di Paolo VI, mi chiedo quando mai abbia sentito oggi un prete predicare così, con tanto mistico fervore, di fronte alla Liturgia, finestra che si apre e lascia filtrare la luce della grazia a illuminare le tenebre del peccato e della tentazione. Del diavolo, spauracchio di tempi andati, i preti moderni non parlano e non vogliono sentir parlare; i preti di una volta hanno parlato forse troppo e talvolta un po' a sproposito - e quindi si giunge agli eccessi di cui in apertura al post. 

Però sentir commentare i bollettini demografici, guardare al fatto di allevare cani e gatti, predicare sul vaccino, pregare per evitare il contagio dal virus - quando la Chiesa si dovrebbe occupare delle anime, dei bisogni spirituali e dei beni eterni - è avvilente e demotivante. Questo tuttavia è, nella chiesa del uattanciùSan Pio X affermava che una chiesa troppo aperta non fa entrare chi è fuori ma fa scappare chi è dentro.

A proposito di Pio X, per concludere il post, ecco in sintesi alcune formule: stavolta non delle mie abituali formule chimiche si tratta, ma di religione, tratte dall'appendice al Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica - con qualche integrazione ripresa dal vecchio catechismo, sempre troppo chiaro ed attuale, specie in queste settimane. 

Esse riassumono i lineamenti essenziali di ciò che un cattolico dovrebbe conoscere, fare, sperare e vivere per dirsi tale. Convertitevi e credete: così iniziava la predicazione del Nazareno. 

Leggendole, non ci troviamo cani e gatti, statistiche e tematiche ambientaliste o altre cose di moda oggi: quelle sono lasciate a chi si occupa con competenza (e non a sentimento) dei bisogni materiali e del bene comune.

A queste formule, ne aggiungerei una sola, che premetterei a tutte, forse suggestionato dalla lettura di un libro (In mezzo scorre il fiume, di Norman Maclean) concepito non in contesto cattolico ma presbiteriano: God is love, Dio è amore (1 Gv 4,16). Quello conta. Le rubriche e i canoni vengono dopo: ma come ho detto e ripetuto, di religione non mi occupo più da tempo e non credo che tornerò ad occuparmene. Non sum dignus - quomodo miles et piae mulieres dixerunt.


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.


I misteri principali della Fede cristiana

1. Unità e Trinità di Dio.

2. Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di NSGC.


I due comandamenti di carità

1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.

2. Amerai il prossimo tuo come te stesso.


La regola d'oro (Mt 7,12)

Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.


I dieci comandamenti

 Io sono il Signore Dio tuo:

1. Non avrai altro Dio all'infuori di me.

2. Non nominare il nome di Dio invano.

3. Ricordati di santificare le feste.

4. Onora il padre e la madre.

5. Non uccidere.

6. Non commettere atti impuri.

7. Non rubare.

8. Non dire falsa testimonianza.

9. Non desiderare la donna d'altri.

10. Non desiderare la roba d'altri.


Le Beatitudini (Mt 5,3-12)

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male

contro di voi, per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.


I cinque precetti della Chiesa

1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni.

2. Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno.

3. Ricevere il sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua.

4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa.

5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità.


 Le tre virtù teologali

1. Fede

2. Speranza

3. Carità


Le quattro virtù cardinali

1. Prudenza

2. Giustizia

3. Fortezza

4. Temperanza


I sette doni dello Spirito Santo

1. Sapienza

2. Intelletto

3. Consiglio

4. Fortezza

5. Scienza

6. Pietà

7. Timor di Dio


I dodici frutti dello Spirito Santo

1. Amore

2. Gioia

3. Pace

4. Pazienza

5. Longanimità

6. Bontà

7. Benevolenza

8. Mitezza

9. Fedeltà

10. Modestia

11. Continenza

12. Castità


Le sette opere di misericordia corporale

1. Dar da mangiare agli affamati.

2. Dar da bere agli assetati.

3. Vestire gli ignudi.

4. Alloggiare i pellegrini

5. Visitare gli infermi.

6. Visitare i carcerati.

7. Seppellire i morti.

 

Le sette opere di misericordia spirituale

1. Consigliare i dubbiosi.

2. Insegnare agli ignoranti.

3. Ammonire i peccatori.

4. Consolare gli afflitti.

5. Perdonare le offese.

6. Sopportare pazientemente le persone moleste.

7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.


I sette sacramenti

1. Battesimo

2. Penitenza

3. Eucaristia

4. Ordine Sacro

5. Matrimonio

7. Unzione degli infermi


I sette vizi capitali

1. Superbia

2. Avarizia

3. Lussuria

4. Ira

5. Gola

6. Invidia

7. Accidia


I peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio

1. Omicidio

2. Peccato impuro contro natura

3. Oppressione del povero

4. Defraudare il lavoratore della giusta mercede


I peccati contro lo Spirito Santo

1. Disperazione della salvezza

2. Presunzione di salvarsi senza merito

3. Impugnare la verità conosciuta

4. Invidia della grazia altrui

5. Ostinazione nei peccati

6. Impenitenza finale


I quattro novissimi

1. Morte

2. Giudizio

3. Inferno

4. Paradiso

3 commenti:

  1. Per quanto abbia frequentato assiduamente in gioventù un gruppo parrocchiale, mi sono sempre sentita libera dal vincolo di quella appartenenza territoriale di cui parli. Attualmente, pur abitando in Lombardia, sono legata da anni agli incontri biblici che si tengono al Priorato di Saint Pierre in Val d'Aosta. Lì, trovo uno stile con cui mi sento in sintonia e, del resto, lo Spirito soffia dove vuole, LIBERO dalle nostre divisioni burocratiche!.
    Relativamente poi al tuo ultimo post, ho letto anch'io quasi tutti i libri della Valtorta e li ho apprezzati.
    Grazie!.

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    1. Gentile Annamaria, grazie per il passaggio e per il commento, che mi fa sentire meno solo. A dir la verità, in relazione a questo post ho ricevuto anche altre approvazioni (via email o anche oralmente). Il confronto è importante ed è ancora più importante prendere atto che lo Spirito soffia dove vuole, come scrivi tu. Ne prendesse atto anche la gerarchia, forse correrebbe il rischio di guadagnare qualche anima in più: d'altronde, la Chiesa dovrebbe esistere per questo, nelle intenzioni di chi l'ha fondata, non certo per gestire patrimoni immobiliari - anche se talvolta possono risultare utili.
      A proposito dell'ultimo post: hai ascoltato il brano di Duruflè?

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  2. Sì, ho ascoltato l' "Ubi caritas" di Duruflé che fonde l'antico gregoriano con sonorità più moderne, almeno così mi pare. Magnifico e splendida l'interpretazione che hai scelto.
    Ancora grazie!

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