domenica 20 aprile 2025

Da Belluno ...

... tanti cari auguri di Buona Pasqua, qualsiasi significato abbia per voi questa festa!


J.S. Bach, Adagio - dal concerto per due violini e orchestra BWV 1043

venerdì 18 aprile 2025

Il buon venerdì...

Oggi, 18 aprile, è Venerdì Santo. The Good Friday - lo chiamano nei paesi anglofoni. Nelle chiese cristiane gli altari sono spogli, le campane mute. Non si celebra la messa ma una lunga funzione incentrata sulla lettura del racconto della Passione, così come è riportato nel Vangelo di San Giovanni, autore sacro che per la Tradizione è stato testimone oculare degli eventi narrati. Qualcuno ascolterà comodamente seduto in salotto questa narrazione nella versione musicale di Bach, da cui traggo il corale seguente:


Io non uscirò di casa e non credo di ascoltare musica. Ho appena finito di limare una presentazione dedicata a Maxwell e alle sue equazioni. Oggi, 18 aprile, ricorre anche il settantesimo anniversario della morte di Einstein, che proprio dagli scritti di Maxwell è partito per elaborare le sue teorie.

Maxwell era un devoto fedele appartenente alla Chiesa episcopale di Scozia: con gli amici discuteva non solo di fisica e di matematica, ma anche di questioni religiose. Negli scritti più personali si ritrovano versi e brevi preghiere, come la seguente, riportata da Torrance nel secondo volume dell'opera da lui dedicata al grande fisico:

O Dio onnipotente, che hai creato l'uomo a Tua propria immagine, e ne hai fatto un'anima vivente perché egli potesse cercarTi e avere potere sulle Tue creature, insegnaci a studiare l'opera delle Tue mani, affinché possiamo soggiogare la terra a nostro uso e rqfforzare la ragione al Tuo servizio, così da ricevere la Tua parola benedetta, la quale dobbiamo credere per Colui che Tu hai mandato, per donarci la conoscenza della salvezza e la remissione dei peccati. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore.

Un buon teologo di oggi non saprebbe fare di meglio - e uno scienziato contemporaneo intanto si dedicherebbe ad altro, non a scrivere orazioni.


E così il povero Cristo è lasciato solo, crocifisso al duro legno dall'indifferenza, oltre che dal peccato di sempre e dai soldati romani di allora. E dai uattanciù di molti che dicono di seguirlo e ne fanno una scusa per occuparsi di altro, trasformando la sua Sposa in una multinazionale dell'immobile, in una holding dell'allegria a poco prezzo, in un'agenzia matrimoniale a buon mercato, etc. etc. etc.

Popule meus, quid feci tibi? 
Aut in quo te contristavi? 
Responde mihi...

lunedì 14 aprile 2025

Chiedere e chiudere...

La liturgia romana della Domenica delle Palme inizia con una celebrazione sul sagrato della chiesa, con la benedizione degli ulivi, seguita da una processione in cui si canta(va) "Benedictus qui venit in nomine Domini" o altro canto adatto.

Ho seguito la messa in televisione e, nonostante ormai mi professi agnostico, ne ho sentito davvero il bisogno, dopo aver passato il fine settimana ad abusare della pazienza del Padreterno a causa di uno dei suoi tanti emuli che è troppo convinto di essere tale - e in quanto tale si arroga prerogative che non ha.

P. Lorenzetti, Entrata a Gerusalemme, part.

Ascoltando il brano del Vangelo di Luca che racconta l'entrata di Cristo in Gerusalemme a dorso di mulo, ripensavo all'omelia di un sacerdote, tanto dotto quanto animato da profonda carità, che commentava la pericope con un pensiero sul suo ministero: "il prete deve essere come quel mulo, che porta Cristo alle folle e intanto di lui, povera bestia da soma, non si cura nessuno". 

Un'immagine che percepisco ben lontana da quei banditori di pezzi di metallo al dito con cui mi sono trovato a che fare troppo spesso e che hanno stretto alleanza con la volontà di certi parenti che mi desideravano - a loro dire - sistemato. 

Tanto i banditori quanto i parenti hanno contribuito - e non poco - a rovinarmi la vita, a stracciare i miei progetti e a cancellare i miei sogni. E tutto nel nome del matrimonio e della famiglia, un ergastolo a cui sono condannato con una sentenza che attualmente è sospesa e ben lungi dal diventare esecutiva: volevo ben altro per la mia vita, ma non importa.

Dio ha abbandonato suo figlio sulla croce - perché? si è chiesto il salmista - e altrettanto ha fatto con il sottoscritto e chissà quante altre persone, ieri, oggi e sempre, qui e in ogni dove. Forse perché non esiste; o se esiste, perché ha di meglio da fare, come preparare l'inferno per chi fa domande del genere.

Ritengo che simili pensieri abbiano attraversato la mente di Beethoven ad Heiligenstadt. Beethoven: un uomo a cui Dio ha concesso il privilegio di saper scrivere la musica togliendogli il piacere di ascoltarla. Nonostante questo, il maestro di Bonn, negli ultimi anni della sua vita, ha elevato a quello stesso Dio un solenne canto di lode, così grande da ritenerlo la sua opera più bella.


Il video propone il Sanctus e il Benedictus della Missa Solemnis op. 123 nell'interpretazione di Sir John Eliot Gardiner. I solisti intonano l'invocazione iniziale, introducendo al mistero, e poi si liberano in un giubilante: pleni sunt coeli et terra...

Poi la musica si fa più raccolta: nella liturgia è il momento dell'Elevazione. Come un raggio di luce da un rosone illumina l'altare, così lo Spirito scende sulle specie eucaristiche e il solo del violino plana dalle dimore celesti per dialogare con le voci: Benedictus... Benedictus...

Cattedrale di Bari, solstizio d'estate

Tra emuli e muli, banditori e parenti, la mia settimana non sarà troppo santa, come ho già detto al post precedente. Il prete, all'omelia, chiedeva di non condannare Dio al silenzio, chiudendo la Bibbia, e di non chiudere il cuore ai bisogni degli altri. 

Nel mio piccolo, io, a certi preti, chiederei di chiudere la bocca e di smetterla di infastidire uomini e donne con proposte di vita che nel terzo millennio devono essere per tutti scelte libere, ponderate e consapevoli. 

E chiederei anche il rispetto di chi opta per prospettive diverse da quelle stabilite dai confini della loro ridotta weltanschauung: non esistono solo parrocchia e famiglia, a questo mondo. 

E non esistono solo cattolici, solo cristiani, solo credenti. Esistono i dubbiosi, gli agnostici, gli atei: e tutti hanno diritto di cittadinanza in questo mondo. Nell'altro forse no. 

sabato 12 aprile 2025

Per una settimana che santa non sarà...

Reduce dall'ascolto di un bellissimo "Flauto magico", trasmesso ieri sera su Rai 5, vi propongo l'ascolto di una fuga per organo di Bach, giusto per tentare di introdurmi ad un clima (pseudo)religioso.


In cuor mio, mi ricordo di Dio solo per accusarlo di avermi regalato tanti semi e di avermi abbandonato in una terra sterile, nella quale soffro in silenzio, rotto da qualche esplosione di rabbia. L'ultima: alla fine della giornata di venerdì, quando il solito qualcuno, che pensa di essere un tutto e vorrei che fosse un nessuno qualsiasi, ha osato violare un mio spazio sacro: quello del tempo lavorativo.

Oggi avrei voluto festeggiare, più per celia, il mio mezzo compleanno (quello intero sarà tra sei mesi esatti) e lascio la torta Donizetti, che mia madre ha preparato con un quel tocco in più che solo una mamma può mettere, al ventre senza fondo di un essere innominabile che stupra ogni giorno la mia anima e calpesta ogni mio sentire - e questo da moltissimi lustri - perché ritiene di poterlo fare. Lui è lui e il resto dell'universo gli gira attorno e a lui s'inchina.


Nei prossimi giorni devo attendermi il solito copione, di uova e di coniglietti, di animalisti che deprecheranno la strage degli agnelli (per carità: liberi di farlo, ma perché solo per la festività cattolica?), di buone pasque e di auguri vari (spegnerò il telefono), di inviti a concerti e a funzioni religiose: parole, parole, parole... e bei gesti osannati da chi legge il vangelo e lo vive nel quotidiano, troppo spesso nei panni dei farisei. E agli osanna seguiranno i crucifige, come sempre. O il solito imperativo: nube!

A me tutto questo ha stancato da tempo e benedico il covid che mi ha dato modo di estirpare la gramigna di una pratica che lascio volentieri ad altri. Non mi professo credente e nemmeno ateo: preferisco dirmi agnostico e per questo non perdo nemmeno tempo a sbattezzarmi. Chissà, forse tornerò sui miei passi, se mai un giorno sarò farmacista in qualche ospedale missionario, come avrei voluto essere da molti anni in qua. Intanto ho ricevuto questo... 


... le soddisfazioni ci sono, non lo nego, ma non ripagano il dolore di mille sogni infranti nel nome del matrimonio (che rifiuto) e della famiglia (che non voglio), con tanto di benedizione di qualche pretonzolo della malora - con i quali ho rotto ogni rapporto.

L'arcana pensosità della fuga bachiana non mi è di aiuto. Mi ha fatto sentire meglio Mozart, con il messaggio di speranza che aleggia per tutta la sua ultima grande opera: il sole della saggezza sorge a fugare le tenebre di una notte fatta di superstizioni e di consuetudini; e la sua luce non acceca ma abbraccia chi desidera la conoscenza e l'amore. L'amore: quello vero, non quello ridotto a un pezzo di metallo al dito dai soliti, inutili, predicatori di menzogne. 

sabato 5 aprile 2025

Primavera non bussa, lei entra sicura...

Oh, finalmente la primavera sembra voler arrivare anche a Belluno!

Ammirate il profilo della S'ciara dietro i ciliegi in fiore...


... mentre io godo il bianco che trionfa nel mio giardino, bello come il sole che lo bacia. 


Le luci del tramonto segnano la fine di un altro giorno: un passo dopo l'altro verso l'eternità.


Il crepuscolo cede il passo alla Luna che danza con Marte: questa sera ci sarà la congiunzione.


Poi, nel cielo notturno splendono le stelle: Orione ha quasi compiuto il suo viaggio sulla volta celeste, per quest'anno.


E il mio pensiero di questi giorni, ossessionato da Maxwell e dalle sue equazioni che intrepretano la luce come un'onda elettromagnetica, mi porta a chiedermi chi mai scriverà un giorno le "equazioni del buio"

Chissà se vivrò abbastanza per vederle scritte e dimostrate: Maxwell non ebbe questa fortuna, poiché le prime onde elettromagnetiche furono prodotte e rivelate da Hertz sei anni dopo la sua morte, a più di vent'anni dalla pubblicazione di quell'articolo nel quale il geniale matematico scozzese espose la teoria, indirizzando l'attività dei fisici che sarebbero venuti dopo di lui.


S. Kubrick, 2001: Odissea nello spazio - incipit.

sabato 29 marzo 2025

La reverenza della primavera... dalle 2 alle 3.

La primavera vuol arrivare; è l'inverno che non vuol sapere di andarsene e di portare seco pioggia e freddo.

I fiori sbocciano comunque e colorano i prati di bianco e di giallo, tra pratoline e primule. Un tocco di blu e di viola lo dà Hepatica nobilis.

Poi di bianco si tingono anche il mandorlo e il ciliegio - il secondo ancora timidamente, rispetto al primo, che ha emesso qualche fiore solamente sui rami più vicini alla casa.


E anche i muschi fanno la loro parte, con sporofiti e sporangi, poco notati dai più ma di sicuro interesse per il naturalista.


Intanto, in salotto, il sole al tramonto gioca con le gocce di vetro appese al lampadario - che facevano la felicità di Pollyanna e anche la mia, sia da bambino sia ora, da devoto seguace di Maxwell.


E fuori, i cieli si incendiano e le luci del tramonto salutano i primi fiori della magnolia piantata in autunno.


E che dire? Spero nello scorrere del tempo e nell'estate; che si portino via questo deprimente grigiore.


Buona domenica a tutti e ricordate di spostare l'orologio... dalle due alle tre!


G. Verdi, Falstaff - Reverenza!

domenica 23 marzo 2025

Verso la fine di marzo...

All'ora indicata dalla lavagna interattiva multimediale, nella foto sopra, è iniziata - astronomicamente parlando - la primavera. Voglio salutarla con un breve commento musicale, una Romanza senza parole opera di Felix Mendelssohn.

Guardo le mie piante: alcune germogliano - come l'elicriso e le insettivore, altre emettono i primi fiori - come le camelie

Le piante tropicali purtroppo non hanno superato l'inverno; l'elleboro nero, in vaso, sta esprimendo gli ultimi fiori, mentre trionfa l'elleboro verde nei prati.

Ecco le primule, immancabili in questo periodo dell'anno...


... e un cielo minaccioso incombe sul mandorlo vestito di bianco.


Non posso far altro che tornare in casa, aspettando la pioggia, per accendere la stufa a legna e mettermi a correggere verifiche e a preparare lezioni, pensando al magnetismo, a Gauss, a Weber e al loro magnetometro per la misura del campo magnetico terrestre, invenzione che ha meritato loro di essere ricordati nei nomi delle unità di misura del flusso - nel sistema cgs il primo, nel sistema internazionale il secondo.


Buona domenica pomeriggio e buona ultima settimana di marzo: la fine dell'anno scolastico si avvicina e con essa, per qualcuno, anche gli esami... e allora, buono studio!

lunedì 17 marzo 2025

Un weekend di letture e di documentari

Tra gli appunti per le mie lezioni alle prime classi, uno spazio non indifferente è riservato all'Antartide: forse perché sono rimasto favorevolmente suggestionato da un corso seguito all'università, anni fa, tenuto da chi quelle terre lontane le esplora per studiarne i ghiacci e quanto in essi vi è scritto...

Mi piace raccontare la storia delle esplorazioni e proprio l'altra sera ho rivisto per la terza volta un film-documentario, opera di Tim Jarvis, dedicato alla spedizione Endurance, che aveva come scopo l'attraversamento dell'Antartide da una costa all'altra.

La spedizione (1914-1917) non raggiunse l'obiettivo, ma tutti gli uomini che vi parteciparono fecero ritorno a casa, grazie ad Ernst Shackleton (1874-1922), loro intrepido capitano.

La nave fu distrutta dalla forza dei ghiacci; l'equipaggio si salvò navigando sulle scialuppe fino all'isola Elefante. Da lì, cinque uomini e il capitano partirono per la Georgia del Sud, sempre a bordo di una scialuppa opportunamente rinforzata. Sbarcarono dopo quindici giorni di navigazione in mezzo ad onde gigantesche. 

Giunti a terra, trovarono ghiacci, colonie di pinguini e qualche foca da catturare per potersi rifocillare. Lo stabilimento baleniero che volevano raggiungere si trovava a quaranta chilometri dall'altra parte dell'isola. Per arrivarci fu necessario arrampicarsi e attraversare le montagne: da marinai divennero alpinisti.

Giunsero a destinazione e chiesero l'aiuto di una nave baleniera per tornare sull'isola Elefante e salvare i compagni ivi rimasti. Ci riuscirono al quarto tentativo. Tutti ritornarono in Inghilterra, dopo quasi tre anni dalla partenza. Nel frattempo, era scoppiata la Grande Guerra...

In Georgia del Sud, cinque anni più tardi, Shacketon morì per un arresto cardiaco e lì fu sepolto.


Chi ha ripercorso le sue orme, racconta che dopo un secolo molto meno ghiaccio attanaglia oggi quelle terre lontane rispetto a quanto ci si aspetterebbe di trovare leggendo le dettagliate descrizioni lasciate dall'esploratore: il clima cambia, il mondo si è riscaldato, l'acqua dallo stato solido è passata a quello liquido e molte tracce della storia del pianeta rischiano di essere cancellate per sempre.


PS: personalmente preferisco ambienti più caldi, ma anche questi paesaggi hanno il loro fascino.

sabato 15 marzo 2025

Concerti, film, libri e... vita reale.

L'altra sera ho rinunciato a leggere, scrivere, correggere... e mi sono concesso un film, trasmesso in televisione. Il titolo non ha deluso l'aspettativa: "Il concerto", diretto dal regista Radu Mihaileanu e risalente al 2009.

La trama è toccante: un teatro di Parigi invita a suonare l'orchestra del Bolshioi, ma il fax viene intercettato dal vecchio direttore, destituito trent'anni prima e ridotto a fattorino per aver disobbedito agli ordini del partito. E' l'occasione per raccogliere i vecchi professori, riscattare l'onore perduto e ricordare la solista, morta di stenti in un campo di rieducazione in Siberia, ove era stata internata per aver rilasciato un'intervista non autorizzata ad una radio occidentale. In programma il Concerto in Re maggiore per violino e orchestra op. 35, composto da Tchaikovskij, che non ascoltavo da almeno trent'anni.

Eccolo nel video sopra riportato, nell'esecuzione di Perlman, con la direzione di Bohm. Più tardi andrò a cercare il cd, chiuso insieme agli altri in un armadio che non apro da tempo: un armadio che conserva la storia di una passione - quella per la musica - coltivata a spizzichi e bocconi con la complicità di mia mamma che mi comperava le registrazioni economiche in edicola e le nascondeva in quanto qualche altro/a parente disapprovava queste distrazioni culturali

Non si trattava tanto di distrazioni dallo studio scolastico; anzi, per queste "persone" se mi fossi accontentato della licenza media e avessi accettato di fare lavori manuali sarebbe stato anche meglio. 

No, le distrazioni mi portavano lontano dall'ideale del matrimonio, un ergastolo al quale ero stato condannato dalla volontà della famiglia paterna e che è tuttora ben lungi dal diventare esecutivo, per buona pace di consanguinei scassacazzi, di pretonzoli della malora e di tutti gli altri predicatori di consuetudini che si ostinano a vomitare la loro nauseabonda morale escremenziale nella vita di chi - come il sottoscritto - aveva altri progetti, rimasti sogni irrealizzati o - per dirla con Balzac - illusioni perdute.

In questi giorni sto insegnando che la nascita e lo sviluppo della microbiologia e delle sue applicazioni in medicina, la vaccinazione, la scoperta degli antibiotici e di altri farmaci hanno permesso di sconfiggere malattie un tempo mortali, prolungando la vita media - almeno nei paesi occidentali. Un progresso, sulla carta. Ma tra me e me sono portato a pensare che concedere a taluni individui di raggiungere la soglia dei novant'anni e più e di restare qui a calpestare il futuro dei giovani in nome del matrimonio, della famiglia o di mortifere ideologie che tanti danni hanno fatto nel secolo appena passato, con la loro scia di sangue e di morte: non è un progresso. Proprio no. Regalare giorni di vita a chi li usa per calpestare quella degli altri è un delitto. Un delitto gravissimo che merita una punizione tremenda. Si, una punizione eterna... 

... o meglio, forse, abbisogna di uno sguardo di autentica misericordia e tanta penitenza.

sabato 8 marzo 2025

Per sabato 8 marzo 25...

Anche questo sabato volge al termine. Mi ero ripromesso di fare tante cose e invece ho combinato poco e niente. Verifiche da passare in rassegna, altri compiti da preparare, l'impaginato di un nuovo libro da correggere: tutto è là che aspetta. 

Ieri mattina, sono andato in ospedale per una visita e per un vaccino; il pomeriggio me ne sono stato tranquillo a casa, con un po' di mal di testa e tanta sonnolenza. La sera sono andato a letto presto, mentre qualcuno fuori a cena si è ricordato di me e mi ha mandato un autoscatto che ho trovato stamattina su whatsapp.

Oggi, dopo una giornata col braccio ancora dolorante (normale effetto del vaccino), voglio dedicare un pensiero al ricordo di Giuseppina Cattani (1859-1914), laureata in medicina e docente in Patologia generale presso le università di Torino e di Bologna.

Nata ad Imola in una famiglia modesta, mostrò fin da giovane una certa attitudine per le materie scientifiche. Nel 1878 si iscrisse alla facoltà di Medicina, per laurearsi con lode nel 1884. Appassionatasi alla patologia, fu accolta dal professor Tizzoni nel suo laboratorio. Sembra che abbia studiato per alcuni mesi anche a Zurigo, sotto la guida di Klebs. Tentò una serie di concorsi a cattedra, ottenendo scarsi risultati, probabilmente perché donna in un mondo dominato dagli uomini.

Nel 1889 presentò un corso libero di "batteriologia patologica", mostrandosi attenta alle novità e ai progressi nella ricerca: erano i tempi di Koch e di Pasteur. Dal 1890 si interessò del colera e del tetano; gli articoli furono tradotti anche in tedesco e l'anno successivo alcuni esperimenti posero le basi per lo sviluppo di un vaccino contro la tossina tetanica - vaccino che funzionò sugli animali ma non subito sull'uomo.

Intanto si interessò di politica, si lasciò prendere dalle idee socialiste, fu vicina a Pascoli (forse suo professore al liceo?) e fu tra le fondatrici di un "Comitato di propaganda per il miglioramento delle condizioni della donna".

Dal 1897 ritornò nella città natale, dove lavorò presso il locale ospedale, interessandosi di radiologia. I raggi X furono scoperti da Roentgen nel 1895. L'esposizione alle radiazioni è la probabile causa della lunga malattia che la condusse alla morte.

FONTE: per chi volesse approfondire, suggerisco la lettura di: A. Morandi, Medichesse a Bologna: il caso di Giuseppina Cattani (1859-1914), in Pagine di vita e storia imolesi, n. 9, 2003, pp. 209-234.

Per gli aspetti politici e civili, l'Archivio di Stato di Bologna e di Imola.

Ne avevo accennato anche in: R. Barbazza, M. Capponi, Vita e morte nell'invisibile, il breve testo dato alle stampe nel 2020.

mercoledì 5 marzo 2025

Un invito verso la primavera...

In un giorno come questo mercoledì delle ceneri in cui trionferanno musicalmente i Miserere, cantati tanto in latino quanto soprattutto in italiano per dare l'avvio alla Quaresima, io mi ritiro nella quiete della mia casa a correggere verifiche e a preparare nuove lezioni. 

Un piccolo spazio musicale lo concedo a Beethoven e al suo Adagio della sonata in Do minore, conosciuta come "Patetica" - per il suo riferimento letterario a Schiller e alla forza drammatica che l'accompagna. Nulla a che vedere con il significato che diamo oggi a questo termine.


Mi piaceva ascoltare questo brano da giovane, soprattutto nell'interpretazione di Gieseking; e mi piaceva anche strimpellarlo alla meno peggio, cosa che oggi mi guardo bene dal fare. Continuo allora il mio digiuno musicale e coltivo altre cose che mi regalano tanta serenità. Invito tutti a fare altrettanto: siamo chiamati ad amare il prossimo come noi stessi. Come noi stessi: dobbiamo amarci per amare. 

E contro preti e politici che invitano fedeli e cittadini a fare sacrifici, voglio condividere un input per le settimane a venire: invece che scadere in ipocrite mortificazioni, impariamo ad amarci per amare. Impariamo a perdonare per donare. "Misericordia voglio e non sacrifici", leggiamo nel Vangelo di Matteo (9,13). 

Nell'attesa della primavera che ritorna, godiamo - nella prima parte di marzo e piogge permettendo - questi ultimi cieli invernali: all'imbrunire e anche dopo. 

venerdì 28 febbraio 2025

Notturni di fine inverno...

Ecco: ieri, giovedì grasso, giornata intensa di lavoro. E oggi, è iniziato da qualche ora un lungo fine settimana che dedicherò alla correzione di qualche test e alla preparazione di nuove lezioni, rigorosamente in tuta e pantofole. 

Vi regalo qualche scatto di questi giorni: tra meno di un mese sarà primavera, ma un inverno che non è mai davvero arrivato sembra non volersene andare.

Amo passeggiare nel centro storico, dopo aver finito di lavorare; e contemplare la nobiltà di palazzi antichi che raccontano quel che resta di un antico legame con Venezia. Lascio agli storici, locali o meno, lo sviluppo di questo racconto e mi fermo a cogliere un dialogo tra il giallo dell'illuminazione e il blu del cielo. Giallo e blu: i colori della città.

Esco per cena poco fuori città. Da un colle ammiro il giuoco delle luminarie urbane e la nebbia che sale e che copre la visuale delle montagne.

Faccio ritorno a casa e prima di barricarmi nel mio appartamento, di accendere la stufa a legna e di indossare il pigiama, colgo le luci notturne della zona artigianale di là del fiume (e degli alberi).

Sarei tentato di proporre quasi una colonna sonora: mi solletica il "Notturno" dal "Sogno di una notte di mezza estate" di Mendelssohn... e poi odo il suono delle campane che intonano l'Angelus. Il "don" mi ruba un ultimo scatto...

... e alla fine cedo alla tentazione musicale con un brano di Chopin.

Notturno in Fa minore, op. 55 n. 1

venerdì 21 febbraio 2025

Ricordando G.B. Elion

Oltre agli idrocarburi aromatici, di cui ho accennato qualche post fa, esistono anche i composti eterociclici aromatici, nei quali il sistema aromatico è definito da atomi di carbonio e da eteroatomi quali azoto, ossigeno e zolfo. Ne accennai QUI, ricordando la loro importanza per l'industria farmaceutica e un paio di libri ad essi dedicati che studiai quando ero all'università. 

In questo post voglio invece ricordare Gertrude B. Elion (1918-1999), nell'anniversario della morte (21 febbraio). Laureata in chimica, lavorò per l'industria privata; non si sposò mai e vinse nel 1988 il premio Nobel per la medicina, in riconoscimento al suo lavoro sui trattamenti farmacologici e sulla scoperta di diversi farmaci utilizzati per curare una ampia varietà di malattie. 

Questa grafica esamina alcuni dei farmaci chiave da lei scoperti, tutti basati sui sistemi eterociclici azotati, rappresentati dagli anelli purinici e pirimidinici - che costituiscono anche le basi azotate degli acidi nucleici.

Elion è stata nominata in quarantacinque diversi brevetti di farmaci. Nonostante il suo prolifico lavoro nel campo farmaceutico, non ha mai conseguito un dottorato di ricerca formale, ma alla fine della sua vita aveva ricevuto venticinque dottorati onorari. 

La sua vita è un'affascinante storia di trionfo sui pregiudizi razziali (era ebrea, figlia di immigrati europei negli Stati Uniti) e di genere per intraprendere una carriera scientifica in un paese che solo apparentemente si è mostrato davvero aperto, anche in passato.

Stavamo esplorando nuove frontiere, poiché si sapeva molto poco sulla biosintesi degli acidi nucleici o sugli enzimi coinvolti. Mi era stato assegnato abbastanza presto il lavoro sulle purine e, fatta eccezione per alcune deviazioni nelle pteridine e in alcuni altri sistemi pirimidinici condensati, il resto del mio lavoro si concentrava quasi completamente sulle purine. 

Ogni serie di studi era come un giallo in quanto cercavamo costantemente di dedurre cosa significassero i risultati microbiologici, con poche informazioni biochimiche ad aiutarci. 

Poi, a metà degli anni '50, arrivò il lavoro di Greenberg, Buchanan, Kornberg e altri che chiarirono i percorsi per la biosintesi e l'utilizzo delle purine, e molte delle nostre scoperte iniziarono a prendere forma. 

Quando iniziammo a vedere i risultati dei nostri sforzi sotto forma di nuovi farmaci che soddisfacevano reali esigenze mediche e apportavano benefici ai pazienti in modi molto visibili, il nostro senso di ricompensa fu incommensurabile.

Fonte: https://www.nobelprize.org/prizes/medicine/1988/elion/biographical/

https://silviavernotico.wordpress.com/2018/04/28/gertrude-b-elion-non-abbiate-paura-del-duro-lavoro-non-lasciate-che-gli-altri-vi-scoraggino-o-vi-dicano-che-non-potete-farlo-ai-miei-tempi-mi-dissero-che-le-donne-non-avrebbero-dovuto-interessa/