venerdì 2 giugno 2023

Ricordo di Firenze (II)

In questa seconda parte del mio ricordo di Firenze, rievoco alcuni aspetti civili, partendo con un tentativo di notturno da Palazzo Vecchio, colto da piazza della Signoria.


Dentro il palazzo, una lapide ricorda che il Granduca Pietro Leopoldo, sovrano illuminato, nel 1786 cancellò la pena capitale: e questo per la prima volta nella storia europea.


Dalla loggia del palazzo, ecco una bella vista dei tetti della città, in direzione della Basilica di Santa Croce, che accoglie la tomba di Galileo e le altre urne dei forti cantate dal Foscolo nei Sepolcri.


Dentro il palazzo, una serie di ambienti austeri celebrano la grandezza del Duca (e poi Granduca dal 1569) Cosimo de' Medici.


Molto raccolta è la cappella della granduchessa Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo: bellissime sono le decorazioni realizzate da Agnolo Bronzino.


All'esterno del palazzo, una lapide e una targa riportano le parole di Piero Calamandrei (1889-1956), politico fiorentino, giurista e membro dell'assemblea costituente della Repubblica Italiana. Ricordarlo proprio oggi, 2 giugno, mi sembra quantomeno doveroso. Ecco la lapide: 


Ed ecco la targa:


A Calamandrei è dedicata anche una piazzetta nel centro della città:


Non molto distante da Palazzo Vecchio si trova via dei Georgofili, dove trent'anni fa l'intera città di Firenze (e con essa l'Italia tutta) fu oggetto di un attentato. La mia prima volta a Firenze fu proprio la settimana successiva: ero nella classe terminale delle scuole medie e i miei genitori mi portarono, aderendo a un viaggio organizzato da un'associazione di cui facevano parte.


Le immagini mostrano il luogo ove esplose, all'una e quattro minuti nella notte del 27 maggio 1993, un autoveicolo imbottito con 277 chilogrammi di esplosivo.


La lapide riporta anche i versi - profetici - di una piccola poetessa... 


... e poco più in là il monumento, opera dello scultore Andrea Roggi, che rappresenta l'Albero della Pace, inaugurato il giorno 14 settembre 2021.


Ecco infine la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili che dà il nome alla via.


Un momento di raccoglimento e di riflessione è doveroso: ma il tragitto da percorrere è ancora lungo.


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