sabato 14 agosto 2021

Cemento per il muro...

Nella notte tra il 13 e il 14 agosto 1961 (sessant'anni fa, quindi) iniziava la costruzione del muro di Berlino, denominato Antifaschistischer Schutzwall - barriera protettiva antifascista. A occidente restava la parte filoccidentale, a oriente la parte filosovietica - la Berlino Est con l'Alexanderplatz resa famosa da una canzone di Battiato-Cohen-Pio, interpretata anche da Milva.

La Porta di Brandeburgo, lo stadio olimpico, l'autostrada del 1937 e anche il castello di Sans Souci a Potsdam hanno una cosa in comune: sono stati costruiti con la pietra calcarea estratta a Rüdersdorf bei Berlin, qualche chilometro a sud-est di Berlino.

L'estrazione del materiale da costruzione è documentata fin dal XIII secolo. Per cottura del calcare si ottiene la calce viva, che per reazione con acqua dà la calce spenta - importante legante usato in edilizia. Le operazioni erano condotte in caratteristici forni a bottiglia: quelli di Rüdersdorf sono oggi sede di un museo, adibiti a spazi espositivi.

Poco più in là fu costruito un cementificio, che fu ampliato per accogliere successive lavorazioni e diede vita allo stabilimento VEB Chemiewerk Coswig.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, in quei capannoni si lavorava anche la bauxite - da cui si estrae l'alluminio.

Al termine della guerra, gli occupanti sovietici iniziarono a smantellare l'impianto e portarono le macchine in Unione Sovietica. Tutto ciò che restava erano le impalcature e le sale vuote.

Negli anni Cinquanta fu tentato un nuovo inizio con l'impianto per lavorare i fosfati e produrre fertilizzanti. Successivamente, cemento (usato anche per costruire lo Schutzwall) e acido solforico furono nuovamente prodotti all'interno della Repubblica Democratica Tedesca e lo stabilimento riprese a vivere con il nome VEB Chemiewerke.

Dopo la caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 1989, il sito è stato abbandonato a se stesso e lasciato al degrado.

La ristrutturazione del sito industriale è stata possibile solo in parte, a causa dell'enorme impiego del cemento armato e di tutti i siti contaminati nell'area.

La parte ottocentesca è stata trasformata in un MUSEO; l'area della cava è un teatro naturale sede di concerti.

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