Tredici agosto. Una data che rimarrà in evidenza sul calendario e che sarà celebrata d'ora in poi nel ricordo di un chirurgo d'urgenza diventato costruttore di Pace.
Secondo un racconto che ha tutto il sapore di un aneddoto moraleggiante, l'antropologa statunitense Margaret Mead (1901-1978) disse che la civiltà nacque quando qualcuno ha cominciato a prendersi cura dell'altro con un femore rotto: nel regno animale, un individuo con una gamba rotta è preda facile. Una gamba guarita significa che qualcuno è rimasto accanto, ha difeso, nutrito ed aiutato.
Il dottor Strada è andato ben oltre al femore rotto: ha curato persone dilaniate da ordigni fabbricati qui, nei paesi occidentali - Italia inclusa; bambini con le mani spappolate dai pappagalli verdi (questo il titolo di un suo libro, in cui racconta la sua vita di medico in prima linea), ragazzi senza arti, senza occhi, senza volto...
In questi giorni, mentre truppe di vari paesi lasciano l'Afghanistan e leggiamo le notizie in merito al ritorno del controllo talebano in molte aree del paese, rileggiamo questo pensiero.
E continuiamo con un monito che risuona severo, sia per chi fabbrica e commercia strumenti di morte, sia per i collettivisti da salotto che reggono le sorti dell'Unione Europea, sia per i populisti da battigia che ravvivano il fuoco di vecchi nazionalismi mai sopiti del tutto.
La diagnosi del medico giunge lapidaria:
E infine due parole per casa nostra, sempre più vuota e povera (non solo economicamente, ma demograficamente e anche più povera di valori ed ideali), ci aiutino a riflettere, soprattutto di fronte all'emergenza che tutti stiamo vivendo:
Luigi "Gino" Strada (1948-2021), medico, chirurgo; e ancora attivista del Movimento Studentesco, filantropo e fondatore di Emergency; tifoso (non sfegatato) dell'Inter.
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