Ho premesso alcune osservazioni di Giorgio Agricola (1494-1555), che nel De Re Metallica descriveva come i minatori di Joachimstal, in Boemia, si ammalassero a causa di spiriti maligni che infestavano l'aria: QUI il compianto professor Nebbia associa tali spiriti alla presenza del radon.
Nelle miniere boeme, i minatori cavavano argento, presente in mezzo a una roccia scura che scartavano. Da questa roccia scura oltre duecento anni più tardi Martin Klaproth (1743-1817) isolò l'uranio (scoperto nel 1789). Dalla medesima, nel 1898 Marie e Pierre Curie isolarono polonio e radio.
Ho raccontato il resto della storia ponendo l'accento sull'importanza di una buona scuola e di una severa formazione: quella di Thompson (scopritore dell'elettrone) a Rutherford (lo scopritore del nucleo atomico e del protone) e di ques'ultimo ai suoi allievi Moseley (che introdusse il concetto di numero atomico), Soddy (che introdusse il concetto di isotopo) e Chadwick (lo scopritore del neutrone). Quella di Enrico Fermi e dei ragazzi di via Panisperna. Quella dell'Istituto del Radio a Parigi o di Otto Hahn a Berlino.
La storia non è a lieto fine, com'è noto. Speriamo si fermi là, che non continui e che i rintocchi di ogni 6 agosto alle 8.15 presso il parco della pace ad Hiroshima risuonino come un monito al mondo intero: mai più.
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