Afghanistan. All'indomani dal ritiro delle truppe NATO dai territori e delle conseguenze di ciò, un telegiornale nazionale ha mandato in onda un interessante servizio - ho scattato alcune delle seguenti foto allo schermo mentre andava in onda - sulla principale "produzione agricola" del paese: il Papaver Somniferum.
La pianta deve il suo nome al fatto che l'oppio, il liquido lattiginoso che geme incidendo la parte superiore della pianta, contiene molti alcaloidi, alcuni dei quali capaci di indurre sonnolenza, se assunti.
Per questo era utilizzato per preparare il laudano, un estratto idroalcolico addizionato di miele per mascherare il sapore amaro, usata un tempo come antidolorifico e antispastico.
Il primo alcaloide dell'oppio ad essere isolato puro, nel 1806 da Sertuner, è la morfina, che deve il suo nome a Morfeo (il dio greco di sogni) con il suffisso -ina (riservato un tempo ai farmaci).
Così Alberto Cavaliere ne descrisse le proprietà:
L'azione ch'essa esercita sull'organismo umano,
non solo al morfinomane, è nota anche al profano.
Ha proprietà narcotiche, ma è tossico letale:
son molto preferibili un libro od un giornale...
Altri alcaloidi hanno una struttura morfino-simile, con il nucleo fenantrenico variamente sostituito e l'atomo di azoto terziario; tra queste ricordo la codeina, capace di calmare la tosse, e la tebaina - sostanza molto tossica che è utilizzata come punto di partenza per ottenere, attraverso una serie di trasformazioni, sostanze (ossicodone, naloxone, etc.) impiegabili in formulazioni farmaceutiche.
La tebaina deve il suo nome all'antica città di Tebe, centro del commercio dell'oppio e delle piante medicinali nell'Egitto dei faraoni.
Vi sono poi molecole appartenenti alla classe delle benzilisochinoline, come la narcotina (il primo ad essere scoperto, nel 1817, da Pierre Robiquet) e la papaverina - un antispastico che trova - al pari degli altri alcaloidi nominati - vari impieghi farmaceutici.
L'oppio fu usato come stupefacente da tempo immemorabile; stessa sorte toccò alla morfina da esso ricavata (memorabili i racconti in merito scritti da Bulgakov e da Freud - che tentò di salvare un collega dalla morfina somministrandogli cocaina), e all'eroina, che si ottiene dalla morfina per acetilazione, come dissi QUI.
Il servizio sul papavero da oppio in Afghanistan si concludeva mostrando in un grafico (sopra) l'andamento della produzione annuale, che ha toccato il massimo nel 2017, con 328000 ha coltivati.
Seguendo i viaggi di Michael Portillo intorno al mondo, trasmessi da Rai 5 - canale 23, ho potuto osservare la più antica piantagione di papavero da oppio in India: il prodotto è oggi destinato all'industria farmaceutica (e non al commercio illegale degli stupefacenti, come quello afgano), ma un tempo occorreva per le guerre commerciali contro la Cina - anche queste raccontate ne "I bottoni di Napoleone", libro che sto citando a più riprese nei post di questo periodo.
Invece, il video originale di Portillo potete trovarlo QUI dal minuto 12ca.
Per chiudere il post, vi propongo un altro servizio, assai più datato (risale al 2000) ma per questo non meno drammatico: esso è dedicato ai centri di recupero per la dipendenza da eroina, attivi in Russia.
Gli ospiti in trattamento sono quasi tutti giovani - ventenni, per lo più - che entrano in queste strutture per intraprendere un severo percorso di rinascita.
All'inizio del video, un giovane si prepara ad essere ammanettato al suo letto per due settimane al fine di sconfiggere una volta per tutte la sua dipendenza dall'eroina. In poche ore inizieranno la sudorazione, il dolore e l'ansia da astinenza.
Sono trascorsi oltre vent'anni dal video: chissà che nel frattempo qualche metodo più soft possa essere stato introdotto, visto che il problema della dipendenza da eroina permane tuttora. Uno dei tanti articoli sul tema potete trovarlo QUI.
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