lunedì 7 luglio 2025

Pozzuoli, Pergolesi e un Miserere

I Campi Flegrei tornano in questi giorni alla ribalta delle cronache per gli eventi geologici che interessano l'area. Cinquecentomila persone abitano nella caldera di un antico vulcano, che manifesta ancora la sua vitalità con emissioni di gas, di fanghi, di acque termominerali, con scosse telluriche e con il bradisismo - il suolo si alza o si abbassa. Ne ho già accennato in altri post, su questo blog, e ne leggete in giro, grazie anche agli interventi di specialisti sicuramente più qualificati di chi scrive qui. 

Pozzuoli, fondata dagli antichi greci, è la città dove si trova la nota solfatara, luogo presso il quale fu martirizzato San Gennaro, e molti edifici di interesse, sia civili, sia militari (vi ha sede l'Accademia Aeronautica), sia sacri. Tra questi v'era il Convento dei Cappuccini, un tempo abitato dai frati, che lo fondarono alla fine del XVII secolo, situato sul Rione Terra

La struttura fu abbandonata dai religiosi nel 1866 e il suo uso è cambiato nel tempo. In passato, fu trasformato in trattoria, tra il 1880 e il 1926, e successivamente in un ristorante chiamato "Vicienzo a Mare", reso celebre anche per alcune scene del film "Catene" (1949). 

La struttura chiuse definitivamente negli anni Settanta, a causa del bradisismo, e fu poi rasa al suolo per lasciare spazio a una nuova costruzione in cemento, abbattuta qualche anno fa, sotto la quale si sono conservate tracce dell'edificio più antico. 

Il convento sorgeva in un'area panoramica, offrendo una magnifica vista sul golfo di Pozzuoli: negli ultimi mesi di vita vi soggiornò anche il musicista Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), ormai consumato dalla tubercolosi. Lì compose l'ultimo Salve Regina e il celeberrimo Stabat Mater in Fa minore. 

In questo post voglio proporre l'ascolto di tre numeri del secondo Miserere, in Do minore, una cantata corale con orchestra. Ecco il drammatico coro iniziale...


... seguito dal secondo movimento affidato ai solisti, con una scrittura più serena e luminosa, in una tonalità maggiore.


Nel finale, le voci corali si intrecciano in un fugato dialogando con l'orchestra: dal soggetto di questo fugato ho tratto ieri pomeriggio un breve verso per tastiera.


Qualche notizia in più sul luogo: https://www.archeoflegrei.it/la-storia-vincenzo-mare/

sabato 5 luglio 2025

Ostriche, scogli e tempeste


L'altro giorno, un noto quotidiano nazionale intitolava così un articolo dedicato alle immancabili uscite infelici che i commissari hanno udito anche all'edizione appena trascorsa dell'esame di maturità, alle quali aggiungerei i giovani Barilla, Giovanni (?) Volta e il premio Nobel a Giuseppina Cattani, di cui dissi QUI.

Al di là di ciò, agli orali degli esami di maturità, avrò ascoltato almeno otto volte su dieci qualche "collegamento" (più o meno serio, stavolta) con Verga e le sue opere: Rosso Malpelo, I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo e il Ciclo dei vinti. Questi titoli vi ricordano qualcosa?

Negli scritti dell'autore siciliano, la vita appare come una dura lotta per la sopravvivenza, secondo una legge immutabile e ingiudicabile, della quale lo scrittore fotografa la realtà, descrivendola in modo oggettivo. 

Il pessimismo di Verga è ben "espresso" dalla Provvidenza che cola a picco con il carico di lupini (e anche col povero Bastianazzo) e soprattutto nell'ideale dell'ostrica, secondo il quale ogni uomo sarebbe destinato alla condizione in cui è nato: chi tenta di uscirne è destinato a morire, come muore l'ostrica che si stacca dallo scoglio - e come muore il pescatore che vuol farsi mercante

Questo ideale non è troppo lontano da quella mentalità chiusa e paesanotta di certi miei ormai defunti consanguinei, nonostante tra loro e lo scrittore ci siano un secolo, qualche centinaio di chilometri di distanza e nessuna occasione di incontro. 

Meglio la certezza della quieta mediocrità, che la tempesta dell'esistenza; meglio morire lungamente giorno dopo giorno, che vivere brevemente sulla cresta dell'onda - come invece esortava a fare romanticamente il grande Lord Byron alla fine del terzo canto del Pellegrinaggio del Giovane Aroldo:

...eppure devo andare, perché sono come un'alga

strappata dalla roccia, sulla schiuma dell'oceano, per navigare

ovunque l'ondata la infranga, o il respiro della tempesta prevalga.


"Still must I on; for I am as a weed,

Flung from the rock, on ocean's foam, to sail

Where'er the surge may sweep, or tempest's breath prevail."

P. Mariani, Marina di Bordighera, part.

Così, se la famiglia è stata la tomba dei miei sogni e dei miei progetti, il matrimonio - a cui taluni parenti, certi pretonzoli e le mortifere consuetudini vorrebbero condannarmi - ne sarebbe la lapide. Io ho voglia di vivere, non di essere sepolto prima di morire: e lo dico apertis verbis

A dir la verità non voglio essere sepolto nemmeno dopo: desidero essere cremato e che le mie ceneri siano sparse in Natura, alla quale devo restituire fino all'ultimo atomo che ho preso in prestito. 

Intanto:

  • Rigetto i predicatori del quieto vivere.
  • Detesto chi fa della povertà culturale una virtù.
  • Non sopporto chi appiattisce tutto in nome dell'uguaglianza - senza sapere che cosa s'intenda pienamente con questo termine, che non significa tutti con la stessa tuta, la stessa ciotola di riso, le stesse ore dello stesso lavoro, la stessa metratura dell'appartamento nello stesso condominio o della baracca nello stesso villaggio...
  • E quando "uguaglianza" e "povertà culturale" s'incontrano, nasce la miseria materiale.

Mi chiedo solo: perché? 


Byron, op. cit. - canto IV



F. Mendelssohn, La calma di mare e il viaggio felice op. 27

giovedì 3 luglio 2025

Notizie recenti dal mondo dei microbi

Che cosa hanno in comune una bibita, un detergente e un bagno galvanico? Contengono tutti acido citrico, un composto organico polifunzionale del quale accennai QUI, usato per aromatizzare, per correggere il pH, per ridurre la durezza delle acque e come coadiuvante nel trattamento dei metalli. Vista la sua importanza industriale, come è possibile ottenere acido citrico in grandi quantità? Grazie ai microrganismi e alle biotecnologie, che consentono di produrre su larga scala questo e altri composti utili. [1]

Nel breve libro che ho dato recentemente alle stampe per i tipi di La Bussola, intitolato Convivenze difficili (link a lato, clikkando sull'immagine della copertina), richiamo alla fine qualche notizia sui nuovi metodi di produzione dell'acido l-ascorbico, noto come vitamina C, di cui dissi qualche notizia a carattere storico QUI.

La vitamina C può essere ottenuta dalle fonti vegetali che la contengono oppure tramite processi che sfruttano batteri opportunamente ingegnerizzati. Il più antico è il processo Reichstein, che parte dal glucosio, trasformato in sorbitolo, sorbosio, acido 2-cheto-l-gulonico e infine nel target desiderato attraverso passaggi con elevate rese, che ne hanno fatto la via più battuta per produrre industrialmente l'acido l-ascorbico, anche se ultimamente sono stati sviluppati nuovi metodi che adottano in modo esclusivo procarioti, lieviti e microalghe. [2]

L'impiego dei microorganismi per la produzione di birra, vino (QUI) e derivati del latte è antico ed ora è stato esteso e perfezionato. Ecco che cosa scriveva in merito un secolo fa Ettore Molinari, nel suo monumentale Trattato di Chimica: [3]

Oggi i batteri si sono evoluti (talvolta con qualche aiutino dell'ingegneria genetica) per degradare anche materiali non esistenti in natura e prodotti dall'uomo con le attività industriali. 

Si parla di biorisanamento per indicare un insieme di tecniche le quali sfruttano l'azione di microorganismi (batteri e funghi) o di piante per decontaminare acque e suoli contaminati da sostanze tossiche, trasformate dal metabolismo microbico in molecole meno dannose o innocue. Tra le sostanze tossiche figurano metalli pesanti, idrocarburi, pesticidi

Un recente articolo, comparso su Nature [4], annuncia la scoperta di microbi che trasformerebbero la plastica in paracetamolo attuando una particolare reazione nota ai chimici organici in laboratorio come riarragiamento di Lossen, ma finora sconosciuta in natura. [5] Attraverso di essa è possibile trasformare gli acidi idrossamici o i loro esteri in isocianati e, per idrolisi di questi, nelle corrispondenti ammine.

Il fatto è curioso anche perché molti acidi idrossamici (e derivati) mostrano attività antimicrobica e sono studiati in tal senso, come si può evincere leggendo ad esempio QUIQUI oppure QUI. A proposito dell'articolo sopra citato, eccone l'abstract:

Apparentemente risolto il problema delle plastiche tradizionali, rimane quello dei PFAS. Una tempesta perfetta; annunciata da decenni, essa rientra bene nell'idea dell'inquinamento mondiale pronosticato da Limits to growth nel 1972. 

Oggi sappiamo che c'è, ne constatiamo continuamente l'estensione, ne conosciamo sempre meglio il peso sulla nostra salute, ma non riusciamo a porvi rimedio in modo efficace. Sul blog della SCI troviamo un recente aggiornamento sulla situazione nazionale in merito a questo problema, che in classe fu oggetto di approfondimento da parte di un mio alunno. [6]

Sembra che anche qui alcuni microbi potranno intervenire in nostro aiuto, già in un futuro non troppo remoto, come possiamo leggere su alcuni articoli riportati sia da agenzie di stampa [7] sia da quotidiani nazionali. [8]

Tuttavia, proprio quel legame C-F che i "batteri mangia PFAS" sembrano in grado di distruggere torna utile all'uomo in un altro versante, quello della lotta alla Tubercolosi. [9] Il legame C-F caratterizza infatti la molecola dei fluorochinoloni, una classe di antibiotici che è stata studiata per sostituire la rifampicina qualora alcuni ceppi del bacillo di Koch abbiano sviluppato per essa una qualche forma di resistenza. [10]

Per concludere la rassegna, rivolgo un ultimo pensiero agli Archea e a chi li studia, come il professor Giovannelli, ordinario di microbiologia all'università di Napoli, che possiamo ascoltare nel seguente video.

RIFERIMENTI:

[1] G. Fornari, M.T. Gando, V. Evangelisti, Microbiologia e chimica delle fermentazioni. Per le Scuole superiori, Ed. Zanichelli.

[2] C. Bremus e collaboratori, al seguente link: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S016816560600040X?via%3Dihub

[3] E. Molinari, Trattato di Chimica generale e applicata all'industria, vol. II, Chimica organica, tomo I.

[4] https://www.nature.com/articles/s41557-025-01845-5

[5] https://link.springer.com/chapter/10.1007/978-3-030-50865-4_85

[6] https://ilblogdellasci.wordpress.com/2025/03/22/allarme-pfas/

[7] https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2019/09/18/trovati-i-batteri-mangia-pfas-ne-eliminano-fino-al-60-_4a883dde-81b7-42c2-8d1c-9d958acba0df.html

[8] https://www.repubblica.it/green-and-blue/2025/06/13/news/scoperti_in_un_suolo_veneto_batteri_mangia-pfas_gli_inquinanti_eterni-424662430/

[9] https://www.nejm.org/doi/pdf/10.1056/NEJMoa2400327

[10] https://ilblogdellasci.wordpress.com/2025/06/12/il-fluoro-che-mi-piace/

martedì 1 luglio 2025

Una fuga di Messiaen

In questo post interamente musicale, propongo il seguente ascolto: il brano vi porta via cinque minuti, non di più. D'altronde io stesso farei fatica a reggere ascolti più lunghi.

Dire che questa fuga di Oliver Messiaen (1908-1992) costituisca una rarità sarebbe un eufemismo: l'autore del video ed interprete, l'organista Thomas Dawkins, afferma di riuscire a trovarne sul web solo un'altra realizzazione, tratta da un file MIDI. Io mi sono fidato e non ho fatto ulteriori ricerche.

Questa fuga fu scritta dal celebre compositore francese all'età di 17 anni, quando era studente al Conservatorio Nazionale di Parigi, per un concorso del quale egli risultò vincitore insieme ad altri due compagni di studi. Le tre composizioni vincitrici del concorso del 1926 furono pubblicate in un fascicolo, che si può scaricare da QUI

Le condizioni in cui queste fughe furono scritte potrebbero essere definite molto dure. Traducendo dal volume pubblicato si legge che:

Per la composizione della fuga su un tema dato (prova del Concorso di Fuga del Conservatorio) gli studenti sono chiusi nell'edificio dalle 6:00 alle 23:30 e non possono usare alcuno strumento né consultare alcun libro di teoria.

Il soggetto è stato scritto da Henri Rabaud (1873-1949), allievo di Gedalge e di Massenet e direttore d'orchestra; Dawkins stesso, nelle note in calce al video, afferma di non riuscire a immaginare di scrivere una fuga su di esso senza potersi sedere al pianoforte e studiarlo. 

La fuga è scritta in partitura aperta in chiave di soprano, contralto, tenore e basso e non ha una strumentazione specifica. Per quanto riguarda Messiaen, credo che egli pensasse probabilmente all'organo, sebbene il brano sia interamente eseguibile (a parte i raddoppi di ottava per la parte del pedale) da un quartetto d'archi.

sabato 28 giugno 2025

Fine giugno...

Ora posso pensare a un po' di relax, finalmente! Il mese di giugno sta finendo e con esso la trafila connessa agli esami di stato. Congratulazioni a tutti i "maturati", i quali, dopo l'ansia che li ha tenuti svegli durante l'immancabile "notte prima degli esami", ora penseranno a come rilassarsi e a trascorrere le luminose giornate dopo gli esami. 


Io non ho di questi pensieri e - a dire il vero - non li ebbi nemmeno al tempo: tanto qualcuno aveva già pianificato tutto - lavoro, leva obbligatoria, matrimonio, figli, etc. Peccato che qualcuno non abbia fatto i conti col diretto interessato. Ormai non importa più, ma non stupitevi se quando mi parlate di famiglia e pezzi di metallo al dito vi rispondo a best... ehm, vi rispondo: picche!


Il sole splende, è caldo, i fiori sbocciano e i pomodori maturano. Quelli sopra non sono pomodori e nemmeno peperoncini: sono i frutti dell'iperico - o erba di San Giovanni, perché fiorisce nelle settimane precedenti alla Natività del Battista, celebrata il 24 giugno.

Trascorro le mie giornate curando le piante in giardino e cercando di risistemare un poco il mio appartamento - che ho trascurato nelle ultime settimane, per far fronte ai ritmi lavorativi. Ho ripreso a leggere e mi delizio con testi a tema naturalistico: gli scritti di Darwin, un atlante aggiornato sui vulcani e anche qualche testo prettamente letterario. 

Passeggiando in libreria, ho trovato, in vetrina, qualche copia di Convivenze difficili; altre trovano posto su di uno scaffale accanto a Incoscienze naturali. Se non avete idee su che cosa leggere sotto l'ombrellone, mi permetterei di suggerire...


... nel frattempo, guardando la tv, fiorisce qualche idea per un nuovo viaggio, al di là del weekend in Toscana che vorrei fare a breve per visitare il Museo della Geotermia di Larderello. Ecco una possibile meta...


... avete capito dov'è? No?? Allora ve lo racconterò, ma non ora.

lunedì 23 giugno 2025

Il nido delle vespe

Scuotere un nido di vespe è estremamente pericoloso e non è consigliabile farlo da soli. Le vespe sono animali aggressivi e una volta disturbate, possono attaccare in gruppo, causando punture dolorose e reazioni allergiche potenzialmente gravi, inclusi shock anafilattici.

A casa mia, quasi tutte le finestre sono munite di zanzariere, tranne alcune, ben esposte al sole. L'altra sera, abbassando la tapparella di una di queste, provavo una certa fatica: era come incastrata. Ho cominciato a sollevarla e a farla ricadere di peso e sul davanzale sono comparsi i pezzi di un nido di Vespa crabro, con tanto di uova e di larve. La finestra era chiusa e l'unico esemplare adulto è volato via. L'indomani, il mio babbo ha insufflato l'insetticida a base di permetrina, ma ormai quel che restava del nido era disabitato. 

Come ci è noto, qualche giorno fa il signore nella foto sopra ha scosso un vespaio molto più grande e tale nido non era affatto disabitato. Qualcuno si illuda pure che la cosa non ci riguardi da vicino, ma sul nostro territorio ci sono diverse "basi", che qualcun altro potrebbe individuare come "obiettivi". 

Riporto questa vignetta dalla pagina linkedin dell'avvocato Angelo Greco. Se volete visitarla, clikkate sulla parte sottolineata per visualizzarla.

Io ho come l'impressione che qualcuno voglia davvero la Terza Guerra mondiale. Lascio ai complottisti di professione il compito di fare nomi e cognomi. Nella mia insignificanza spero solo di sbagliarmi: intanto ripropongo con forza questo pensiero. 

L'unica guerra che vale la pena di combattere è quella contro l'ignoranza, la miseria e le malattie. Tutto il resto è pura follia. 

martedì 17 giugno 2025

Convivenze difficili (I)

Annuncio che mercoledì 11 giugno 2025 è uscita una mia nuova pubblicazione: "Convivenze difficili" (La Bussola editore)

Il lavoro raccoglie alcune riflessioni, talune assai personali, dedicate al mondo dei microbi e a chi di loro si occupa per professione e/o per passione. Il testo riprende e amplia il discorso iniziato nel 2020 con "Vita e morte nell'invisibile", il breve saggio scritto con il professor Renzo Barbazza e autoprodotto in piena pandemia. Stavolta non di un saggio si tratta, ma di una raccolta di brevi racconti i cui protagonisti sono donne e uomini, di scienza o di lettere, che riflettono sulla realtà del piccolo mondo. Ecco quanto è riportato sulla copertina:

Qua e là mi sono concesso alcune considerazioni assai soggettive che non sempre troveranno il plauso e la condivisione di tutti, ma poco importa. Se scrivessi per piacere al pubblico, mi dedicherei ai romanzi rosa o ai gialli, non a tematiche di questo tipo. 

Tuttavia, sottolineo ancora che la pubblicazione non è e non vuole essere un saggio e men che meno un trattato (non sarei in grado di scriverlo), ma una collezione di brevi cammei dedicati a scrittori del passato, a chimici, biologi, agronomi, farmacisti e medici di ieri e di oggi che hanno segnato il cammino della conoscenza intorno alla realtà della vita, intesa nella sua accezione materiale, ma non solo. Buona lettura!

domenica 15 giugno 2025

Cieli plumbei, arcobaleni e altro...


Un breve brano del compositore rinascimentale inglese Thomas Tallis (1505-1585) mi introduce al clima di festa di questa giornata, che la Chiesa Cattolica dedica a celebrare il mistero della Trinità: la festa religiosa si annuncia come la luce di un arcobaleno che rasserena il cielo plumbeo sovrastante il mio atro umore.
 
Il testo musicato da Tallis e intonato dalle voci riprende un versetto del Vangelo di Giovanni: "Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti e io pregherò il Padre che vi mandi un Consolatore che rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità" (Gv 14, 15-16).


Le scale discendenti sembrano quasi invitare lo Spirito, dolce ospite dell'anima, a scendere e a consolare perfettamente: conforto nel pianto, riposo nella fatica.

Domine! Emitte Spiritum tuum et creabuntur. Et renovabis faciem terrae (et vitam meam...).

Diciassette secoli fa, i vescovi cristiani, riuniti a Nicea, iniziarono a elaborare una profonda riflessione sul mistero della Trinità come risposta all'eresia ariana, per la quale il Figlio era ontologicamente inferiore al Padre. 

Il concilio affermò che il Figlio era "homoousios to Patrì" - "consubstantialem Patri" - "della stessa sostanza del Padre" ed elaborò il Symbolum, completato successivamente nel concilio di Costantinopoli e giunto fino a noi oggi: i cristiani lo recitano durante la messa dopo l'omelia. Credo in un solo Dio...

Che cosa credano i cristiani di oggi, non mi è dato saperlo e men che meno di giudicarlo e di commentarlo. Non tocca a me.

Ho detto altrove dell'orrore che provo da tempo di fronte ad un certo giuridismo ecclesiastico, che vorrebbe ingabbiare la vita di ciascuno in schemi preconfezionati: ordine sacro di qua, matrimonio di là e non ci sono altre possibilità. O prete o sposato con prole.

Ho detto anche della tristezza che mi assale a frequentare le cosiddette comunità, le quali hanno sedimentato nel tempo rapporti umani dettati più da dinamiche paesanotte che dal fuoco vivificante del Logos divino. Tali rapporti alla fine sono stati solo rami secchi da potare e da offrire sull'altare a un altro fuoco, quello purificatore.

Per farla breve e arrivare alla conclusione del post: lo Spirito soffia dove vuole e Dio è Amore

Deus caritas est, scrisse Benedetto XVI il giorno di Natale del 2005. "Abbiamo creduto all'Amore di Dio"... afferma il papa, che ci ricorda come all'inizio dell'essere cristiano c'è un avvenimento: l'incontro con una Persona che dà alla vita un orizzonte nuovo. E non usi e costumi vecchi, travestiti da una morale spicciola e stanca, travolta da un'impetuosa cascata di precetti, precettini, commi e norme che fanno smarrire la strada e la ricerca del vero senso della vita.

Per alcuni, come per chi scrive, è rimasto lo studio della Natura come ultima consolazione: e qualcuno ha avuto modo di studiarla talmente a fondo di essersi dimenticato di Dio. A me è stato negato anche questo e nel frattempo qualcun altro attende ancora di rendere esecutiva la sentenza - già pronunciata - di condanna al matrimonio.

domenica 8 giugno 2025

Tempo di esami...

SCENA X. Esaminatore (E), assistente (A) e studente (S) esaminando.

  • E: Che cosa succede se faccio reagire un carbonato con un acido?
  • S: Che cosa succede... un carbonato... un acido...
  • E: ...
  • S: Non ne ho idea.
  • E: Guardi, una compressa di aspirina contiene bicarbonato di sodio e acido acetilsalicilico. La mette in acqua. Che cosa osserva?
  • S: Che si scioglie.
  • E: E poi?
  • S: Che pian piano scompare.
  • E: E non osserva la formazione delle bollicine?
  • S: Ah si, bollicine di gas!
  • E: Quale gas? Ce ne sono a centinaia...
  • S: ... idrogeno ...
  • E: Rifletta meglio!
  • S: ... metano ...
  • E: Sicuro?
  • S: ... no ...
  • E: Ecco...
  • S: Anidride carbonica!
  • E: Oh, bravo. Anidride carbonica. Tutti i carbonati reagendo con un acido a freddo liberano anidride carbonica e si nota un'effervescenza vivace. Tutti... tranne uno. Mi sa dire quale?
  • S: ...
  • E: Orbene?
  • S: ... non lo so.
  • E: La dolomite, il carbonato doppio di calcio e di magnesio. Dà effervescenza solo a caldo.
  • S: Ah, sono stato in vacanza sulle Dolomiti...
  • E: Va bene, va bene. Dunque, passiamo alla chimica organica
  • S: Ma io non ho studiato niente di questo argomento - rispose l'esaminando, mentre l'esaminatore si tratteneva dal dire: ... perché degli altri invece si.
  • E: Non si preoccupi. Lei risponda alle mie domande. Dunque: di che cosa si occupa la chimica organica?
  • S: Del carbonio, degli idrocarburi...
  • E: E poi?
  • S: Boh... 
(segue un lungo silenzio)
  • E: Ascolti, che cosa farà se mai dovesse superare l'esame?
  • S: Beh, mi prenderò un po' di riposo.
  • E: Intendo: che cosa farà subito dopo aver finito l'esame? 
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una bella bevuta...)
  • S: Una carbonara!
  • E: Beh, anche la carbonara è... chimica organica! C'è la pasta...
  • S: I carboidrati...
  • E: Esatto, bravo. C'è la guanciola di maiale...
  • S: Le proteine...
  • E: Molto bene! 
  • A: Ci sono anche le uova - aggiunse l'assistente.
  • S: Le uova, si... e anche il pecorino romano! - ribatté l'esaminando.
  • E: Ottimo. Con che cosa accompagnerà la sua carbonara? - chiese infine l'esaminatore.
  • S: In che senso?
  • E: Che cosa berrà insieme? 
(L'esaminatore si aspettava per risposta: una birra... un calice di vino... in modo da condurre il discorso sulle bevande alcoliche per chiedere qualche informazione sull'etanolo in esse contenute e sulla fermentazione).
  • S: Acqua! 
  • E: Ma l'acqua non è una sostanza organica!
  • S: Allora... Coca Cola!!!
(Sipario)

domenica 1 giugno 2025

Ciliegie, rose e insetti...

Ancora pochi giorni e le lezioni di quest'anno scolastico avranno termine. Poi resteranno gli esami e i corsi estivi. Intanto le ghiandaie hanno fatto scorpacciata delle ciliegie e di quelle poche che sono riuscito a salvare ho fatto marmellata ieri pomeriggio.


Venerdì mattina invece ho avuto modo di visitare, sempre per lavoro, il magnifico roseto del Museo Etnografico Dolomiti, a Seravella, nel territorio del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.


Vi propongo qualche scatto, senza troppe descrizioni. Ho scattato un centinaio di fotografie, ma ho scelto quelle dove su ogni rosa trova posto un insetto...


... l'ape ...


... la cimice ...


... una farfalla ...


Finalmente l'estate e il caldo sono arrivati anche qui. Ne sentivo il bisogno, non ne potevo più del freddo e dell'umidità. Spero che la mia ipertensione ne trovi giovamento.


Dopo frutti, fiori e insetti (mi pare di rileggere il Cantico francescano...), un ultimo sguardo al cielo.


Certamente l'azzurro, il verde, il bianco e il rosa della foto sopra rasserenano e regalano un po' di pace; nonostante non ami la stagione fredda, devo tuttavia riconoscere che talvolta i cieli invernali si tingono di colori così forti da donare emozioni uniche.


Con l'ultima citazione (attribuita al nuovo Papa), vi auguro buona domenica!
mc

sabato 17 maggio 2025

Sensazioni positive...

Si avvicina la fine della scuola, arriva il caldo e sbocciano i fiori in giardino, anche se soffocati da una foresta di erbacce.

Ecco gli iris e, sotto, la rosa.

Correndo verso la città, osservo maggiociondoli e robinie.

Finalmente, tra i rami degli alberi, spunta il profilo del campanile della cattedrale.

L'estate è prossima, ma le vacanze sono ancora ben lungi dall'arrivare. Scrivo questo post in una parentesi del lungo lavoro di ricopiatura degli appunti per il modulo che ho dedicato alla luce all'interno di un ciclo di lezioni di scienze fisiche, mentre ho ancora sotto il naso l'odore dell'olio essenziale di rosa, utilizzato ieri da un maestro profumiere nella composizione di una miscela per spiegare ai miei discenti come si prepari un profumo

In attesa di stimolare adeguatamente anche il gusto, dopo vista e olfatto, aggiungo un po' di soddisfazione per l'udito, proponendo un Notturno di Mendelssohn.


Di fronte a questo turbine di sensazioni positive, non faccio altro che augurarvi buona domenica. E state in campana, perché presto ci potrebbero essere liete notizie...

sabato 10 maggio 2025

La fumata bianca

In questi giorni, il mondo dell'informazione è stato monopolizzato dall'elezione del Papa. Gli occhi e le telecamere puntate sul comignolo della Sistina, in attesa della fumata, hanno inquadrato un nido di gabbiani.


La fumata è arrivata giovedì sera, 8 maggio, mentre a casa mia si preparava la cena in un'occasione speciale: il compleanno della mia adorata genitrice.


Quasi tutte le reti televisive maggiori erano in diretta da Piazza San Pietro, gremita di gente e di bandiere: i cardinali elettori provenivano da una settantina di paesi del mondo.


Dopo la fumata bianca, realizzata con la combustione di clorato di potassio, colofonia e lattosio, l'attesa è stata lunga. Si vociferava che fosse stato eletto un americano e qualcuno ha ricordato il meme generato dall'IA e passato sugli schermi qualche giorno prima, con Trump in mitria e bianche vesti.


Ci sarebbe mancato solo un Donaldo primo. Ecco, intanto dalla Loggia delle benedizioni si affaccia il cardinale protodiacono ad annunciare il nome dell'eletto.


Per la prima volta nella storia, un figlio spirituale di Sant'Agostino sale al soglio di Pietro. Sceglie il nome "Leone" e subito i giornalisti rispolverano il manuale di storia della quinta liceo per ricordare Leone XIII e la Rerum novarum, l'enciclica che segna la nascita della Dottrina sociale della Chiesa, pubblicata il 15 maggio 1891. 

Ma Leone XIII è anche il papa che ha scritto in tutto 86 encicliche, alcune delle quali contro la Massoneria e 14 sulla preghiera del Rosario: l'8 maggio è anche il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei, come ricorderà il neoeletto nel suo discorso di saluto. 

Con Aeterni Patris (1879), egli rilanciò lo studio della filosofia di San Tommaso, indicandola quale modello da seguire. E proprio all'Angelicum il neo eletto si è laureato in diritto canonico.

E, infine, Leone XIII è il papa che - si narra - abbia contemplato la Chiesa tentata dal demonio per un secolo - quel secolo che Leone XIV forse dovrà chiudere.


Personalmente, non voglio escludere che la scelta del nome Leone attesti invece una continuità con il suo predecessore Papa Francesco, così come Frate Leone fu il più ligio continuatore del messaggio e della regola lasciati da San Francesco d'Assisi. Il santo aveva indirizzato al frate una speciale benedizione in un momento di difficoltà:

Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore benedica te, frate Leone. 

Leone X fu il papa che scomunicò Lutero, monaco agostiniano (proprio come Leone XIV) che cinque secoli fa diede il via alla riforma protestante: che sia un segno dei tempi anche questo? Chi vivrà, vedrà.

Leone XII indisse il giubileo nel 1825, duecento anni fa: fu il primo del XIX secolo, in quanto quello del 1800 non fu celebrato perché Roma era occupata dalle truppe napoleoniche. Si trattò di un giubileo particolare, durante il quale furono proibiti divertimenti e spettacoli e si moltiplicarono invece le preghiere e i pii esercizi, unico diversivo dalle attività lavorative concesso alla popolazione. Se volete leggere qualche pasquinata su questo pontefice, clikkate QUI. A testimonianza dell'impopolarità che godette, basta ricordare il distico che gli fu dedicato alla morte: "Qui Della Genga giace, per sua e per nostra pace".


A Leone XIV auguro di cuore una sorte migliore. Subito dopo l'elezione, i commenti a caldo. Prima di tutto la classifica dei cardinali sconfitti, tra i quali i giornalisti hanno riportato anche i nomi di alcuni italiani. Ad oggi, l'ultimo papa italiano è il beato Giovanni Paolo I, originario dalla diocesi dove sono nato e cresciuto. Ecco il busto a lui dedicato nel Seminario dove egli studiò da prete (e dove io studiai vent'anni fa per conseguire il magistero in Scienze religiose).


Qualcuno ha subito ricordato anche le ombre sulla figura di Prevost, sulle quali glisso. Qualcun altro ne ha approfittato per cercare cinque minuti di pubblicità sui media. Poi: servizi sulla casa natale, a Chicago; sulla passione per il tennis e sulla fede calcistica per la Roma, che ha fatto gongolare - e non poco - un mio collega... 


... mentre per l'Inter, in campionato, è ormai fumata ner...azzurra!


Tuttavia, la notizia più curiosa, riguarda gli studi di matematica, disciplina nella quale Leone XIV si è laureato. Ovviamente qualcuno ha pure scherzato anche su questo...


Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi - recitava un vecchio adagio. E i papi - aggiungerebbe qualcun altro. In fin dei conti, quello della Chiesa è un mondo dal quale sono lontano: e non basta un emozionante messaggio di Pace, disarmata e disarmante, come quello con cui si è presentato al mondo il 267esimo successore di Pietro, per farmi tornare, sapendo che non mi attende l'Amore del Buon Pastore ma il vuoto e vomitevole giuridismo dei suoi sottoposti, con i soliti pistolotti su famiglia, matrimonio e vita parrocchiale. Per la mia vita avrei desiderato altro; per la vita della Chiesa, non desidero altro che essa sia conforme ai desideri del suo Sposo e Signore. Ma intanto devo proteggere me stesso e l'unico modo è stare lontano.