lunedì 1 gennaio 2024

... pace?!

Pace! Oggi per i cristiani cattolici di tutto l'orbe terracqueo è la Giornata mondiale della Pace, fortemente voluta da Papa Paolo VI che la istituì nel 1967; non va confusa con la Giornata internazionale per la Pace, istituita dall'Assemblea generale dell'ONU nel 1981 e celebrata invece il 21 settembre.

La pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace.

Così scriveva Paolo VI nel suo discorso per il 1° gennaio 1968, quando la Chiesa rinnovata dal Concilio Vaticano II celebrava per la prima volta la sua Giornata mondiale della Pace, in concomitanza con la solennità della Divina maternità di Maria, la Madre di Gesù appellata dai cattolici anche come Regina della Pace.

Inutile dire che si può celebrare la pace a capodanno quanto si vuole, ma sarebbe ben più importante costruire la pace ogni giorno dell'anno, realizzando quanto il papa ricordava sopra: ordine, serenità, letizia, fraternità, libertà, speranza, lavoro, progresso, benessere per tutti.

Qualcuno liquida sbrigativamente le scomode parole del santo Pontefice ricordando e opponendovi il motto latino: si vis pacem, para bellum e crede che la pace si costruisca e si mantenga solo con le armi - tanto a impugnarle sono sempre gli altri, obbligati a credere, obbedire, combattere e... morire

Chi per la gloria muor, vissuto è assai - si udiva cantare nell'opera Caritea, regina di Spagna di Mercadante, in un coro (Aspra del militar, ascoltatelo nel video sopra) ripreso dai risorgimentali, che sostituivano gloria con patria

Ma Paolo VI ricorda che i cristiani credono nel Signore della vita: Dux vitae, mortuus, regnat vivus - si canta nella sequenza di Pasqua. Ovviamente Dux (dal latino: guida, condottiero) si riferisce a Gesù Cristo: non sia equivocato!

Leggiamo intanto il Vangelo di Luca (XIV, 31-32) nella traduzione interconfessionale in lingua corrente:

Se un re va in guerra contro un altro re, che cosa fa prima di tutto? Si mette a calcolare se con diecimila soldati può affrontare il nemico che avanza con ventimila, non vi pare? Se vede che non è possibile, allora manda dei messaggeri incontro al nemico; e mentre il nemico si trova ancora lontano gli fa chiedere quali sono le condizioni per la pace.

La pace tra le nazioni è anche frutto di opportunità e di calcolo politico, se intesa solamente come assenza di conflitto, e come tale è presieduta da chi esercita per libera e onorevole scelta il mestiere delle armi

Forse qualche capo di stato dovrebbe familiarizzare di più anche con i sacri testi, così traboccanti di eterna saggezza. Ah già, sia Zelenski sia Netanyahu, ad esempio, non sono cristiani (nemmeno io, nel senso corrente del termine) e non leggono il Vangelo: ma anche loro a morire per la loro vaterland mandano gli altri, come sempre è accaduto da quando i servi della gleba dell'Ancien Regime sono diventati cittadini degli Stati moderni.

Se oggi la Chiesa cattolica, forse l'unica agenzia morale ancora rimasta nell'Occidente in decadenza, avesse davvero una guida orante e traboccante di autentico Spirito (quello Spirito invocato oggi col canto del Veni Creator) che gridasse al mondo rivolgendosi non tanto ai governanti (come fece Benedetto XV durante la Grande Guerra) quanto a tutti i popoli e a tutte le genti, dicendo ai cittadini: "Rifiutate le armi! Non vestite l'uniforme! Non salutate labari e stendardi! Vostro unico vessillo sia la Croce di Cristo, spes unica, salus mundi et gloria!" - allora si che forse potremmo auspicare il realizzarsi della Pace vera, quella che ogni uomo e ogni donna di buona volontà desiderano nel suo cuore e che porta i frutti ricordati da Paolo VI. 

Purtroppo la realtà è notoriamente ben diversa. E allora come termina la storia? Essa finisce al solito modo: con madri, mogli, sorelle e fidanzate che da qualche parte nel mondo piangono i loro uomini in guerra; con figli e figlie che rischiano di crescere senza padri; con i renitenti che vengono maledetti come imboscati e vigliacchi e fatti oggetto di coercizione e violenza nelle carceri dove sono rinchiusi, se non riescono a fuggire in esilio; con le comunità dei paesi per ora non belligeranti che frullano parole a vuoto, giusto per compiere riti - laici o religiosi - privati del loro significato in ossequio a precetti dettati dalla consuetudine. Per concludere, alla consuetudine stavolta chino il capo anch'io, augurandoVi, o lettori abituali ed occasionali, un buon 2024... 

... ma vi lascio con un ultimo pensiero di gratitudine per quanti questa notte hanno lavorato; e anche con un'immagine che controbilancia quella di apertura: in cima la Madre che abbraccia il Figlio, in fondo un padre che abbraccia sua figlia. Ambedue le situazioni esprimono affetto e benevolenza e si collocano geograficamente nella Terra Santa, anche se a più di duemila anni di distanza l'una dall'altra. Quanti giri dovrà fare ancora il nostro pianeta attorno al sole prima che impariamo a vivere nella vera Pace?

1 commento:

  1. Grazie del bellissimo post e di questi auguri toccanti che ricambio di cuore . Avevi ragione, il blogroll è andato a posto!!!
    Buon Anno!!!!

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