Come ricordavo qualche giorno fa, anche quest'anno sono ritornato a Bassano del Grappa, ridente cittadina veneta in provincia di Vicenza.
Dopo la visita al Museo degli alpini e prima della breve pausa pranzo, la mattinata si è conclusa con una puntata al Museo Poli, dedicato all'antica arte della distillazione e alla fabbricazione della grappa.
Il termine distillazione deriva dal latino stilla = goccia; esso è impiegato per designare una tecnica, assai antica, utilizzata per separare i componenti di una miscela sfruttando i diversi punti di ebollizione di ciascuno.
Semplificando un po' il discorso, somministrando calore alla miscela contenuta in un recipiente, chiamato cucurbita, il componente che bolle a temperatura più bassa passa allo stato di vapore.
I vapori che si formano sono raccolti sulla sommità della cucurbita da uno speciale coperchio, detto elmo, che li convoglia attraverso un tubo nel quale condensano e si raccolgono, goccia a goccia, in un apposito recipiente.
La pratica della distillazione si perde nella notte dei tempi: era sicuramente nota ai cinesi, agli indiani, probabilmente anche agli egiziani.
Gli arabi (su tutti i nomi di Rhazes e Geber) furono i primi a distillare il petrolio e a ottenere il cherosene; oppure ad adoperare questa tecnica per preparare l'alcool e gli acidi minerali.
Alcool deriva da un termine arabo che si potrebbe tradurre in italiano con "il leggero", "lo spirito"; e spiriti erano chiamati dagli alchimisti molti preparati ottenuti per distillazione. Così l'acido solforico, spirito del vetriolo; l'acido cloridrico, spirito del sale marino; l'acido nitrico, spirito del nitro; il metanolo, spirito del legno; l'etanolo, spirito del vino; etc.
Al nostro etanolo - in miscela con acqua e aromi a circa il 40% in volume - era dato anche il nome di aqua vitae, acqua di vita, da cui il termine acquavite, prodotta in terra veneta già nel XV secolo. Così un medico del tempo ne decantava le virtù:
Per rettificare questi spiriti, gli alchimisti avevano escogitato il modo di farne passare i vapori attraverso percorsi tortuosi che assumevano le forme di anse e di serpentine, sempre più strette e intricate, come abbiamo visto parlando dell'alambicco del Biringuccio, ricostruito all'interno del museo, di cui dissi QUI. Quell'alambicco lo si ritrova anche al centro della scena nel celebre dipinto di Stradano, La bottega dell'alchimista, del 1570.
In una sala del museo dove erano conservati apparecchi più moderni, due grandi tavole murali celebravano i distillati da tutto il mondo: solo la grappa, tuttavia, è realizzata a partire da una materia prima solida, le vinacce. Distillando direttamente il vino, si prepara invece il brandy - e il cognac, in certe regioni della Nuova Aquitania - Francia occidentale.
Nel 1618, all'inizio della Guerra dei Trent'anni, con il blocco del commercio del vino nei paesi protestanti, cominciò in questi territori la distillazione dei cereali.
Il genever o jenever è un distillato di malto, segale e mais aromatizzato al ginepro; ha origine nelle Fiandre ed è considerato l'antenato del gin inglese.
Per distillazione delle melasse fermentate, ai Caraibi si otteneva il rum (o rhum o ron): i francesi preparavano il Martinique nell'omonima isola.
Oltre alla distillazione semplice, descritta finora, esistono altre tecniche che perfezionano il principio del catturare i vapori generati per ebollizione e condensarli per restituirli allo stato liquido. Tra queste:
- distillazione frazionata, adottata ad esempio per separare i vari idrocarburi che costituiscono i petroli;
- distillazione in corrente di vapore, usata nella moderna distillazione industriale della grappa o nella preparazione di oli essenziali;
- distillazione azeotropica, impiegata per separare un azeotropo (es. miscela acqua-etanolo, benzene-toluene), aggiungendo un terzo componente che smista i due;
- distillazione estrattiva, attuata aggiungendo un solvente inerte e poco volatile che modifica la volatilità dei componenti da separare, con successivo riciclo del solvente;
- distillazione distruttiva, praticata ad esempio sul legno o sul carbone fossile per ottenere coke, catrame e materiali volatili - gas di cokeria, idrocarburi aromatici, etc.
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