lunedì 8 settembre 2025

Della natural catarsi

“Sotto il ponte di Baracca

c’è Pierin che fa la cacca.

La fa dura, dura, dura,

e il dottore la misura.

La misura è trentatré

uno, due, tre.”

Questa simpatica conta per fanciulli descrive una situazione che personalmente cerco di evitare e per questo mantengo una dieta morbida e bevo almeno due litri d'acqua al giorno: tutto per tener fede alle indicazioni del medico, all'atto delle dimissioni dall'ospedale, un anno e mezzo fa, e per stare bene, che è la cosa più importante. 

Fritz Kahn, Der Mensch als Industriepalast - part.

La stipsi è spesso la conseguenza di una dieta povera di fibre, di scarsa idratazione, di poca attività fisica (non che sia un gran testimonial di questo aspetto...) oppure dell'assunzione di taluni farmaci (leggete il bugiardino, tra gli effetti collaterali potreste trovare anche questo).

Prima di ricorrere a dosi massicce di lassativi, purganti o drastici (col rischio tuttavia di perdere importanti quantità di elettroliti), proviamo a introdurre tante fibre e più acqua; e a concederci una passeggiata dopo cena, accogliendo l'esortazione latina:

... post prandium stabis, post coenam ambulabis.

Dopo pranzo riposa e dopo cena passeggia: così invitavano a fare i medici dell'antica Scuola Salernitana e se avete voglia di divertirvi, leggete QUI tante altre esortazioni in rima a riguardo di igiene personale e alimentazione, alcune ancora attuali. Tralascerei la parte sul salasso, un po' demodé.

Per finire con un sorriso, c'è chi ha il problema contrario alla stipsi, come questo poliziotto americano che per correre in bagno deve spogliarsi dell'uniforme: un'operazione alquanto complicata...

venerdì 5 settembre 2025

Mille anni di Canone

Cerco e ricerco, non riesco a trovare il nome di Avicenna (980-1037) negli attuali libri di scienze ma lo scovo invece in quelli di filosofia: egli studiò a fondo il pensiero di Aristotele e meditò sull'Essere necessario (unico, semplice, eterno: sola pienezza d'essere), distinguendolo dagli enti possibili (la cui causa d'essere è e non può non essere che l'Essere necessario).

Pur essendo stato a suo tempo un grande medico, oggi Avicenna è ricordato quasi più come filosofo e commentatore dello Stagirita: la medicina è ben diversa rispetto a quella di dieci secoli fa - in particolare a quel 1025, anno in cui il medico persiano ultimò il Kitāb al-Qānūn fī l-ṭibb, il cui titolo in italiano è stato tradotto con Il Canone della medicina

La stesura dell'opera fu iniziata dall'autore dodici anni prima: il lavoro ultimato esattamente mille anni fa assunse il profilo di una vera e propria enciclopedia medica che, nelle cinque parti in cui fu suddivisa, ebbe il merito di condensare secoli di tradizioni provenienti dal mondo greco, da quello romano, arabo e orientale e per questo ha tuttora una valenza storica inestimabile. Credo che altrettanta valenza non abbia sul piano pratico e ancor più su quello scientifico, ma lascio questa discussione ai medici - storici della medicina.

Essa è così articolata:

  1. Principi e teorie della medicina, inclusa una parte di anatomia del corpo umano.
  2. Farmacologia: elenco alfabetico delle sostanze medicinali e delle loro proprietà. 
  3. Diagnosi e cura delle malattie di specifiche parti del corpo.
  4. Malattie sistemiche che coinvolgono più organi. 
  5. Combinazioni di più sostanze terapeutiche.

"Il medico ha successo se cura con i nutrienti, non con i medicamenti" - scriveva Avicenna, che riprendeva Ippocrate il quale affermò, rivolgendosi al paziente, che "il tuo cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo".

Avicenna attribuiva un valore terapeutico anche al suono e alla musica: e ne approfitto per proporre l'ascolto di suggestive armonie tradizionali persiane.

Tra le pagine del Canone emerge una forma molto embrionale della teoria dei germi, pensati ipoteticamente come cause delle malattie, invisibili all'occhio, la cui trasmissione avverrebbe (e avviene) attraverso l’aria, l’acqua e il suolo contaminati. Un'idea che sarebbe stata ripresa e sviluppata da Fracastoro cinque secoli più tardi, come ho avuto modo di dire ampiamente anche in Convivenze difficili, il mio ultimo libro. A proposito di malattie infettive, Avicenna compì importanti osservazioni sulla meningite e sulla tubercolosi

Osservò anche come, a fronte del dilagare delle epidemie, l’isolamento di un malato per un arco temporale di quaranta giorni contribuiva a scongiurare la diffusione del contagio su scala sociale: "si rende necessaria la separazione dei luoghi" - scriveva Avicenna, "così da avere da un lato i sani, e dall'altro i malati". 

Nel XII secolo, Gerardo da Cremona tradusse per la prima volta il Canone in latino: compì l'opera mentre si trovava a Toledo. Una successiva traduzione fu opera di Andrea Alpago, pubblicata a Venezia nel 1507. 

Qualche notizia su questo medico veneto del Rinascimento e docente della Patavina Universitas Studiorum si legge sul Dizionario Biografico degli Italiani: su di esso mi soffermo, essendo egli originario di Belluno.

La città ne conserva due ritratti visibili dai cittadini: uno eseguito dal pittore ottocentesco Giovanni De Min, in municipio, e l'altro, come bassorilievo, visibile sulla facciata dell'antico palazzo di famiglia in via San Lucano.

Nato in Cividal di Belluno nel 1450 circa (di lui molte notizie non sono certe), figlio del notaio Nicolò, Andrea sembra essere discendente da Enrichetto da Bongaio, primo conte di Alpago. In alcuni documenti è citato come Andrea Bongaio (o Mongaio).

All'età di vent'anni si trasferì a Padova per studiare medicina; il 12 maggio 1479 venne ammesso al Consiglio dei Nobili della città natale. Nel 1481 ottenne il dottorato in filosofia e nel 1482 il titolo in medicina. Dal 1487 si trasferì a Damasco quale medico personale dei diplomatici veneziani; in Oriente viaggiò molto, tra Siria, Egitto e Cipro (dove approdò nel 1517). 

Apprese l'arabo, tradusse in latino il Libro delle definizioni e altre opere di Avicenna, rivisitò da capo a fondo il Canone di Medicina (contribuendo alla sua diffusione in Occidente fino all'avvento dell'Illuminismo e dell'uomo-macchina di La Mettrie) e approfondì altri aspetti della cultura dei popoli mediorientali che presentò all'università di Padova una volta rientrato in patria, nel 1520, distinguendosi quale dotto arabista.

Nel 1521 gli fu affidato l'insegnamento della medicina pratica, che esercitò per poco, essendo mancato agli inizi del 1522.

Qualche link interessante...

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/non-solo-cancro/storia-della-medicina/avicenna-e-la-medicina-araba-medievale

https://www.amazon.it/Canone-Avicenna-Europa-Oriente-Cinquecento/dp/B01A1L061K

https://www.comune.venezia.it/it/content/andrea-alpago-medico-viaggiatore-linguae-arabae-peritissimus

https://www.paginemediche.it/benessere/storia-della-medicina/avicenna-e-il-canone-della-medicina

https://www.storicang.it/a/avicenna-luomo-che-invento-quarantena_16508

mercoledì 3 settembre 2025

Un bel film...

L'altra sera ho visto in televisione il film "Medicus" (titolo originale: The Physician, 2013), tratto da un romanzo dello scrittore Noah Gordon. Protagonista della vicenda - storicamente collocata alla fine del X secolo d.C. - è un ragazzo, Rob Cole, rimasto orfano da giovane, che riconosce la capacità di presentire l'arrivo della morte per chi gli è vicino e vuol svilupparla per salvare le persone che incontra. 

Dapprima segue i rozzi insegnamenti di un barbiere cerusico; poi, osservando un medico ebreo mentre opera lo stesso cerusico di cataratta, si rende conto di voler apprendere l'arte medica e per questo decide di recarsi a Esfahan, in Persia (odierno Iran), ove insegna il grande Ibn-Sina.

Giunto in Egitto via nave, Rob sbarca, si presenta come un giovane ebreo (ai cristiani era proibito l'ingresso nel mondo arabo) e si accoda ad una carovana, poi dispersa da una tempesta di sabbia. Con la carovana viaggia anche Rebecca, una giovane ebrea promessa sposa a un ricco mercante - e futura amante di Rob. Questi riesce a giungere ad Esfahan, stremato; viene soccorso e curato dallo stesso Ibn-Sina che lo ammette alla sua scuola, facendone il migliore dei suoi allievi. 

La presenza di studenti stranieri nella scuola, gli insegnamenti troppo "laici" del maestro e la forza della comunità ebraica nella città infastidiscono la suprema guida religiosa, che imputa a tutto ciò la causa della decadenza dei costumi ed è intenzionato a purificare la città alleandosi con i Selgiuchidi per rovesciare lo Scià

I Selgiuchidi inviano in città alcuni malati di peste per diffondere il morbo tra gli abitanti e indebolire le difese al fine di facilitare l'invasione armata che seguirà. Ibn-Sina e i suoi studenti curano gli appestati e introducono delle misure igieniche per contenere il dilagare dell'epidemia.

Intanto, il giovane Rob, curioso di conoscere le cause dell'appendicite che portò a morte sua madre, pratica in segreto la dissezione di un cadavere, cosa proibita dalle leggi in vigore nella città. Scoperto, viene denunciato all'autorità religiosa, che lo condanna alla decapitazione per negromanzia insieme al suo maestro. I due sono salvati dallo Scià che ha bisogno delle cure dei due medici proprio per un attacco di appendicite. 

I medici tentano un intervento chirurgico e salvano lo Scià, il quale si risveglia per guidare il suo esercito in battaglia contro i Selgiuchidi. Consapevole che il suo regno stava per finire e la città stava per cadere, indica a Rob e agli ebrei una via di fuga verso le montagne. Ibn-Sina, altrettanto consapevole della fine imminente della sua scuola, sceglie stoicamente il suicidio

Rob ritorna in Inghilterra con Rebecca e sull'esempio di Ibn-Sina fonda a Londra un ospedale per praticare l'arte medica e curare tutti, senza distinzione di censo o di religione.

Il film è complessivamente molto apprezzabile, al di là di qualche licenza storica. La torre di Londra, che si intravede nel film, è successiva alla battaglia di Hastings (14 ottobre 1066); risale alla fine del secolo XI, quando presumibilmente tutti i protagonisti della vicenda narrata sarebbero già morti da tempo.

La testimonianza scritta del primo intervento di appendicite risale al 1735, quando Claudius Aymand (1680-1740) operò con successo Hanvil Andersen, un ragazzino di 11 anni. Il chirurgo, di origini francesi, era un ugonotto fuggito in Inghilterra per scampare alle persecuzioni religiose conseguenti alla revoca dell'Editto di Nantes mediante l'Editto di Fontaineblau voluto dal Re Sole nel 1685. Anche la vicenda di Aymand meriterebbe un film... 

Ibn-Sina, conosciuto come Avicenna (980-1037), fu certamente un grande medico e sapiente persiano storicamente esistito, che tuttavia non morì avvelenandosi di proposito, ma per aver assunto un eccesso di purganti, probabilmente mal preparato da un servo.

Forse ci sarebbe qualcosa da dire anche sui Selgiuchidi, che certamente si spostarono verso la Persia nel X secolo, ma erano meno barbari e violenti di quel che appaiono nel film: gli storici attestano che si mescolarono alla popolazione locale assumendone la lingua e le usanze. Essi conquistarono Esfahan nel 1055 e ne fecero la città più prosperosa della Persia, come racconta il poeta Naser e Khosrow, anche se successivamente la stessa città fu teatro di scontri, invasioni e ricostruzioni.


Ecco come appare oggi la porta della splendida Moschea dello Scià: oggi, che purtroppo sentiamo parlare di quella terra lontana solo per fustigazioni e impiccagioni di piazza, per persecuzioni politiche e religiose, per la tensione continua sullo scenario internazionale.

A proposito di Medicus, auguro personalmente agli iscritti al nuovo primo anno di Medicina un percorso sereno, per quanto duro possa essere: ricordate che, almeno per voi, qualcuno non ha deciso a priori che il percorso di studi da voi scelto era troppo lungo e che d'innanzi ad esso il matrimonio, la famiglia e la discendenza non potevano aspettare. 

mercoledì 27 agosto 2025

Ricordi come biglie che corrono

Ogni tanto mi capita di sdraiarmi sul divano per passare un po' di tempo a guardare video su youtube: improbabili mete fuori porta, piccoli esperimenti, documentari utili per qualche lezione e, ultimamente anche giochi e passatempi. Tra i soggetti che preferisco, ci sono le gare con le biglie lungo piste fantasiose in plastica o in legno, ricche di scivoli, curve, imbuti, elevatori che spesso diventano veri e propri capolavori di arte dinamica.

Il video seguente potrebbe rivelarsi utile per spiegare l'idea di "occlusione intestinale"... guardatelo e capirete il perché, al di là del finale che viola palesemente il secondo principio della termodinamica.


Vorrei pensare che dietro a questi video ci siano dei ragazzini; in realtà finirei per lo scoprire che ragazzini lo sono solo nell'animo e non all'anagrafe. Poco importa. Vedendo quelle biglie scorrere, emergono ricordi d'infanzia, quando disegnavo - sui mucchi di sabbia appena scaricata - le piste per le biglie di plastica (quelle con i ciclisti, ve le ricordate?), con le gallerie che crollavano sempre. Dopo un paio di giorni, mia mamma mi proibiva saggiamente di giocarci; primo, perché il mucchio diventava la toilette privilegiata dei gatti; secondo perché quella sabbia serviva a mio nonno per preparare la malta necessaria a costruire i muretti del giardino e mio nonno era molto geloso delle cose che riteneva esclusivamente sue, fosse stato anche un mucchio di sabbia misto a deiezioni feline.

Per far correre le biglie di vetro usavo invece qualche vecchio tubo: ricordo di averne avuto uno in metallo, dal diametro di un paio di centimetri e lungo forse mezzo metro. Era la fine dell'estate (del 1982 o del 1983... mio fratello non era ancora nato): l'ho cercato per giorni quel tubo e non sapevo dove l'avessi lasciato. Mio nonno, dopo aver falciato l'erba in giardino, mi ha chiamato: "Marco, guarda qua il tuo tubo". 

Tutto contento, sono andato a raccoglierlo e ho inserito una biglia in un'estremità. Ho inclinato il tubo ma la biglia non usciva. "Perché non esce?" - mi sono chiesto. Ho preso il tubo, l'ho portato in alto e ho guardato al suo interno dal lato attraverso il quale sarebbe dovuta uscire la biglia: ho visto due occhietti che mi fissavano. Mi sono spaventato, ho gridato e ho lanciato il tubo che, dopo aver roteato in aria è ricaduto rumorosamente al suolo. Dal tubo è uscita la biglia, preceduta da un biacco che un po' intontito si è affrettato a scappare per la strada. "Nonno, la biscia!" - ho esclamato prima di raccontargli altri dettagli del piccolo episodio.

Conservo ancora qualcuna di quelle biglie in un vaso di vetro: potrebbero rivelarsi utili per fare qualche misura con il calibro, con la bilancia; o magari per farle correre su un piano inclinato e spiegare come l'energia potenziale gravitazionale diventi energia cinetica. O potrebbero semplicemente restare là, a suscitare piacevoli ricordi di quei giochi infantili che trovano nel Sogno di Schumann la colonna sonora migliore.


sabato 23 agosto 2025

Fourcroy, Chaptal e la nascita dei licei

Ebbene si. Le mie ferie stanno per finire e già lunedì ritornerò a scuola, anche se le lezioni del nuovo anno scolastico avranno inizio il 10 settembre. Così dico addio alle ferie non fatte e saluto con passo stanco l'arrivo del nuovo ciclo annuale di lezioni, con uno sguardo retrospettivo all'origine del mio lavoro di insegnante in un liceo, scoprendo che al principio di tutto fu l'opera di due chimici francesi. 

Il primo maggio 1802 - 11 fiorile dell'anno X fu promulgata una legge disegnata nei suoi quarantaquattro articoli da Antoine François de Fourcroy (1755-1809) e, prima ancora, da Jean Antoine de Chaptal (1756-1832).

Fourcroy, laureato in medicina ma conquistato dalla chimica, fu uno strenuo difensore delle teorie di Lavoisier; partecipò alla stesura del Methode de Nomenclature chimique (1787), con Berthollet e Morveau, e fu autore egli stesso di molti testi, tra i quali la Philosophie chimique (1792). Dedicatosi alla politica nelle file dei giacobini, fu accusato di aver contribuito alla condanna di Lavoisier, il padre delle teorie che tanto divulgava nei suoi numerosi scritti. Negli anni del governo di Napoleone fu direttore generale dell'istruzione pubblica. A proposito dell'insegnamento della chimica, scrisse che "la divisione tra chimica teorica e chimica pratica è falsa e dannosa. E' impossibile trovare una teoria chimica senza fare delle esperienze ed è impossibile fare della pratica chimica senza trarne dei risultati" (Chimie, 1795).

Chaptal fu soprattutto un chimico pratico, nel senso che si occupò principalmente della produzione su larga scala di acidi minerali, soda e altri composti. La chaptalizzazione è la tecnica per cui si aggiunge zucchero al mosto in fermentazione al fine di aumentare la gradazione alcolica del vino che ne risulterà. Denominò l'azoto con il nome di nitrogené, per sottolineare la presenza di questo elemento nel salnitro, indispensabile per la produzione di polveri da sparo e di acido nitrico. Dal termine francese nitrogené deriva l'inglese nitrogen, da cui il simbolo N per l'elemento. Come ministro di Napoleone si occupò di arti e di musei.

La legge da loro redatta in due fasi successive istituiva il Liceo, come secondo grado di istruzione (il termine scuola secondaria fa la sua comparsa qui), interposto tra la scuola elementare (seguita dai tre anni di college) e l'università, con lo scopo di formare la classe dirigente del paese - idea che sopravvive ancora oggi: ma sarà poi vera del tutto?

Il percorso era modellato sulle Realschule tedesche, che enfatizzavano le materie tecniche e scientifiche, e sostituiva l'Ecole Centrale, voluta dal Direttorio. Il piano di studi era laico (in origine non era previsto l'accesso all'insegnamento per i religiosi, che fu permesso tuttavia con un decreto integrativo del 10 dicembre 1802) e classico, basato sull'insegnamento di latino, greco, storia, morale, retorica, logica e diritto per cinque o sei anni, ai quali si aggiungevano la fisica e la botanica negli ultimi tre.

Il modello fu diffuso in tutti i paesi conquistati da Napoleone: sul territorio italiano il liceo fu istituto con la legge n. 75 del 4 settembre 1802. Tra i primi licei fondati in Veneto, ricordo innanzitutto quello di Verona, oggi intitolato a Scipione Maffei; seguirono nel 1808 i licei di Venezia, Vicenza, Treviso e Belluno.

La Restaurazione riformò i programmi di studio, abolendo il diritto e la botanica e introducendo la matematica. Un ulteriore riforma degli studi liceali in Italia si ebbe poi con la legge Casati (1859), che imponeva lo studio della lingua italiana, del latino, del greco, della storia e della matematica, aggiungendo nell'ultimo triennio filosofia, fisica e storia naturale.

Interessante è la Riforma Credaro del 1911, che istituì accanto al Liceo Classico quello che fu chiamato Liceo Moderno, senza latino e greco ma con due lingue straniere, diritto ed economia. Lasciatemi dire che l'impianto assomiglia (... assomiglia!!!) molto all'attuale Liceo Economico-Sociale, anche se questo ha una storia diversa ancora. La sperimentazione durò dodici anni e fu attivata solo in otto istituti, per essere poi sostituita dal Liceo Scientifico, come voluto dalla Riforma Gentile (1923). 

Riforme successive, sulle quali glisso, introdussero altri percorsi di istruzione secondaria (artistico, linguistico, musicale, coreutico, informatico, sportivo, delle scienze umane, etc.).

Cari giovani, al di là di tutto, qualsiasi percorso di studio abbiate intrapreso: buon anno scolastico. E buon anno scolastico anche a tutti coloro che operano nel mondo dell'istruzione. Nonostante i venti di guerra soffino sempre più forti dall'Est, crediamo e costruiamo insieme il nostro futuro e soprattutto un presente di pace.

QUALCHE LETTURA

https://www.liceotitolivio.edu.it/pagine/2-origine-e-diffusione-dei-licei-1802-1811

https://www.repubblica.it/scuola/2015/09/06/news/da_napoleone_al_web_noi_a_lezione_nel_liceo_piu_vecchio_d_italia_-122303630/

https://educationaround.org/blog/2021/01/12/napoleone-e-leducazione-europea/

https://www.focus.it/cultura/storia/ritorno-a-scuola-chi-ha-inventato-il-liceo-e-perche

martedì 19 agosto 2025

Aldiqua e aldilà...

La Sonata K 331 in La maggiore di Mozart è nota per il terzo movimento, il celebre e bistrattato Rondò alla turca. Meno noto è il secondo movimento, un Minuetto, che lo precede e che a sua volta segue il primo movimento, l'Andante grazioso, costituito da un tema con variazioni. Eccola eseguita da Christoph Eschenbach negli anni Settanta.

Qualche giorno fa, al tema dell'Andante ho adattato le parole dell'Ave Maria, sia in latino sia in italiano; ho condiviso la cosa con qualche amico e qui sotto la condivido anche con voi.

Ho commesso questo scempio musicale dopo una giornata di amarezze casalinghe sui temi di sempre, forse cercando di riconciliarmi più con l'Aldilà che con l'Aldiqua.

Ormai, passato il 15 agosto, si avvicina presto il 22, giorno nel quale la Chiesa cattolica ricorda la Beata Maria Vergine con il titolo di Regina. Ad istituire questa festa fu nel 1954 il papa Pio XII, lo stesso che quattro anni prima - settantacinque anni fa - aveva proclamato l'Assunzione di Maria quale verità di fede per i cristiani cattolici.

Alla fine delle Litanie lauretane, di cui dissi un paio di post fa, Maria è invocata più volte come Regina: degli angeli, dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori della fede, delle vergini e di tutti i santi; e ancora, al titolo sono accostate delle prerogative sue proprie (concepita senza peccato e assunta in cielo). Infine, è Regina del rosario, della famiglia e della pace. Le tredici invocazioni abbracciano l'intera storia della Salvezza e la vita della Chiesa, lasciando perdere i vari scadimenti secolari con uattanciù e chitarrine varie.

Si avvicina anche il 25: data nella quale riprenderò a lavorare, senza aver fatto ferie, senza aver trovato ristoro per il corpo e per la mente, senza aver creato nulla di nuovo (lo scorso anno a quest'ora avevo abbozzato due libri, dei quali uno è stato dato alle stampe, dopo una revisione natalizia) anche se qualche idea mi è stata suggerita recentemente da un amico e la cosa mi ha divertito. Se mai prenderà forma, sono sicuro che divertirà anche voi... intanto, leggetevi le mie "Convivenze": tra quelle righe troverete molte tematiche di una (purtroppo) recente attualità.


domenica 17 agosto 2025

Tra "sboroni" e inserzioni...

... Caldo? ... Sete?


Così lo youtuber Edwin Sarkissian (foto sopra, dal suo canale) ci mostra come ottenere gratuitamente una lattina di soda utilizzando una semplice granata, metodo ovviamente alla portata di tutti ...


Un paio di monetine sono più economiche e fanno meno rumore, in loco e sui social. Intanto apprezzo il G-Shock GD 140 che il protagonista del video indossa al polso...


... l'immagine è presa dal web (un'inserzione ebay): non posso collezionare tutti gli orologi che mi colpiscono (esteticamente) in modo favorevole. Anzi, sarebbe ora che cedessi qualcuno di quelli che non uso più, come questo G-Shock GA 100, completo di tutto il suo corredo, che ho acquistato nel 2016:


Quando l'ho acquistato mi piaceva per i suoi colori, nero e azzurro: però il suo codice identificativo mi turba, con quel GA che sono le iniziali di un essere, purtroppo ancora vivente, che mi sta al quanto... là. E non lo indosso più, porto solo modelli solari e digitali. Questo non è solare ed è digitale/analogico: quindi, alla luce di tutto, lo cederei volentieri. Se qualcuno è interessato, mi scriva commentando il post.

venerdì 15 agosto 2025

Ci sono litanie e litanie...

Caravaggio, Assunzione della Vergine, part.

Oggi dovrebbe essere un giorno di festa. E per me, ovviamente, non lo è, come sempre, da quando qualcuno ha deciso che il mio destino deve contemplare quel maledetto anello al dito che non voglio mettere e in nome del quale è stato lecito sacrificare qualsiasi progetto avessi per la mia esistenza. 

Non sapevo quello che volevo perché non volevo quello che altri avevano già deciso per me. Mi sono sentito dare dello "stronzo" anche stamattina per aver ribadito ancora una volta il mio rifiuto. La giornata è iniziata presto con una solenne litigata in casa e la giornata mi vedrà chiuso nel mio studio a preparare lezioni, invece che uscire per godere della bella giornata di sole.

"Matrimonio... matrimonio... matrimonio... matrimonio... matrimonio..." è un'emetica litania che tentano di ripetermi da trent'anni, senza sortire l'effetto sperato. E mentre porto il padreterno a fare un giro per la fattoria, quella famigerata parola risuona nelle orecchie e aumenta solo la nausea di fronte a una scelta di vita che non mi appartiene.

Quando si parla di litania, viene in mente una forma di preghiera formata da una serie di invocazioni intonate da chi guida la preghiera a cui tutta l'assemblea risponde con una frase sempre uguale: ora pro nobis - prega per noi. 

Qualcuno usa il termine in modo spregiativo per indicare una cosa ripetuta fino alla noia e oltre: nel mio caso, una scelta di vita che risuona come un dovere - un must inglese, un mussen tedesco - nei confronti della famiglia e della comunità. 

In realtà, la ripetizione sempre uguale di una formula è una caratteristica di molte forme di preghiera, non solo cristiane: pensiamo ai mantra delle religioni orientali. Di certo, le mie imprecazioni, a cui qualcun altro risponde: matrimonio, non sono esattamente quello che si intende per forme di preghiera.

Si legge, anche sul web, che la pratica di forme di meditazione mantra abbia effetti benefici a livello psicologico e anche fisico, conducendo la mente e il corpo a uno stato di quiete e di serenità interiore. 

La preghiera litanica, con la sua ripetizione insistente e sempre uguale, fa perdere al fedele la scansione del tempo e apre alla dimensione dell'Eterno: anche in questo è certamente l'opposto dell'ossessione, che fa perdere la pazienza, provoca disagio e ha per scopo la possessione da parte di chi l'impone.

La preghiera litanica è invece liberante e rasserenante. 

Le Litanie lauretane risalgono agli inizi del 1500 e sono state diffuse dal Santuario di Loreto. L'abbinamento alla preghiera del Rosario (anche questa composta da più serie di Ave Maria ripetute a gruppi di dieci) si deve a San Pio V, all'indomani della Battaglia di Lepanto (1571). Le invocazioni furono approvate da Sisto V (1587), corredate da indulgenze e arricchite successivamente per volontà di altri pontefici. 

Come tutti i testi liturgici, hanno ispirato nel corso del tempo molti compositori. L'interpretazione musicale che propongo oggi, in questa Solennità dell'Assunzione di Maria, è opera di Mozart quindicenne, appena ritornato a Salisburgo dopo il suo primo viaggio in Italia. 

La pagina, composta per voci, archi e basso continuo, è ispirata all'estetica del tempo, che forse sacrifica la dimensione mistagogica alla ricerca del gusto estetico e dell'equilibrio formale. Per carità: "la bellezza salverà il mondo", andava ripetendo San Giovanni Paolo II riprendendo Dostoevskij.  


Chi salverà me dalla follia nuzialista familiare, proprio non lo so. A voi che festeggiate questa giornata, auguro ogni bene. A me toccano il digiuno e l'ennesima penitenza nel silenzio e nella solitudine.

martedì 12 agosto 2025

Sole, natura e... un cardellino!

La pioggia ci ha regalato giorni di tregua ed è esploso il sole a baciare i belli e anche Belluno con tutta la sua valle. 

Guai a chi si lamenta del caldo: io mi lamento solo di non essermi potuto trasferire in paesi caldi ma mi godo lo stesso le vacanze e la natura, a cominciare dalla mia Sarracenia.

Ho appena terminato di abbozzare una lezione sugli organismi anaerobi e ora esco a godere la natura in tutta la sua prepotenza.

I pomodori cominciano ad arrossire per bene; le rose rinnovano i loro fiori, anche se con una produzione ridotta rispetto a maggio.

Rodio mal tollera il caldo e sonnecchia sul divano pretendendo coccole e carezze...

Meglio così: le lucertole sono libere di scorrere tra i vasi e di stare in mezzo ai pomodori, mentre gli uccellini cinguettano sugli alberi come questo cardellino...


... beh, no! I cardellini che vivono qui ancora non hanno imparato a suonare il concerto per flauto e archi tratto dall'opera 10 di Vivaldi che potete ascoltare nel video. Provate a seguire la melodia dell'adagio, nel ritmo di una siciliana...


... buon ascolto, buon esercizio e buon proseguimento!


lunedì 4 agosto 2025

Il freno a mano...

A questo link QUI è possibile vedere un breve video con alcuni scatti che ho fatto alle mie piante carnivore, con riferimento alla Sarracenia e alla Dionea. Avevo anche la Nepente e la Drosera, ma il freddo dell'inverno ha passato la sua falce; e in casa io tengo temperature non superiori a 12°C d'inverno, benché sia un amante del caldo tropicale.

In qualche paese dal clima tropicale e caldo mi sarebbe piaciuto trasferirmi, ma non mi è stato possibile, per questioni familiari sulle quali non mi dilungo ma che il mio affezionato lettore potrà immaginare. Ora potrei, ma sono troppo vecchio (lavorativamente parlando) e le mie condizioni di salute non mi permettono di stare troppo lontano dall'assistenza sanitaria che solo un paese industrializzato può garantire. Non posso pensare nemmeno di andarci in vacanza, per lo stesso motivo. 

Mi limito a vedere documentari e, di recente, anche qualche film ambientato ai tropici. Qualche giorno fa ho visto "Delitto ai caraibi", ambientato nell'isola della Martinica (sopra vedete la posizione nella cartina da me disegnata), con la città di San Pierre dominata dal vulcano La Pelee

Mare e spiagge sono eccezionali e così anche il paesaggio interno.

Sulla cartina di cui sopra, tutte le isole in rosso sono di interesse vulcanologico, con vulcani attivi o quiescenti che disegnano il sistema arco-fossa delle Antille. 

Sul sito dell'INGV, alcuni vulcanologi italiani raccontano le eruzioni e gli studi su questi vulcani. Metto i link a qualche articolo che ho letto di recente:

https://www.ingv.it/newsletter-ingv-n-9-novembre-2020-anno-xiv/piccole-antille-i-vulcani-del-mar-dei-caraibi

https://ingvvulcani.com/2021/04/12/la-soufriere-2021-cronaca-di-un-eruzione-violentissima/

https://ingvvulcani.com/2021/04/15/la-soufriere-di-saint-vincent-un-viaggio-nella-storia/

https://ingvvulcani.com/2021/04/28/catastrofi-inevitabili-e-catastrofi-reali-i-vulcani-dei-caraibi/

Come si evince leggendo questi resoconti, le eruzioni esplosive sono state anche fonte di distruzione per città importanti come San Pierre (1902) e come Plymouth (1995-7), nell'isola di Montserrat. Tutto questo non mi scoraggia tuttavia dalla voglia di andarci, almeno come turista: d'altronde, vivo in una zona di classe 1 per il rischio sismico, non vedo perché dovrei temere quello vulcanico

Almeno i vulcani quasi sempre annunciano le loro eruzioni e sono continuamente monitorati dagli esperti, considerando deformazioni del suolo, composizione dei gas vulcanici e altri parametri fisici relativi, sciami sismici, etc. I terremoti non si annunciano, irrompono e basta: attualmente non si possono prevedere. 

Ai terremoti, aggiungete lo scioglimento dei ghiacciai, le frane, i crolli in montagna e gli eventi atmosferici intensi che accadono anche qui, dove abito io. Non vedo perché debba temerli in altre parti del mondo. 

E qui la mentalità rétro dei miei familiari (da parte di padre), per i quali è meglio non vivere per la paura di morire, si scontra con l'invidia che ogni tanto provo per coloro che escono dalla commedia di questo mondo vivendo intensamente una loro passione. 

A me hanno trovato più comodo negare pure le passioni; e alla fine si muore anche così, lentamente, col freno a mano tirato, come ho avuto modo di scrivere recentemente in un mio stato di whatsapp.


Ma, sapete, prima delle passioni ci sono la famiglia, il matrimonio, la comunità, la parrocchia, la patria, i fascisti, i socialisti, le tessere, etc... per restare in tema (di Antille), affogherò tutto in un bicchierino di rhum.

sabato 2 agosto 2025

Fulmini vulcanici?


L'altro giorno pubblicavo un post sulle eruzioni vulcaniche esplosive e il Lewotobi Laki-Laki, sull'isola di Flores, nell'Arcipelago indonesiano, torna a farsi sentire e a far parlare di se, grazie allo scatto di un fotografo che ha fatto il giro del mondo e che ha immortalato un fulmine attraversare la colonna piroclastica.


Il dettaglio del fulmine è raccontato già da Plinio il Giovane nella descrizione dell'eruzione del 79 d.C. e riportato in molte raffigurazioni del Vesuvio. Scrive Plinio nella seconda lettera a Tacito che la "nube nera e terrificante, lacerata da lampeggianti soffi di fuoco che si esplicavano in linee sinuose e spezzate, si squarciava emettendo delle fiamme dalla forma allungata: avevano l'aspetto dei fulmini ma ne erano più grandi".


Altri video e foto di fulmini vulcanici sono state catturate dai turisti osservando le eruzioni del vulcano Fuego in Guatemala (sopra) o di Anak Krakatau nello Stretto della Sonda, sempre in Indonesia, sulle cui isole si concentrano moltissimi vulcani esplosivi, alle pendici dei quali sono stati elevati un tempo imponenti templi in onore di Shiva - il distruttore - e di altre divinità indù, che hanno resistito alla potenza delle eruzioni e sono stati risparmiati dalle loro conseguenze.


Shiva è il dio indù della distruzione e della trasformazione, che fa parte di un ciclo cosmico di creazione, mantenimento e distruzione. La distruzione operata da Shiva è vista come necessaria per la rigenerazione e il rinnovamento, non come un atto malvagio. 

A Brahma, il dio indù della creazione, è consacrato il vulcano Bromo, sull'isola di Giava, nel cratere del quale i devoti gettano offerte in denaro o primizie al fine di ingraziarsi i favori della divinità e i molto meno devoti scendono a recuperarle per garantirsi il vitto.


A proposito dei fulmini vulcanici, ieri sera ho scambiato qualche messaggio sul tema con Alberto, il collega di filosofia. La loro origine è dovuta probabilmente allo sfregamento tra le particelle che compongono la cenere vulcanica in ascesa: gli studi di elettrostatica ci insegnano che sfregando una bacchetta di vetro (formato da silicati alcalini) o di zolfo, queste si caricano. Guillame Dufay, fisico del XVIII secolo, parlava di elettricità vetrosa e di elettricità resinosa; Benjamin Franklin di cariche positive e di cariche negative

Le prime considerazioni sui fulmini vulcanici risalgono al 1782 e sono opera di Alessandro Volta ma un recente studio approfondito sul fenomeno è stato pubblicato nel 2022 da Corrado Cimarelli e Kimberly Genareau

Una revisione dell'elettrificazione vulcanica dell'atmosfera e dei fulmini vulcanici - ScienceDirect 

Nell'articolo sono esaminati i meccanismi dell'elettrificazione vulcanica e sono riassunti i recenti progressi nello studio di questi fenomeni, grazie a indagini sul campo e ad esperimenti in laboratorio. Infine, sono evidenziate le sfide e le direzioni future della ricerca sui fulmini vulcanici.

PS: perché la foto di un drago di Komodo in apertura? Perché l'isola di Flores costituisce la principale via d'accesso al Parco Nazionale di Komodo: da Labuan Bajo, la maggiore città di Flores, si parte per accedere alle isole abitate da questo sauro unico al mondo.

giovedì 31 luglio 2025

Vulcani, eruzioni e video vari...

Raccolgo in questo post alcuni video a tema vulcanico: quasi tutti sono spezzoni di documentari che ho ripreso con il cellulare mentre li trasmettevano in televisione. Ad essi premetto il celebre esperimento del vulcano, che fa divertire i bambini più piccoli ma che ha il pregio di mettere in evidenza l'importanza dei gas nella dinamica delle eruzioni esplosive.

I gas vulcanici sono formati da vapore acqueo, anidride carbonica, composti dello zolfo, HCl e HF. Quello dell'esperimento puerile è CO2, ottenuta per reazione di un acido con un carbonato (bambini di quinta, lo volete imparare una volta per tutte???): quella stessa CO2 che troviamo nelle bibite gassate e negli spumanti e che li fa zampillare quando apriamo la lattina o la bottiglia dopo energica agitazione.

Altro parametro fondamentale è la viscosità del magma: per (far) intuire in parte ai nostri discenti come il suo rapporto con il gas possa influenzare un'eruzione, provate a prendere una cannuccia e a soffiare prima in un bicchiere con acqua, poi in un altro con del succo di frutta (alla pesca o alla pera), poi in un altro ancora con della conserva di pomodoro e infine in un ultimo bicchiere con del miele (fluido altamente viscoso). Descrivete quello che succede in ogni caso e soprattutto osservate la forza con cui dovete soffiare per ottenere le bollicine sulla superficie del liquido.

La viscosità del magma (ossia la capacità di opporsi allo scorrimento) dipende dal contenuto di silice: all'aumentare del secondo, aumenta la prima e aumenta la capacità del magma di trattenere i gas vulcanici, determinando un aumento di pressione all'interno del serbatoio magmatico. 

La rassegna di video sulle eruzioni esplosive comincia a Stromboli, nelle isole Eolie, che nell'insieme formano un arco vulcanico tuttora attivo e oggetto di studio e di monitoraggio da parte dei vulcanologi.

Studiando l'ultima eruzione di Vulcano, tra il 1888 e il 1890, Giuseppe Mercalli (1850-1914) introdusse l'aggettivo vulcaniana per indicare un'eruzione esplosiva, annunciata da scoppi analoghi a colpi di cannone, con la formazione di una colonna eruttiva, la ricaduta di materiali solidi sull'edificio vulcanico - alcuni del diametro di 2 o 3 metri, detti bombe vulcaniche - e una colata di lava molto viscosa. Eruzioni di questo tipo sono state descritte, ad esempio, anche per lo Stromboli (11 settembre 1930), per il vulcano Galeras, in Colombia, e per Anak Krakatoa nello stretto della Sonda.


L'eruzione più celebre della storia rimane quella che nel 79 d.C. ha distrutto Ercolano e Pompei, raccontata da Plinio il Giovane in due importanti lettere a Tacito che costituiscono il primo resoconto scritto di un evento di questo tipo. 

Nel corso dell'evento trovò la morte anche lo zio dello scrivente, Plinio il Vecchio. Quest’ultimo, che si trovava con il nipote a Capo Miseno, dove comandava una flotta romana, il 23 agosto (o 23 ottobre?) del 79 verso le 13 osservò una grande nube a forma di pino che si levava dal monte. 


Uomo di vastissima cultura e di forte carattere, Plinio il Vecchio volle studiare il fenomeno da vicino e contemporaneamente portare soccorso alle popolazioni in fuga, mettendo a rischio la propria vita. In queste due lettere, Plinio il Giovane racconta quell’episodio e ci dà, di prima mano, la descrizione precisa e suggestiva dell'eruzione e delle sue terribili conseguenze: l'innalzarsi della colonna eruttiva, la pioggia di pomici, il tremore della terra, il ritiro del mare, la nube piroclastica, nera e terrificante, lacerata da lampeggianti soffi di fuoco [...] che poco dopo calò sulla terra e ricoperse il mare. Ancor oggi eventi di questo tipo prendono il nome di eruzioni pliniane.

La distruzione di Pompei ha ispirato poeti, pittori QUI, qualche regista e anche autori di opere teatrali. L'ultimo giorno di Pompei è un melodramma in due atti di Giovanni Pacini (1796-1867), su libretto di Andrea Leone Tottola (1800?-1831?). 

L'opera debuttò con grande successo al teatro San Carlo di Napoli, il 19 novembre 1825, con Adelaide Tosi, Giovanni David, Luigi Lablache e Michele Benedetti. Nel video seguente ascoltate la scena immediatamente successiva al fragore dell'esplosione vulcanica, mentre in cielo si leva la colonna eruttiva, con lo sgomento dei personaggi che temono di aver suscitato la collera degli dei compiendo scelte errate in termini di giustizia e di morale.


L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., pur nella sua tragicità, non è ricordata come la più mortale della storia. L'eruzione del Tambora, in Indonesia, nel 1815 causò la morte diretta di circa 100.000 persone e, a causa delle conseguenze climatiche, la morte indiretta di milioni. L'eruzione del Krakatoa del 1883 ne causò oltre 36.000 e più recentemente, nel 1985, l'eruzione del Nevado del Ruiz in Colombia causò circa 25.000 vittime.

Anche l'eruzione del vulcano La Peleé, nelle Piccole Antille, causò circa 30.000 vittime: l'8 maggio 1902, una nube piroclastica originatasi dal crollo di un versante dell'edificio vulcanico ha travolto e distrutto la città di Saint Pierre. Due soli i sopravvissuti: un ciabattino, la cui abitazione si trovava in una posizione protetta da un rilievo; e un detenuto, rinchiuso nella cella d'isolamento del carcere, al quale il poeta Giovanni Pascoli dedicò l'ode "Il negro di Saint Pierre".


Ultima eruzione che ricordo è quella del vulcano Sant'Elena, negli USA, risalente al 18 maggio 1980: osservate il confronto tra il prima (sx) e il dopo (dx).


I vulcani: rischio o risorsa? Nei materiali eruttati si celano minerali preziosi per l'agricoltura e per l'industria. Tra questi figura lo zolfo, di cui ho detto e ridetto più volte nel blog. Anche se oggi si ricava dalla raffinazione del petrolio, QUI, esistono ancora miniere di questa risorsa. 

Il penultimo video evidenzia le terribili condizioni di lavoro dei minatori sul vulcano Kawah Jien, nell'isola di Giava (Indonesia). Essi estraggono lo zolfo che si deposita nel cratere, nei pressi di un lago le cui acque hanno un pH molto acido per la presenza di acido solforico in esse disciolto.


Una miniera di zolfo, oggi abbandonata, si trova sulla White Island, un vulcano in Nuova Zelanda, altra terra geologicamente molto attiva, come possiamo vedere da questo breve video che mostra una sorgente termale importante per la cultura Maori.


Tutta questa rassegna di isole e di vulcani costituisce per me un insieme di sogni vacanzieri che rimarranno tali: ho le ferie in alta stagione e il mio stipendio non mi permette di fronteggiare gli inevitabili costi, oltre ai problemi di salute che mi impediscono di viaggiare come vorrei. Problemi di salute che la noia aggrava ogni giorno di più: e la noia si trasforma poi in nausea, grazie ai soliti stolti e inutili predicatori di pezzi di metallo al dito. 

E allora, l'unica Isola di fuoco che potrei frequentare è quella del vecchio gioco da tavolo dove tutti potevamo improvvisarci Indiana Jones e cercare di sottrarre il gioiello al demone che poi manifestava la sua ira rendendo ardua la fuga attraverso una giunga intricata, ponti pericolanti e bombe vulcaniche che assumevano le dimensioni di roteanti biglie rosse. 

lunedì 28 luglio 2025

Bach e Liszt

28 luglio 1750. Johann Sebastian Bach morì a Lipsia, all'età di 65 anni, dopo essersi sposato due volte, aver messo al mondo una ventina di figli e aver lasciato una cospicua produzione musicale che ha il pregio di avere raccolto tutte (o quasi) le conoscenze intorno alla musica a lui precedente e di aver gettato le basi per quella a lui successiva.

Per ricordare il vecchio Bach propongo l'ascolto del Preludio e fuga in La minore per organo nella trascrizione pianistica di Liszt...

... buon ascolto e buona estate!

MC

venerdì 25 luglio 2025

Arsenico e vecchi laghetti

Scorrendo le ultime notizie dal mondo scientifico (e microbiologico in particolare) sulla newsletter di Nature, ho adocchiato un articolo, datato 24 luglio, a firma di Lauren Wolf [1], che sottolinea come una pubblicazione sull'improbabile "vita dell'arsenico" sia stata ritrattata a quindici anni dalla sua pubblicazione. [2]

Nel 2010, alcuni ricercatori avevano riferito di aver identificato un microrganismo, appartenente al genere Halomonas, presente nel lago Mono, in California, in grado di utilizzare l'arsenico, elemento tossico per moltissime forme viventi, al posto del fosforo nelle sue molecole biologiche.

Il fosforo, come anione fosfato, è presente nei nucleotidi (monomeri costitutivi degli acidi nucleici che svolgono anche altre funzioni, come GDP, AMP, AMP ciclico, ADP e ATP) e nelle molecole fosforilate attivate: glucosio-6-fosfato e altri monosaccaridi fosforati (ribosio, fruttosio), amminoacidi e proteine (con varie funzioni), precursori dei lipidi, vitamine (es. tiamina-pirofosfato o TPP) e altri intermedi metabolici, etc.

Questo articolo controverso, nel quale gli autori sostenevano che il microrganismo potesse prosperare grazie all'arsenico, sottoforma di anione arseniato, è stato recentemente ritrattato dalla rivista Science, quasi 15 anni dopo la sua pubblicazione originale. 

La decisione dell'importante rivista è stata elogiata da alcuni scienziati, che affermano che si aspettava da tempo in quanto il legame As-estereo è cineticamente instabile [3] e nell'ambiente As non è esclusivamente presente ma c'è sempre il fosfato [4]. 

Forse si poteva invece cautamente supporre che tale microorganismo fosse tollerante a dosi importanti di As, normalmente letali per altri. [5],[6]

Gli autori dell'articolo non sono d'accordo: confermano i loro dati e sostengono che la ritrattazione non sia giustificata.

Quando l'articolo è stato pubblicato, Science riservava le ritrattazioni principalmente ai casi di cattiva condotta: così afferma il caporedattore della rivista Holden Thorp nella dichiarazione di ritrattazione dell'articolo. Da allora, la rivista ha ampliato i suoi criteri per stabilire cosa giustifichi una ritrattazione. Scrive Thorp: "Se i redattori stabiliscono che gli esperimenti riportati in un articolo non supportano le sue conclusioni chiave", come nel caso di questo articolo, una ritrattazione è ora appropriata.

In una lettera aperta, tutti gli autori dell'articolo, tranne uno, hanno affermato che Science ha oltrepassato le linee guida del Committee on Publication Ethics, un gruppo consultivo che raccomanda le migliori pratiche per l'editoria accademica. Anche i rappresentanti della NASA, l'agenzia che ha finanziato il lavoro originale, hanno espresso disappunto per la ritrattazione.

RIFERIMENTI

[1] https://www.nature.com/articles/d41586-025-02325-z

[2] https://www.science.org/doi/10.1126/science.adu5488

[3] https://pubs.acs.org/doi/10.1021/cb2000023

[4] https://www.science.org/doi/10.1126/science.1201482

[5] https://www.science.org/doi/10.1126/science.1219861

[6] https://www.science.org/doi/10.1126/science.1218455