domenica 11 giugno 2023

Per chi suona la Campanella?

Per chi suona la campanella? No, non mi riferisco al celebre brano di Paganini - trascritto per pianoforte da Liszt nella virtuosa versione che possiamo ascoltare nel video sottostante.

Mi riferisco alla campanella che scandisce il ritmo della vita scolastica: l'inizio e la fine delle lezioni, gli allarmi in caso di incendio o di terremoto, il succedersi delle interminabili ore (e qua ci starebbe bene un'altra citazione musicale, con la famosa danza di Ponchielli ad esse dedicata che riservo per un altro post). 

Il suono di questo segnalatore acustico è certamente meno gradevole di quello del pianoforte: però ormai fa parte del quotidiano mio e di quanti operano nella scuola. Esso si contrappunta al tono delle spiegazioni, a qualche urlo (avete presente il sergente Hartmann?) per mettere in riga certi discenti, ai lunghi ed eloquenti silenzi di certe interrogazioni, al brusio continuo delle vecchierelle che recitano il rosario in ultima fila: e l'orchestra si arricchisce poi con gli squilli delle trombe di chi ha mangiato troppi fagioli a cena e con i fiati di chi digerisce rumorosamente l'ennesimo panino divorato di soppiatto. E giù ancora note - non musicali, stavolta.

Alla fine dell'anno scolastico, quest'anno ho ascoltato pure un coro: forse il più commovente (almeno per me) che abbia mai udito. Certamente, le voci dei ragazzi di quinta erano intonate e tenevano il tempo, invocando il "coordinatore" (di classe) per i corridoi: lo hanno trovato seduto alla scrivania in aula insegnanti, intento a chiudere gli ultimi registri. 

Che dire? Dopo cinque anni, sebbene interrotti dalla pandemia e dalla dad, quei ragazzi hanno imparato davvero a "cantare" insieme: venti cuori che battono all'unisono con un impeto che ricorda il Verdi dell'Ernani e del leon di Castiglia che si ridesta. Se avessero imparato così anche la matematica o la letteratura, la filosofia o la chimica, quei ragazzi potrebbero rivoluzionare il mondo: a loro, anche da qui, accordo ogni benedizione per l'esame conclusivo e soprattutto per il dopo. Che sia più bello di come lo immaginano e lo desiderano. 

Bene. Chiudo il vissuto quaderno pure io e lo ripongo sulla libreria insieme ai testi e ai fascicoli degli scorsi anni: l'anno scolastico è terminato. Basta lezioni, basta verifiche, basta giustificazioni, basta collegi: riprenderemo tutto a settembre.

Ora è tempo di rilassarsi, di studiare e di aggiornarsi: sbocciano i fiori in giardino, crescono i pomodori nell'orto, spuntano le erbacce da rimuovere e tra tutto questo artropodi, rettili, anfibi, uccelli e piccoli mammiferi animano la vita di un piccolo ecosistema da osservare - visto che di più grandi non potrò vederne per un bel po'.  

1 commento:

  1. Che belli i tuoi ragazzi che cantano in coro! L'ultimo giorno di scuola è momento di bilanci, ma spesso anche di commozione!
    Grazie!

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