venerdì 11 novembre 2022

Da un Martino all'altro...

Oggi, San Martino, patrono della città di Belluno, sono a casa. Il lavoro comunque non mi manca: compiti da correggere e lezioni da preparare mi aspettano. Prima però voglio spendere qui due parole parlandovi di un altro Martino: non del santo di Tours, celebrato oggi, e nemmeno dell'omonimo riformatore di Eisleben - non mi occupo di religioni da tempo e lascio questo ambito ad altri. Il Martino cui accennerò in questo post è certamente tedesco (come Lutero), ma si tratta del chimico che per primo isolò l'uranio dalla pechblenda

Martin Klaproth (1743-1817), figlio di un sarto, dopo aver frequentato le scuole si impiegò come apprendista presso una farmacia della sua città natale, Wernigerode. Ottenuto il titolo necessario, lavorò come farmacista privato fino al 1782, quindi fu assistente farmacista presso l'Ober-Collegium Medicum di Berlino, incarico che lasciò nel 1787 per iniziare ad insegnare chimica all'Accademia di artiglieria. Nel 1788 divenne membro dell'Accademia delle Scienze e nel 1800 direttore della stessa. Nel 1810 fu nominato professore di chimica presso la neonata Università di Berlino.

Pur esercitando per gran parte della sua vita la professione di farmacista, si dedicò a studi e ricerche nei campi della mineralogia e della chimica sotto la guida di Valentin Rose. Si oppose alla teoria del flogisto, e fu favorevole alla corrente più moderna iniziata da Lavoisier; infatti, Klaproth fu il primo a diffondere in Germania le nuove concezioni antiflogistiche di Lavoisier. 

Proprio in relazione alla controversia tra le due posizioni, egli indagò intensamente i fenomeni della calcinazione dei metalli e della combustione, con metodologie che ne fecero il fondatore della chimica analitica. Sua è l'intuizione del principio fondamentale dell'analisi gravimetrica per via secca, con la calcinazione del campione a peso costante.

Eseguì anche una serie di analisi minerali, e scoprì numerosi elementi, come lo stronzio, lo zirconio, l'uranio, il cerio e il titanio; fu anche il primo a studiare il tellurio. Per tutti questi motivi, alla fine della sua carriera era considerato il chimico più illustre della Germania di inizi Ottocento.

Concludo il post con alcune slide sull'uranio reperite in rete, con qualche informazione utile anche a scopo didattico.



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