sabato 8 marzo 2025

Per sabato 8 marzo 25...

Anche questo sabato volge al termine. Mi ero ripromesso di fare tante cose e invece ho combinato poco e niente. Verifiche da passare in rassegna, altri compiti da preparare, l'impaginato di un nuovo libro da correggere: tutto è là che aspetta. 

Ieri mattina, sono andato in ospedale per una visita e per un vaccino; il pomeriggio me ne sono stato tranquillo a casa, con un po' di mal di testa e tanta sonnolenza. La sera sono andato a letto presto, mentre qualcuno fuori a cena si è ricordato di me e mi ha mandato un autoscatto che ho trovato stamattina su whatsapp.

Oggi, dopo una giornata col braccio ancora dolorante (normale effetto del vaccino), voglio dedicare un pensiero al ricordo di Giuseppina Cattani (1859-1914), laureata in medicina e docente in Patologia generale presso le università di Torino e di Bologna.

Nata ad Imola in una famiglia modesta, mostrò fin da giovane una certa attitudine per le materie scientifiche. Nel 1878 si iscrisse alla facoltà di Medicina, per laurearsi con lode nel 1884. Appassionatasi alla patologia, fu accolta dal professor Tizzoni nel suo laboratorio. Sembra che abbia studiato per alcuni mesi anche a Zurigo, sotto la guida di Klebs. Tentò una serie di concorsi a cattedra, ottenendo scarsi risultati, probabilmente perché donna in un mondo dominato dagli uomini.

Nel 1889 presentò un corso libero di "batteriologia patologica", mostrandosi attenta alle novità e ai progressi nella ricerca: erano i tempi di Koch e di Pasteur. Dal 1890 si interessò del colera e del tetano; gli articoli furono tradotti anche in tedesco e l'anno successivo alcuni esperimenti posero le basi per lo sviluppo di un vaccino contro la tossina tetanica - vaccino che funzionò sugli animali ma non subito sull'uomo.

Intanto si interessò di politica, si lasciò prendere dalle idee socialiste, fu vicina a Pascoli (forse suo professore al liceo?) e fu tra le fondatrici di un "Comitato di propaganda per il miglioramento delle condizioni della donna".

Dal 1897 ritornò nella città natale, dove lavorò presso il locale ospedale, interessandosi di radiologia. I raggi X furono scoperti da Roentgen nel 1895. L'esposizione alle radiazioni è la probabile causa della lunga malattia che la condusse alla morte.

FONTE: per chi volesse approfondire, suggerisco la lettura di: A. Morandi, Medichesse a Bologna: il caso di Giuseppina Cattani (1859-1914), in Pagine di vita e storia imolesi, n. 9, 2003, pp. 209-234.

Per gli aspetti politici e civili, l'Archivio di Stato di Bologna e di Imola.

Ne avevo accennato anche in: R. Barbazza, M. Capponi, Vita e morte nell'invisibile, il breve testo dato alle stampe nel 2020.

mercoledì 5 marzo 2025

Un invito verso la primavera...

In un giorno come questo mercoledì delle ceneri in cui trionferanno musicalmente i Miserere, cantati tanto in latino quanto soprattutto in italiano per dare l'avvio alla Quaresima, io mi ritiro nella quiete della mia casa a correggere verifiche e a preparare nuove lezioni. 

Un piccolo spazio musicale lo concedo a Beethoven e al suo Adagio della sonata in Do minore, conosciuta come "Patetica" - per il suo riferimento letterario a Schiller e alla forza drammatica che l'accompagna. Nulla a che vedere con il significato che diamo oggi a questo termine.


Mi piaceva ascoltare questo brano da giovane, soprattutto nell'interpretazione di Gieseking; e mi piaceva anche strimpellarlo alla meno peggio, cosa che oggi mi guardo bene dal fare. Continuo allora il mio digiuno musicale e coltivo altre cose che mi regalano tanta serenità. Invito tutti a fare altrettanto: siamo chiamati ad amare il prossimo come noi stessi. Come noi stessi: dobbiamo amarci per amare. 

E contro preti e politici che invitano fedeli e cittadini a fare sacrifici, voglio condividere un input per le settimane a venire: invece che scadere in ipocrite mortificazioni, impariamo ad amarci per amare. Impariamo a perdonare per donare. "Misericordia voglio e non sacrifici", leggiamo nel Vangelo di Matteo (9,13). 

Nell'attesa della primavera che ritorna, godiamo - nella prima parte di marzo e piogge permettendo - questi ultimi cieli invernali: all'imbrunire e anche dopo. 

venerdì 28 febbraio 2025

Notturni di fine inverno...

Ecco: ieri, giovedì grasso, giornata intensa di lavoro. E oggi, è iniziato da qualche ora un lungo fine settimana che dedicherò alla correzione di qualche test e alla preparazione di nuove lezioni, rigorosamente in tuta e pantofole. 

Vi regalo qualche scatto di questi giorni: tra meno di un mese sarà primavera, ma un inverno che non è mai davvero arrivato sembra non volersene andare.

Amo passeggiare nel centro storico, dopo aver finito di lavorare; e contemplare la nobiltà di palazzi antichi che raccontano quel che resta di un antico legame con Venezia. Lascio agli storici, locali o meno, lo sviluppo di questo racconto e mi fermo a cogliere un dialogo tra il giallo dell'illuminazione e il blu del cielo. Giallo e blu: i colori della città.

Esco per cena poco fuori città. Da un colle ammiro il giuoco delle luminarie urbane e la nebbia che sale e che copre la visuale delle montagne.

Faccio ritorno a casa e prima di barricarmi nel mio appartamento, di accendere la stufa a legna e di indossare il pigiama, colgo le luci notturne della zona artigianale di là del fiume (e degli alberi).

Sarei tentato di proporre quasi una colonna sonora: mi solletica il "Notturno" dal "Sogno di una notte di mezza estate" di Mendelssohn... e poi odo il suono delle campane che intonano l'Angelus. Il "don" mi ruba un ultimo scatto...

... e alla fine cedo alla tentazione musicale con un brano di Chopin.

Notturno in Fa minore, op. 55 n. 1

venerdì 21 febbraio 2025

Ricordando G.B. Elion

Oltre agli idrocarburi aromatici, di cui ho accennato qualche post fa, esistono anche i composti eterociclici aromatici, nei quali il sistema aromatico è definito da atomi di carbonio e da eteroatomi quali azoto, ossigeno e zolfo. Ne accennai QUI, ricordando la loro importanza per l'industria farmaceutica e un paio di libri ad essi dedicati che studiai quando ero all'università. 

In questo post voglio invece ricordare Gertrude B. Elion (1918-1999), nell'anniversario della morte (21 febbraio). Laureata in chimica, lavorò per l'industria privata; non si sposò mai e vinse nel 1988 il premio Nobel per la medicina, in riconoscimento al suo lavoro sui trattamenti farmacologici e sulla scoperta di diversi farmaci utilizzati per curare una ampia varietà di malattie. 

Questa grafica esamina alcuni dei farmaci chiave da lei scoperti, tutti basati sui sistemi eterociclici azotati, rappresentati dagli anelli purinici e pirimidinici - che costituiscono anche le basi azotate degli acidi nucleici.

Elion è stata nominata in quarantacinque diversi brevetti di farmaci. Nonostante il suo prolifico lavoro nel campo farmaceutico, non ha mai conseguito un dottorato di ricerca formale, ma alla fine della sua vita aveva ricevuto venticinque dottorati onorari. 

La sua vita è un'affascinante storia di trionfo sui pregiudizi razziali (era ebrea, figlia di immigrati europei negli Stati Uniti) e di genere per intraprendere una carriera scientifica in un paese che solo apparentemente si è mostrato davvero aperto, anche in passato.

Stavamo esplorando nuove frontiere, poiché si sapeva molto poco sulla biosintesi degli acidi nucleici o sugli enzimi coinvolti. Mi era stato assegnato abbastanza presto il lavoro sulle purine e, fatta eccezione per alcune deviazioni nelle pteridine e in alcuni altri sistemi pirimidinici condensati, il resto del mio lavoro si concentrava quasi completamente sulle purine. 

Ogni serie di studi era come un giallo in quanto cercavamo costantemente di dedurre cosa significassero i risultati microbiologici, con poche informazioni biochimiche ad aiutarci. 

Poi, a metà degli anni '50, arrivò il lavoro di Greenberg, Buchanan, Kornberg e altri che chiarirono i percorsi per la biosintesi e l'utilizzo delle purine, e molte delle nostre scoperte iniziarono a prendere forma. 

Quando iniziammo a vedere i risultati dei nostri sforzi sotto forma di nuovi farmaci che soddisfacevano reali esigenze mediche e apportavano benefici ai pazienti in modi molto visibili, il nostro senso di ricompensa fu incommensurabile.

Fonte: https://www.nobelprize.org/prizes/medicine/1988/elion/biographical/

https://silviavernotico.wordpress.com/2018/04/28/gertrude-b-elion-non-abbiate-paura-del-duro-lavoro-non-lasciate-che-gli-altri-vi-scoraggino-o-vi-dicano-che-non-potete-farlo-ai-miei-tempi-mi-dissero-che-le-donne-non-avrebbero-dovuto-interessa/

martedì 18 febbraio 2025

Chiari di luna...

Apro il post proponendo l'ascolto di un celebre brano di Claude Debussy, Chiaro di luna, tratto dalla Suite Bergamasca, qui restituito in una dolcissima versione orchestrale per accompagnare il tenero e romantico rientro a casa in bicicletta di due ragazzi.

Voglio immaginare che siano fidanzati e che si vogliano bene, senza tutto quell'eroismo sbandierato ai quattro venti dai miei nonni o quella smania di correre in chiesa a mettere pezzi di metallo al dito, che i soliti reverendi propinano senza stancarsi, troppo spesso stancando gli altri. 

Nonostante famiglia e religione, voglio pensare che... l'amore è una cosa meravigliosa, riprendendo il titolo di un film uscito settant'anni fa, che racconta della tragica relazione tra un giornalista americano e una dottoressa cinese.

Io ne sono stato privato dall'ossessione per il matrimonio che la mia famiglia ha cercato di inculcarmi da trentaquattro anni a questa parte, senza per altro riuscirvi, con la complice ottusità del contesto sociale in cui purtroppo ho vissuto gli anni della mia giovinezza, sfiorita troppo presto, insieme a qualche benedizione di cui avrei fatto volentieri a meno. 

In effetti, vado a dormire ancora nel paesello dove ho trascorso la mia infanzia, ma ormai il centro di quel che resta della mia vita di relazione è spostato altrove - e di questo me ne rallegro assai, anche se - come ho scritto nel mio ultimo libro Incoscienze Naturali - nell'amore umano non credo da tempo e anche in quello divino ho smesso di sperare, in quanto ridotto a un'accozzaglia di farisaici precettini che trasformano la Pasqua di Cristo in un'anonima e ipocrita pratica del buon vivere (che non funziona). Non ho bisogno dell'uno e dell'altro, ma solo di illudermi ancora di poter realizzare un giorno il mio unico sogno rimasto: diventare farmacista in un ospedale missionario

Del resto, non mi importa nulla; ma ricordo volentieri che oggi, 18 febbraio, come cent'anni fa, Giovanni Treccani fondava l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, il quale - tra il 1929 e il 1937 - pubblicherà la prima grande enciclopedia biografica italiana: quella "Treccani" che da ragazzino dovevo andare a consultare in lunghe sessioni in biblioteca e che oggi vedo buttata in un angolo dal rigattiere ad ammuffire. 

E trent'anni fa, proprio come oggi, il mitico Presidente Moratti acquistò una delle poche cose che ancora mi fa battere forte il cuore (rischiando un collasso ogni volta): l'Inter... amala! Pazza Inter, amala!


 

... amala: nonostante il risultato di domenica scorsa.

sabato 15 febbraio 2025

Inquinanti dell'atmosfera...

Ho terminato la settimana con un'ultima lezione dedicata agli inquinanti dell'atmosfera, tracciando uno schema alla lavagna che riprende i contenuti esposti nel libro di testo:

L'autore ricorda come anche eventi naturali occasionali, come gli incendi, possano emettere in atmosfera sostanze quali particolato, polveri, ossidi di azoto e anidride carbonica.


Durante le eruzioni vulcaniche si liberano anche importanti quantità di anidride solforosa: a proposito, leggiamo QUI una notizia di poche ore fa che riguarda l'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa.


In altri luoghi del mondo, le emissioni naturali sono continue, come ho raccontato più volte ricordando il vulcano Kawah Ijen in Indonesia, dove l'anidride solforosa si origina per combustione dello zolfo, con inquietanti fiamme blu, e acidifica le calde acque di un lago vulcanico. Di piogge acide avevo parlato invece QUI


Altro capitolo riguarda l'inquinamento di origine antropica, dovuto alle attività industriali, ai trasporti e agli impianti di riscaldamento. Le conseguenze sono diventate temi di dibattito: le piogge acide, il "buco" nell'ozono (dove il termine giornalistico "buco" andrebbe a descrivere l'assottigliamento dello strato di ozono), il global warming, i cambiamenti climatici


Qualcuno cerca di proporre questi temi attuali e difficili anche ai più giovani, come il professor Stefano Caserini, del quale ho potuto assistere (insieme ai miei discenti più giovani) alla conferenza - spettacolo "A qualcuno piace caldo". Questo è anche il titolo di uno dei suoi molti libri dedicati al clima e all'impatto delle attività umane su di esso.


Qualcuno ricorderà le vecchie immagini delle ciminiere di Marghera (oltre 1500 diceva qualcuno), a pochi chilometri da Venezia - sempre bella, anche in tv, come nel documentario trasmesso ieri sera.


Il tema è spesso trattato in molte trasmissioni televisive e glisso volentieri sui palinsesti delle varie reti. Ricordo invece un bel film trasmesso di recente e ambientato nell'entroterra veneto, "Finché c'è prosecco c'è speranza", tratto dall'omonimo libro del professor Fulvio Ervas


Nella finzione cinematografica, ai piedi delle colline del prosecco, patrimonio UNESCO, un industriale ha impiantato un cementificio: una lavorazione ad alto impatto ambientale. Un tempo ve n'era uno in funzione anche a pochi chilometri da casa mia: marna e calcare; farina cruda, cotta nel forno per diventare clinker; macinatura e gessatura per ottenere il portland.


Ma nel forno, che si brucia? Nel film, la gente comincia ad ammalarsi di cancro e muore. Tra questi, i genitori dello scemo del villaggio; un nobile proprietario terriero che ama produrre (e consumare) il vino con le regole della terra; anche il nipotino della sua domestica, di soli nove anni. L'industriale viene ucciso; e anche il chimico che ha falsato le analisi dei fumi. Nell'oscurità, una mano cerca giustizia ma compie vendetta. Un ispettore di polizia indaga: chi sarà il colpevole? 


Buona visione del film... o lettura, se preferite.

giovedì 6 febbraio 2025

Un benzene bicentenario

Mentre esponevo alla classe le caratteristiche generali dei composti aromatici, un alunno tanto bizzarro quanto sveglio mi faceva notare, riprendendo una mia sottolineatura, che quest'anno cadrà il bicentenario della scoperta del benzene, composto del quale molto ho detto sul blog, a partire da QUI.

Nel 1825, Michael Faraday, lavorando nel suo laboratorio alla Royal Institution, scoprì quello che chiamò bicarburo di idrogeno. Cominciò a lavorare su di esso il 26 aprile di quell'anno e comunicò la scoperta il 16 giugno, leggendo una memoria nella quale raccontò con un linguaggio semplice la separazione di un nuovo composto da una miscela complessa, lo studio delle sue proprietà e la determinazione della sua composizione.

Faraday partì dal catrame, uno scomodo sottoprodotto dell'industria del gas illuminante, destinato a diventare nel giro di poco tempo una miniera d'oro: miracoli della chimica, che sa trasformare i rifiuti in prodotti utili - e in fiumi di denaro per gli investitori, almeno ai tempi della seconda rivoluzione industriale.

Circa nove anni dopo, Eilhard Mitscherlich sintetizzò lo stesso composto da acido benzoico e calce.

Tra la metà e la fine del 1800 furono proposte diverse possibili strutture per il benzene: la struttura attuale fu ipotizzata da Auguste Laurent e poi ripresa da Kekulé von Stradonitz.

Verso la fine della carriera, Kekulé rivelò che la struttura gli era venuta in una visione dopo aver gustato un bicchiere o due di vino accanto al fuoco, seduto  in salotto a casa sua, sulla sua poltrona preferita. La sua ispirazione per la struttura del benzene sarebbe derivata dall'immagine di un uroboro tra le fiamme (e perché non dalla lettura del trattato che Laurent pubblicò dodici anni prima?).

Solo negli anni Trenta del Novecento la struttura di Kekulé fu confermata compiutamente dalla diffrazione di raggi X ed elettroni, anche se recenti studi storici attribuiscono la paternità dell'idea a Laurent.

Cento anni dopo, la scoperta di Faraday fu celebrata alla Royal Institution da una schiera di delegati nazionali e internazionali. 

Già a metà Ottocento, l'importanza industriale del benzene fu compresa con l'istituzione dell'industria dei coloranti sintetici. Il connubio benzene-colore è stato celebrato in particolare nel 1890 in Germania, esaltando la formula dell'anello benzenico attribuita al chimico tedesco Kekulé, e nel 1906 con l'anniversario della fondazione dell'industria dei coloranti al catrame di carbone, dovuta alla fortunata scoperta di Perkin del 1856

Potrebbe essere istruttivo esaminare i diversi programmi economici e politici alla base di questi eventi, ciascuno nel contesto di un tempo e di un luogo particolari.

Per concludere, voglio qui tuttavia accennare alla figura di Guglielmo Koerner, del quale il 25 marzo prossimo ricorrerà il centenario della morte. Laureatosi in chimica a Giessen, fu poi allievo di Kekulé e di Cannizzaro. Divenne docente a Milano, presso la Scuola Superiore di Agricoltura, ove rimase dal 1870 al 1922. Si dedicò a studi sui composti aromatici e sulle sostanze naturali di origine vegetale. 

A Milano sono conservati nelle boccette di vetro originali i campioni di composti cristallini preparati nel corso dei suoi esperimenti, preziose reliquie di un'intensa attività di ricerca. La sintesi di questi prodotti costituì una prova determinante a favore dell’equivalenza delle sei posizioni dei sostituenti nella molecola del benzene.

Fonti:

https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ed003p1248

https://www.dsmailand.it/it/scuola-secondaria/news/i-cristalli-organici-di-guglielmo-koerner-in-aula-magna

https://www.robertopoetichimica.it/la-scoperta-di-guglielmo-koerner-1869-la-simmetria-del-nucleo-del-benzene/

https://www.soc.chim.it/it/printpdf/3598

lunedì 3 febbraio 2025

Letteratura...


Giusto per iniziare il secondo quadrimestre, propongo questo breve (e forte!) pensiero del professor Galimberti:

Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge. 

E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. 

E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura?

FONTE: https://libreriamo.it/istruzione/scuola/galimberti-scuola-genitori-figli/


(Immagine dal web)

giovedì 30 gennaio 2025

Cartoline orientali...

Stanco di ascoltare neri corvacci che gracchiano: "matrimonio!", candide e caste galline che chiocciano: "co-co-co-co-co-co-co-convivere? Mai!", oche che starnazzano della vita degli altri e altra fauna di casa nostra, bisognoso di sentir parlare di cose spirituali e non di demografia spicciola, di piccoli moralismi a chilometro zero e del Vangelo visto e vissuto dalla parte dei farisei, mi sono immerso in qualche lettura che speravo più ritemprante.

Ho lanciato l'amo verso Oriente e ho ripescato dalla memoria dei miei vecchi studi religiosi qualche pagina sul Buddhismo, una realtà estremamente complessa, difficile da riassumere nello spazio di un libro, impossibile in quello di un povero post su di un piccolo blog.

La vita del principe Siddharta Gautama, la sua profonda riflessione sull'esistenza, l'illuminazione, le quattro nobili verità, l'ottuplice sentiero: e tanta arte, tanta bellezza, tanti gesti delicati e suoni lontani che nulla hanno da invidiare a quelli di altre tradizioni. Altro che chitarrine e uattanciù.

Ruote di preghiera e immagini sacre invitano alla contemplazione...

Bodhisattva, spinti dalla compassione, diventano guide per altri umani nel raggiungimento del Nirvana.

Volti sorridenti si affacciano dalle finestre, dipinte e decorate, dei monasteri.

Entrando, si scorgono sulle pareti di questi luoghi dello spirito alcune inquietanti raffigurazioni di esseri terrifici che un po' ricordano talune rappresentazioni occidentali degli inferi.


Non è che abbia troppa voglia di indugiare sui diavoli altrui: e forse per questo, deluso, ho chiuso il libro, anche se riconosco la pregevole fattura delle rappresentazioni. 


Concludo la rassegna fotografica con uno scorcio di un monastero tra le impervie rocce del Buthan, dove l'eccessiva altitudine mi impedisce di andare (insieme alla scarsità di pecunia, per ora destinata ad altro). Evitate di dirmi che sarebbe stata una buona idea come meta per un viaggio di nozze, per favore: altrimenti, vi ci mando io... a quel paese!


Proprio in Buthan è ambientato "Lunana", un film che ho visto di recente in televisione e che racconta la storia di un giovane, inviato controvoglia come maestro elementare in un villaggio sperduto, dove gli abitanti vivono di pastorizia e alle finestre non ci sono vetri ma carta. 


Il suo sogno di diventare cantante di musica occidentale in qualche metropoli alla fine si realizza, ma nell'indifferenza degli avventori di un pub, prova la nostalgia per le sue montagne.


Yak Legbi Ihadar

lunedì 27 gennaio 2025

1945 - 2025, 27 gennaio

"Auschwitz III era l'inferno sulla Terra. Alle quattro del mattino si accesero le luci con le grida del kapò e sentii che picchiavano un uomo perché si era alzato troppo lentamente. Chi non aveva la forza di reggersi in piedi, quelli che erano peggiorati e i morti durante la notte nel sonno vennero messi da parte, non era difficile immaginarne il destino.

Per la prima volta mi accorsi che la morte ha un suo odore particolare, che non saprei descrivere, però in quella baracca gravava nell'aria qualcosa di putrido, oscuro e raccapricciante. Un tedesco doveva avere al massimo trent'anni, ma ai miei occhi sembrava più un cadavere vivente che una persona: era ridotto uno scheletro. Un polacco sfinito sopravvisse alla notte; al mattino dovetti aiutarlo ad alzarsi in piedi. Era allo stremo e al cantiere non lo rividi mai più."

Denis Avey, Auschwitz. Ero il numero 220543

venerdì 24 gennaio 2025

Auree geometrie microscopiche

Ernst Haeckel era uno zoologo tedesco molto dotato e dall'innegabile talento artistico, che ha prodotto disegni ancor oggi sorprendenti di molti organismi marini unicellulari come protozoi, radiolari e altri componenti del plancton

Nato nel 1834 e morto nel 1919, la sua eredità continua nel senso che ha coniato le parole "Ecologia" e "Phylum" che usiamo comunemente oggi. 

Nel regno della geometria sacra, i suoi incredibili disegni nel suo libro: "Art Forms In Nature" hanno acceso diverse generazioni di lettori, scienziati, filosofi e mistici per cercare maggiori conoscenze sui cinque solidi platonici, spirali auree e geometrie pentagonali rivelate negli esoscheletri di molte specie unicellulari, spugne calcaree e vari coralli.

Il suo lavoro ha anche reso popolari le opere di Charles Darwin in Germania.

sabato 18 gennaio 2025

Qual è l'età di LUCA?

Un camino idrotermale nelle profondità oceaniche: culla per la vita?

Il tema delle origini della vita sulla Terra ha affascinato a lungo gli scienziati: in particolare, alcuni si sono soffermati sulla natura dell'ultimo antenato comune universale (Last Universal Common Ancestor, LUCA). 

LUCA, la radice dell'albero evolutivo da cui si sono differenziati Bacteria e Archaea, rappresenta un nodo chiave nella storia della vita. 

Le caratteristiche, l'età e il ruolo ecologico di questo antico organismo offrono spunti critici sulla prima evoluzione della vita sulla Terra.

Si stima che LUCA sia esistito circa 4,2 miliardi di anni fa. Alcuni ricercatori dell'Università di Bristol e collaboratori internazionali hanno recentemente impiegato metodi innovativi per tracciarne la cronologia, utilizzando l'analisi del tempo di divergenza dei duplicati genici pre-LUCA, combinati con fossili microbici e registrazioni di isotopi, per stabilirne la posizione nella storia evolutiva.

Queste scoperte smentiscono le ipotesi precedenti secondo cui la vita non avrebbe potuto sopravvivere al bombardamento pesante tardivo, un periodo di intensi impatti di asteroidi verificatosi tra 3,7 e 3,9 miliardi di anni fa.

Per determinare l'età di LUCA, gli scienziati hanno impiegato metodologie basate su orologi molecolari, concentrandosi sui geni che si sono duplicati prima dell'esistenza di LUCA. Analizzando questi paraloghi universali, hanno ridotto al minimo le incertezze inerenti ai metodi precedentemente usati.

Questo approccio, noto come cross-bracing, ha permesso ai ricercatori di applicare più volte le calibrazioni fossili, migliorando la precisione delle loro stime. La loro analisi colloca l'età di LUCA a circa 4,2 miliardi di anni, in linea con le opinioni emergenti sull'abitabilità della Terra primordiale.

Il genoma di LUCA è stata una scoperta significativa. La riconciliazione filogenetica indica che aveva un genoma di almeno 2,5 megabasi, che codifica circa 2.600 proteine. Questa complessità genetica rispecchia i procarioti moderni, il che suggerisce che LUCA era ben lungi dall'essere un organismo semplice.

Probabilmente possedeva una sorta di sistema immunitario precoce, che alludeva ad antiche battaglie con i virus, e mostrava un metabolismo anaerobico, in particolare l'acetogenesi. Questi tratti hanno permesso a LUCA di prosperare in un ambiente geochimicamente attivo, utilizzando idrogeno e anidride carbonica per produrre energia.

Lungi dall'essere isolato, LUCA faceva parte di un ecosistema interconnesso. Il suo metabolismo forniva nicchie per altri membri della comunità microbica, mentre la fotochimica atmosferica supportava il riciclaggio dell'idrogeno. Questa interazione suggerisce che la vita sulla Terra ha rapidamente formato ecosistemi in grado di sostenere organismi diversi.

FONTI: 

https://www.thebrighterside.news/discoveries/all-life-on-earth-can-be-traced-back-to-a-single-common-ancestor/

https://scienceabovetheclouds.blogspot.com/2019/08/loki-asgard-e-prima-ancora-midichlorian.html

mercoledì 8 gennaio 2025

Due personaggi secondari...

Qualche giorno fa è stato trasmesso per televisione il film "Bach, il miracolo della musica", ambientato a Lipsia nel 1734, anno di composizione dell'Oratorio di Natale. Oltre al Kantor, erano in scena la seconda moglie, Anna Magdalena, e i figli di primo letto, ormai adulti e avviati alla carriera musicale. Del film ha già accennato Annamaria sul suo blog, Gioire in musica, e non me la sento di aggiungere altro. 

Vorrei soffermarmi invece su due personaggi secondari: il primo è Johann Adolf Hasse (1699-1783), compositore alla corte dell'Elettore di Sassonia, marito della celebre cantante Faustina Bordoni e infine maestro di musica a Venezia, presso l'Ospedale degli Incurabili. Sia Hasse sia la moglie sono sepolti nella città lagunare, nella chiesa di San Marcuola, in sestiere Cannaregio. Per i suoi funerali, Hasse scrisse un Requiem; e prima di quello ne compose anche altri, due completi di tutti i movimenti e altri stesi in parte.

Hasse compose un Requiem in Do maggiore alla morte dell'Elettore Federico Augusto II di Sassonia, avvenuta il 5 ottobre 1763. Solo poche settimane dopo, 17 dicembre dello stesso anno, morì anche suo figlio, l'elettore Federico Cristiano. Presumibilmente per questo motivo Hasse scrisse il Requiem in Mi bemolle, e per la mancanza di tempo utilizzò il Sanctus e l'Agnus di un Requiem in Si bemolle da lui composto in precedenza. Le sezioni principali di questo secondo Requiem - Introitus, Kyrie e Dies irae - risalgono probabilmente alla fine del 1763 e agli inizi del 1764.

Il Requiem in Si bemolle fu scritto probabilmente nella seconda metà degli anni Cinquanta del Settecento ed è disponibile in stampa per la prima volta presso la Carus-Verlag. Non si sa nulla dello scopo di questa bellissima opera, né se sia mai stata eseguita durante la vita del compositore. Forse la Guerra dei Sette Anni, nella quale fu coinvolto anche il datore di lavoro di Hasse, l'elettore Augusto III, potrebbe essere stata l'occasione che ha indotto il musicista a stendere l'opera. Il fatto che Hasse apprezzasse sicuramente la sua composizione è dimostrato da diverse inclusioni nei successivi Requiem in Do e Requiem in Mi bemolle.

Autore di un Requiem fu anche il secondo protagonista di cui vorrei parlare, che nel film non appare se non implicitamente: Johann Christian Bach (1735-1782), undicesimo figlio del Kantor e di Anna Magdalena. Nella finzione cinematografica ella rivela al marito, nel turbinio degli avvenimenti, di aspettare un figlio - dopo averne persi altri sette.

Johann Christian nacque e giunse all'età adulta. Perse il padre a quindici anni, fu ospite del fratello Carl Philipp Emanuel, che lo avviò alla musica; si trasferì a Milano, dove fu organista del Duomo per due anni e infine intraprese la carriera di operista a Londra. Per questo egli fu noto come il Bach inglese

Nella seconda metà del Settecento, Johann Christian era più famoso del padre: scrisse musica in stile galante e conobbe il piccolo Mozart, sullo stile del quale esercitò una notevole influenza. Ascoltate ad esempio i tre concerti K 107. Pessimo amministratore delle sue risorse economiche, morì in povertà. Aveva la mia età.


J. C. Bach, Sonata op. 17 n. 6

venerdì 3 gennaio 2025

Primi giorni del nuovo anno...

 Nell'ultimo post ho tralasciato di accordare degli auguri speciali che recupero qua sotto:

Intanto scorro le notizie, i nomi degli ultimi nati dell'anno passato e quelli dei primi del nuovo. E poi l'occhio mi cade su questo:


Io guardo ai nuovi nati e c'è chi pensa a nuovi cimiteri nel timore di nuovi morti in nuove guerre. Più che di costruttori di cimiteri, questo mondo ha bisogno di costruttori di pace. Non di persone pacifiche, ma di pacificatori. "Beati..." - li chiamava Qualcuno - "... figli di Dio". 

E don Tonino Bello: "La pace è finita, andate a messa". Andate a riscoprire i valori spirituali, qualsiasi essi siano; e, per un cristiano ancorato alla sua vera Tradizione (non alla consuetudine!), a nutrirsi alla mensa della Parola e del Pane, non per precetto ma con fede e speranza. Andate nel mondo con amore e carità; e siate mondi.


Stamattina, il mio risveglio è stato gratificato dalla presenza di una coppia di fagiani di monte che passeggiavano in giardino, indisturbati. I gatti erano chiusi in casa a sonnecchiare sul divano e là li ho tenuti. Vedere questi animali fianco a fianco è stato bello. Tra poco mi affaccerò alla finestra e vedrò cince e pettirossi svolazzare sui rami dei noccioli; e forse la gazza di vedetta in cima al noce. 

Mi dispiace che le vacanze stiano finendo: proprio ora che cominciavo a perdermi in appaganti osservazioni naturalistiche, dopo aver completato la stesura di un altro libro e aver abbozzato un lavoro da riprendere e limare. Chissà che il solito riposo influenzale (forzato cioè dall'immancabile influenza di febbraio, per la quale ancora non ho fatto il vaccino) non mi doni la possibilità di pensare un poco alla natura di cui faccio parte. La pace si costruisce anche partendo da qui e da qui cresce in silenzio, lentamente, come una foresta. 


Buon pomeriggio! MC






mercoledì 1 gennaio 2025

45 al quadrato...

 ... fa 2025. 

L'anno che è iniziato da poche ore è un quadrato perfetto: e qualcuno mi dirà di risparmiare la lezione di matematica in un giorno di festa. Va bene. Allora condivido questa foto, con un'ape che ronza sulla rosa d'inverno (Helleborus niger) in fiore.

E poi l'ultimo tramonto dell'anno bisesto: il trecentosessantaseiesimo...

Il mio cenone di capodanno? Eccolo: pasta in bianco e branzino al forno.

E poi, in pigiama davanti alla tv guardando Cime tempestose - una cosa davvero allegra, per attendere la mezzanotte. 

Abbiamo compiuto un altro giro attorno alla nostra stella, descrivendo un'orbita ellittica e supponendo che il sole se ne stia fermo in uno dei due fuochi, quando in realtà sappiamo che non è così. Non importa. A proposito di fuochi: non è mancato anche quest'anno uno stupendo spettacolo pirotecnico in paese, che ho ripreso a spizzichi e bocconi, ma devo montare il video. Accontentatevi di una foto...

La prima ora del nuovo anno è passata. La notte è ancora giovane per i giovani, ma per un povero vecchietto con la barba bianca e un'enorme pancia malata è giunto il momento di andare a letto.

Domani sarà il momento di leggere gli oroscopi e il solito articolo su Nostradamus e Baba Vanga che avrebbero predetto ancora guerre mondiali e altre sfighe: avete fatto caso che ogni anno i siti riportano lo stesso testo cambiando semplicemente la data? Annuncio questo: sicuramente il nuovo anno porterà per me una nuova pubblicazione. Stay tuned!