La Terza Sinfonia di Leonard Bernstein (1918-1990), "Kaddish", ha debuttato nel 1963, poche settimane dopo l'assassinio del presidente Kennedy. Bernstein era un sostenitore e amico della famiglia Kennedy e fu devastato dal tragico evento.
Ha dedicato "Kaddish" - questa preghiera per i morti che non menziona mai la morte - alla memoria di Kennedy. Nel video sopra è presentata l'esecuzione dell'11 agosto 1985 a Vienna.
Questa sinfonia è un mezzo che Bernstein usa per esplorare i suoi problemi di fede personale, l'elusivo concetto di pace, il conflitto che deriva dal nostro grande potenziale umano e dall'attrazione per la distruzione.
Bernstein ha scelto una donna come narratrice della sinfonia (nella sua versione originale) e la scelta cattura immediatamente la nostra attenzione perché il ruolo delle donne è storicamente subordinato, soprattutto in certe culture come quelle sottese alle religioni abramitiche.
Non solo una donna sta narrando la santa preghiera, sta umanizzando Dio. Lei lo interroga e lo sfida, gli attribuisce persino l'emozione umana e si offre di dire il Kaddish per lui: "Oh mio Padre, padre antico, consacrato, solo, deluso. Tradito, rigettato sovrano dell'universo. Dirò questo Kaddish finale per te."
La questione della fede è intessuta in ogni pezzo da Bernstein, anche quando non c'è un'evidente componente religiosa. Per Bernstein, la crisi del XX secolo è stata una crisi di fede. In cosa possiamo credere quando l'umanità ha il desiderio e la capacità di autodistruggersi? Egli trasmette musicalmente questa crisi contrapponendo l'atonalità alla tonalità. Per Bernstein, l'atonalità ha catturato la fine musicale della civiltà.
La sinfonia "Kaddish" si apre con il canto dei coristi, il ronzio dell'universo. E poi Bernstein costruisce una fila di 12 toni che rappresenta conflitto e crisi.
Il coro, recitando qualcosa come un tradizionale coro greco, canta i testi veri e propri del tradizionale Kaddish, impreziositi da colpi di pedale e battiti di mani.
Il titolo del secondo movimento, "Din Torah", significa giudizio, ma invece di Dio che giudica l'Uomo, Bernstein capovolge le carte ed è l'essere umano che interroga e giudica Dio.
Dopo l'introduzione del narratore, le percussioni iniziano con colpi apparentemente casuali e il tema di Kaddish viene appena canticchiato.
Dopo un confronto tra l'uomo e Dio, c'è un crollo completo e la musica culmina in una cadenza corale caotica e politonale — diversi metri, diversi tempi. Qualcuno è responsabile?
Il terzo movimento contiene il climax dell'intera sinfonia. Bernstein inizia questo Scherzo riportando ogni tema e manipolandolo in ogni modo immaginabile. La metafora è chiara. Soprattutto con la narrazione: "Quindi questo è il regno dei cieli, Padre, proprio come lo avevi pianificato... Ogni immortale cliché al suo posto... ma qualcosa non va".
Dopo aver mostrato a Dio i problemi del mondo (quasi l'opposto di quel che fa Dio nel libro di Giobbe, ove il Creatore mostra alla Creatura le meraviglie della Creazione), il narratore aiuta Dio a credere in una nuova disposizione, in cui Dio e l'uomo comprendano la fragile interdipendenza necessaria a entrambi per sopravvivere.
La musica si costruisce all'ingresso di un coro di ragazzi che canta la frase "Magnifico e santificato sia il suo grande nome, amen" - in ebraico. Le voci dei bambini giocano un ruolo fondamentale in molte delle composizioni di Bernstein (inclusi i Salmi di Chichester e la Messa) e rappresentano la speranza per l'umanità.
Sebbene ci sia una risoluzione alla lotta, la musica non finisce trionfalmente. Invece, si chiude in un Kaddish finale, cantato da un coro completo, con un accordo finale dissonante, pieno di suspense, suggerendo che non tutto è ancora a posto in questo mondo. La pace continua a sfuggirci.
Come avrebbe reagito Bernstein all'11 settembre? E alla violenza che ne scaturì, ai conflitti in corso in queste prime due decadi del XXI secolo?
Il Maestro ha trascorso la sua vita a difendere la pace, la compassione, il rispetto reciproco e, soprattutto, l'umanità: le tenebre sempre più dense che ci avvolgono oggi gli avrebbero spezzato il cuore. Quanto abbiamo bisogno di lui e quanto ci mancano uomini come lui - un musicista che, con la sua arte, ha davvero provato a cambiare il mondo, cercando di farlo migliore.
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