Anche quest'anno è stata celebrata la giornata mondiale del diabete, il 14 novembre scorso: ad esso ho dedicato una breve lezione nel pomeriggio di lunedì, prima di ritornare a casa e scoprire che avevo contratto l'influenza.
Non voglio soffermarmi tuttavia sul diabete, in questo post: sul web c'è tanto da leggere e vi lascio cercare volentieri notizie altrove.
In precedenza, ho già raccontato qualche notizia sul pancreas - ad esempio QUI, un organo che mi affascina per la sua complessa biochimica, che si esplica nella duplice funzione, endocrina (produce ormoni, come l'insulina, coinvolta nel diabete) ed esocrina - che ci porta alla scoperta del protagonista di questo post.
Questa grossa ghiandola produce il succo pancreatico per la digestione, riversato nel duodeno attraverso il dotto di Wirsung, il quale termina (con il coledoco che reca la bile dal fegato e dalla colecisti) nell'ampolla di Vater. La regolazione del passaggio del succo pancreatico (e della bile) nel duodeno è attuata dallo sfintere di Oddi, oltre che da sfinteri siti nei dotti stessi.
Ruggero Oddi (1864-1913): a lungo dimenticato in patria ma per la sola scoperta dello sfintere ritenuto esser stato un brillante anatomista e fisiologo. Egli si guadagnò la fama all'età di soli 23 anni con l'identificazione dello sfintere che da lui prese il nome; poi condusse una vita tumultuosa, piena di lutti e tragedie, culminata in una morte solitaria mentre era esiliato in terra straniera.
Solo nel 1984 Oddi, fu celebrato nella sua città natale, Perugia, con un monumento. Passiamo ora in rassegna la vita di questo collaboratore dell'anatomia moderna.
https://www.researchgate.net/publication/5942785_Ruggero_Ferdinando_Antonio_Guiseppe_Vincenzo_Oddi
LA VITA. Ruggero Oddi nacque da una famiglia modesta nella cittadina di Perugia. Giovane studente di medicina, identificò lo sfintere e ne caratterizzò inoltre le proprietà fisiologiche.
Alla giovane età di 29 anni, fu nominato direttore dell'Istituto di Fisiologia di Genova, ma una dipendenza da stupefacenti e alcune scorrettezze fiscali lo portarono ad essere sollevato da questa posizione eminente nella fisiologia italiana.
Successivamente cercò lavoro come medico nel Servizio coloniale belga e trascorse brevemente del tempo in Congo. Il deterioramento del suo stato fisico e il suo uso di Vitaline, un preparato omeopatico, hanno segnato la fine della sua carriera medica.
Per ragioni che non sono chiare, si è poi recato nell'Africa sahariana, dove è morto in Tunisia.
Negli ultimi 50 anni, l'uso di una sofisticata metodologia ha consentito di delineare aspetti dei meccanismi di regolazione neurale e ormonale dello sfintere. Il suo ruolo esatto in patologia non è stato determinato, sebbene sia stata suggerita la sua relazione con l'entità presunta della dis-cinesia biliare.
Sia lo sfintere sia la vita del suo scopritore celano ancora molti interrogativi a cui rispondere.
LO STUDIO. Nell'ultimo articolo che richiamo è presentato un breve resoconto di teorie, metodi e dati sperimentali formulati e realizzati oltre un secolo fa da Ruggero Oddi, allora studente del 4° anno in medicina, in merito all'identificazione dello sfintere del dotto biliare comune.
Ne emerge un quadro storico che porta a pensare che Oddi non solo abbia scoperto lo sfintere del dotto biliare, ma abbia anche descritto la dilatazione del dotto biliare dopo colecistectomia ed eseguito per la prima volta la manometria biliare. Si citano anche il ruolo della serendipità e il contributo quasi sconosciuto di Arturo Marcacci (1855-1915), il “maestro” di Oddi.
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1440-1746.2008.05417.x
Nessun commento:
Posta un commento