sabato 31 agosto 2024

Poter scegliere e cambiare...

L'altro giorno mi sono sottoposto a una visita specialistica. Una serie di misurazioni accurate in poco più di mezz'ora hanno confermato che non sono più un giovanotto ma non sono nemmeno da pensionare (purtroppo). 

Al termine, ringrazio il medico - che mi segue da quasi un quarto di secolo - e vado dalla sua segretaria per corrispondere il dovuto. Senza batter ciglio, prendo il bancomat dal portafogli e pago, com'è giusto: cortesia, professionalità, tempo e tanti altri aspetti meritano un riconoscimento economico, oltre che sociale.

Tornando a casa, ho cominciato a riflettere ancora sulle mie scelte decisamente sbagliate, considerando stavolta anche gli aspetti economici: condivido qui qualche sottolineatura rivolgendomi anche a chi, in questi giorni, deve perfezionare l'iscrizione all'università.

Va bene lasciarsi guidare dalle passioni, dalle ambizioni personali, dagli ideali: ma quando ci orientiamo verso una professione, dobbiamo tener conto che quella è un abito che dobbiamo indossare per molti anni. E ritrovarsi poi con un abito scomodo, troppo stretto o troppo largo o di un colore che non piace più e non aver modo di poterlo cambiare se non in peggio... è dura.

Io ho subito molti condizionamenti da parte della famiglia e del contesto sociale dove purtroppo sono rimasto a vivere, che desideravano per me un lavoro stabile anche se dequalificato, uno stipendio fisso pur se misero, matrimonio e figli, volontariato, etc.

Mia nonna mi ripeteva sempre che se avessi fatto il muratore, mi fossi sposato e avessi avuto una famiglia mia ora sarei più felice. Ho la certezza del contrario: non sopporto i lavori manuali e ripetitivi (che lascio volentieri a chi li sa fare) e godo del silenzio nella solitudine della mia vita privata. 

Proprio mia nonna mi predicava la famiglia: lei, che si vantava di essere stata sposata con mio nonno per quasi 61 anni senza averlo amato un giorno. Lo ha fatto solo per un eroico sacrificio (che orgogliosamente ostentava) in onore di una famiglia eletta a pagana divinità, alla quale avrei dovuto, nella sua visione delle cose, offrire in olocausto le mie aspirazioni e i miei sogni, ai quali comunque sono stato costretto a rinunciare. 

Anche mio padre avrebbe voluto forgiarmi quale brutta copia di sé stesso e ho lottato per anni per non realizzare i suoi progetti per la mia esistenza. Non ho realizzato nemmeno i miei. Mi accontento di quel poco che sono, ormai ho indossato un abito che non posso più cambiare e che devo, in qualche modo farmi piacere. Sognavo il camice bianco con il caduceo: mi rimane la libertà di vestire casual. Molto casual.


Col senno di poi, non mi sarebbe dispiaciuto nemmeno fare il medico, allo stesso modo della figura evocata in apertura del post. Sarei certamente stato in grado di sostenere la fatica intellettuale degli studi di medicina - troppo lunghi, a detta di qualcuno che non sa mai farsi i fatti propri. 

Di certo non voglio fare il chimico, lo ribadisco. Sono solo laureato in chimica. Pure con lode. E con il magone di non poter più prendere la strada che avrei voluto e che non è quella che ho battuto. Mi accontento del mio sentiero sterrato. Ma voi che potete ancora scegliere e cambiare, non rinunciate a farlo, sapendo volgere lo sguardo anche a un futuro remoto.

giovedì 29 agosto 2024

Tempo per viaggi fantastici...

Molti eroi della mitologia e della letteratura compiono viaggi fantastici nel mondo sotterraneo: da Orfeo ad Ulisse, da Enea a Dante. I protagonisti attraversano paesaggi con fiumi, paludi e rupi; incontrano creature demoniache oppure estinte, spesso smisurate (ricordate i funghi giganti?); e odorano il lezzo dello zolfo e dei suoi composti.

Viaggi nel mondo sotterraneo sono compiuti anche da protagonisti di una letteratura fantastica più vicina a noi nel tempo, dal settecentesco Niels Klim di Holberg (che si ritrova in una civiltà parallela dove uomo e donna hanno raggiunto la piena parità) al Lidenbrock di Verne e altri, tra i quali Casanova ed Edgar Allan Poe. Anche Carroll con Alice nel paese delle meraviglie trova posto tra di loro: d'altronde, la ragazzina accede ad un mondo fantastico passando per la tana di un coniglio... 

L'ingresso al mondo sotterraneo è spesso costituito da grotte o da camini di vulcani spenti: il ritorno in superficie avviene per strade analoghe: Verne conclude il suo improbabile Viaggio al centro della Terra con un'eruzione dello Stromboli, avvenuta - nella finzione del romanzo - il 29 agosto 1863. Eccone la trasposizione cinematografica del 1959...

Alla fantasia degli scrittori, alla quale ogni tanto concedo del tempo per diletto e per apprendere tecniche di narrazione, preferisco la realtà descritta dai naturalisti, già traboccante di per sé di meraviglie da ammirare. 

A proposito di Stromboli, il vulcano è stato oggetto anche di qualche trasmissione di promozione turistica. Condivido questo frammento di Linea Blu trasmesso su Rai Uno, sabato 17 agosto 2024: il video l'ho ripreso con lo smartphone.

Desidero andarci da anni, ma poi, tra tesi, congiunti malati, malesseri miei, spese impreviste... ho sempre procrastinato. Anni or sono, avevo pure tentato di proporre le Eolie come meta per un viaggio d'istruzione, bocciato dai discenti che non vi hanno individuato sufficienti occasioni di divertimento serale di loro gusto (lo so: avrei dovuto bocciare loro e non l'ho fatto, mea culpa). 

Il tempo scorre, come la lava nella colata lungo la Sciara del fuoco; l'età avanza, gli acciacchi si fanno sentire, il padre torna alla carica con il matrimonio e io voglio invecchiare da solo, come un buon whisky scozzese. Senza tartan, senza kilt (anche se mio fratello me ne ha regalato uno) e possibilmente senza pannolone...

... intanto rilancio la lettura del testo dedicato da Jack Repcheck al geologo James Hutton, "L'uomo che scoprì il tempo", di cui dissi QUI. Alla prossima!

lunedì 26 agosto 2024

La virtù di potare i rami secchi...

... e così tra poche ore si riprende, sottovoce, con una breve lezione di ripasso e qualche esercizio. Tutto sommato, meglio così: in ferie non sono andato e mi sono riposato leggendo, curando i fiori in giardino e sperimentando una ricetta di una zuppa di pesce alla maniera russa di cui forse vi dirò o forse no. Ho fatto una vita molto casalinga: niente camminate in montagna (non posso stare in quota, con l'ipertensione), niente visite a città d'arte. Solo libri e fiori.


Un'amica di vecchia data mi ha scritto per chiedermi se avevo una registrazione di un concerto del 2015, nel quale è stato eseguito lo Stabat Mater di Pergolesi. Al concerto è stata premessa la lettura di una poesia scritta da quest'amica che reinterpreta lo spirito dell'antica sequenza con parole moderne, alle quali in quell'occasione ho prestato la voce.

Devo dire che è stata davvero brava a ricordarsene: ma a distanza di così tanto tempo non so se ho voglia di far sapere al mondo che in una vita precedente mi sono dedicato anche a quelle cose. Come ho già detto, con la musica ho detto "basta" anni fa e lo ribadisco: mi è capitata una sorte non dissimile a quella di Darwin, di Castellani, di Schroedinger... più studiavano il mondo naturale e più perdevano il gusto per la musica. 

Così è stato pure per me, ancorché su una scala assai più modesta - passatemi il termine: lillipuziana. Ho perso il gusto anche per molte altre cose: per la religione (da quando un prete mi disse che i laici non avevano bisogno di studiare troppe cose di Dio), per la chimica (ben prima che l'insigne accademico mi dicesse che puzzavo troppo da prete per rimanere in università), per lo studio strutturato (quando la responsabile didattica della facoltà di Farmacia di un noto ateneo qua vicino mi ha scritto rispondendo alla mia richiesta di informazioni per l'iscrizione che era ora di pensare al matrimonio... e nel leggere la risposta le ho augurato tutto il male possibile, cosa della quale non me ne pento affatto).


A tagliare rami secchi ho guadagnato serenità. Non so il perché: ma piante, fiori, minerali... mi donano pace. Come entrare nel silenzio della mia casa dopo una giornata di lavoro. E i suoni della natura sono sicuramente più piacevoli e distensivi di quel fracasso che qualcuno vuol chiamare arte. Libero di farlo, come io sono libero di distaccarmene.

Tra una magagna e l'altra, mi accorgo che molti dispiaceri mi hanno fatto invecchiare precocemente anche se qualcuno si ostina a dirmi che sono ancora giovane. Per l'INPS sicuramente si, sono ancora un lattante... ma all'invecchiare comincio a pensare da un po'. 

giovedì 22 agosto 2024

Una lettura estiva... terra-terra!

 Tra i libri che ho letto nei giorni scorsi, voglio ricordare il seguente: 

Guardando la copertina, con quel "Viandante sul mare di nebbia" di Caspar David Friedrich (1774-1840), mi piace pensare ad Humboldt tra le Ande mentre contempla da lontano il Chimborazo... tuttavia, prima di suscitare le ire degli storici dell'arte, ricordo che il pittore certamente non voleva rappresentare quello. 

Tornando al volume, dico: peccato che non si trovi più in commercio e che me lo sia procurato nel mercato dell'usato, grazie a mio fratello e alla sua abilità di internauta. Chissà che non sia ripubblicato nel 2026, anno che segna il terzo centenario dalla nascita del protagonista, uno dei padri della moderna geologia: James Hutton (1726-1797). 

La biografia del personaggio è piuttosto semplice: nato in una famiglia benestante, rimasto orfano di  padre, poté comunque studiare e conseguire il baccalaureato all'Università di Edimburgo e la laurea in medicina a Leida - dove il grande Hermann Boheraave (1688-1738) aveva fondato una scuola di rinomanza transcontinentale, tanto da essere noto nella lontana Cina come il medico dell'Europa.

Ritornato in Scozia, perfezionò un metodo per produrre il sal ammoniaco a partire dalla fuliggine. Il sal ammoniaco o cloruro di ammonio (sale di ammonio dell'acido cloridrico) era utilizzato al tempo in metallurgia come fondente, dai fabbri nella saldatura e in medicina a piccole dosi (da 0.2 a max 1 g, oltre è tossico) come espettorante e acidificante delle urine. Era ottenuto bruciando lo sterco di cammello o distillando l'urina putrida con sale marino e così fino all'avvento dell'industria del gas illuminante; vicino ai vulcani attivi (come nei Campi Flegrei) si poteva recuperare presso le fumarole, ove si forma per sublimazione.

Hutton realizzò il suo metodo su scala industriale insieme a un collaboratore: questo gli garantì delle rendite che reinvestì acquistando un podere. Egli lo fece quindi coltivare apportando una serie di miglioramenti all'agricoltura tradizionale: divenne così un gentiluomo di campagna con tanto tempo a disposizione da investire nello studio sperimentale della chimica e della mineralogia

Condivideva le osservazioni con i grandi esponenti dell'Illuminismo scozzese: Joseph Black, James Watt, Adam Smith, William Cullen e altri; forse anche con il filosofo David Hume, di cui Black era medico personale.

Invitato ad esporre i risultati delle sue ricerche di fronte al pubblico, elaborò una "Teoria della Terra" che superava le tesi nettuniste di Werner e l'idea di un pianeta di soli seimila anni creato da Dio il 23 ottobre 4004 a.C. alle ore 12.00, come aveva calcolato l'arcivescovo James Ussher qualche decennio prima.

Le sue teorie suscitarono scalpore e negli anni a venire furono attaccate dai nettunisti; sopravvissero grazie a un'opera divulgativa redatta dall'amico matematico John Playfair (1748-1819), Illustrazione della teoria huttoniana della Terra. Infine, furono riprese da Charles Lyell (1797-1895) nei suoi "Principi di geologia" e quindi da Darwin. In Italia furono divulgate dal mineralogista Scipione Breislak (1750-1826) e quindi dal bassanese Giovanni Battista Brocchi (1772-1826), uno dei fondatori della paleontologia.

1826: un anno che ritorna più e più volte in questo breve sommario di una delle mie letture estive. Chissà che il 2026 non costituisca l'occasione per celebrare quale centenario e rilanciare ulteriormente lo studio delle Scienze della Terra

lunedì 19 agosto 2024

Compiti per le vacanze?

La fine dell'estate si avvicina e da insegnante pongo una domanda di rito: avete fatto i compiti per le vacanze? 

Ai miei discenti ho assegnato la lettura di Zio Tungsteno, opera di Oliver Sacks in cui l'autore riporta i ricordi di un'infanzia chimica. Ne dissi QUI.

Ai miei lettori ricordo invece il mio ultimo libro, Incoscienze naturali, uscito il 1° marzo 2023 e presentato il 24 maggio scorso presso la Libreria degli Eddini - Mondadori Bookstore a Belluno.

Dove trovarlo? Potete richiederlo on-line...

... oppure in libreria.


Anch'io sto leggendo, in questi giorni: non quanto vorrei, ma sto leggendo cose nuove, per ritemprare lo spirito e per preparare le lezioni di quest'autunno. 


E sto anche abbozzando qualcosa di nuovo: Incoscienze naturali presto o tardi avrà un seguito, la cui bozza giace stampata sulla mia scrivania (e non solo sulla mia...). Stay tuned!

venerdì 16 agosto 2024

Una lezione di teoria musicale...

Per continuare con questa settimana di Ferragosto musicale, vi regalo due video che nell'insieme costituiscono una breve lezione sulla Fuga, prendendo come modello di studio la fuga in Sol minore dal Primo libro del Clavicembalo ben temperato di Bach.


Il video soprastante mostra bene il tema fondamentale, detto soggetto, formato dai due incisi melodici A e B, e il controsoggetto, costruito in questo caso sulle inversioni di B e di A, rispettivamente. 
Detto questo, la fuga si sviluppa usualmente in tre parti:
  • Esposizione: il soggetto è proposto dalle varie voci, accompagnato dal controsoggetto;
  • Sviluppo: l'esposizione del soggetto è alternata da episodi modulanti; l'effetto è quello di un inseguimento senza riposo;
  • Stretto: le varie voci presentano il soggetto più volte con entrate ravvicinate: l'effetto è quello di un inseguimento che sta per aver fine, come se le guardie stessero finalmente acchiappando i ladri e l'arresto avviene sull'accordo di tonica conclusivo.


Le idee essenziali da ricordare sono queste. Le avevo spiegate molto meglio in un vecchio libro che avevo scritto, pubblicato moltissimi anni fa e mai presentato. Ecco una foto della copertina, costruita su un'immagine originale di Carla De Poli:


Se volete letture più serie, "Le forme musicali" di Nielsen (ed. Carisch), il "Trattato di contrappunto" di Cherubini o il "Trattato sulla fuga" di Gedalge possono fare al caso vostro. 

mercoledì 14 agosto 2024

Ach Gott, vom Himmel sieh darein


La cantata Ach Gott, vom Himmel sieh darein (Oh Dio, guarda giù dal cielo...) venne composta da Bach a Lipsia nel 1724 e fu eseguita per la prima volta il 18 giugno dello stesso anno in occasione della seconda domenica dopo la Trinità. Il testo è di Martin Lutero per il primo (video sopra) e l'ultimo movimento e di autore sconosciuto per i rimanenti. Invoca pietà per quanti si discostano dalla parola divina e dalla pratica della legge del Signore, per inseguire insegnamenti fuorvianti come potevano essere, al tempo di Lutero, la tradizione cattolica o quella delle altre chiese riformate, ma anche le filosofie materialiste oppure l'occultismo e l'alchimia; e al tempo di Bach, le correnti dell'Illuminismo.

Il tema musicale sulla quale è costruita l'opera deriva dal corale Ach Gott, vom Himmel sieh darein, di compositore sconosciuto ma risalente al 1524 (quindi a ben cinque secoli fa!), che a sua volta si basa sulla canzone profana Begierlich in dem Herzen mein del 1410. All'inizio, il tema è sviluppato in forma contrappuntistica: alla fine è ripreso come corale armonizzato a quattro voci. Ecco le linee melodiche di soprano e basso, in una versione semplificata:



Il tema ha ispirato nel corso dei secoli diversi compositori: di seguito propongo una rassegna di preludi di corale per organo sviluppati su di esso.


J. P. Sweelinck (1562-1621)


F. W. Zachow (1665-1712)


J. G. Walther (1684 - 1748)


W. A. Mozart (1756-1791)


Di Mozart ci resta questo frammento, ma nel finale del secondo atto del Flauto Magico K 620 il tema ritorna contrappuntato con il Kyrie della Missa Sancti Henrici di Biber, quando gli armigeri accompagnano Tamino nel battesimo dell'acqua e del fuoco. Eccolo nel video in una versione pianistica che permette di seguire la partitura:



E se qualcuno vuol cimentarsi alla tastiera con un arrangiamento semplice... eccolo accontentato:

lunedì 12 agosto 2024

Molecole in notazione musicale?

Il 24 marzo 2022, su ChemRxiv è uscito un articolo creativo e intrigante dedicato alla "Sonificazione molecolare" ossia a come trasformare le molecole in musica, opera di Timothy Cernak e collaboratori dell'Università del Michigan

Eccone l'abstract, ove è spiegato il fondamento teorico dell'idea che molti puristi giudicheranno bizzarra: tuttavia, giusto un secolo fa De Broglie ci insegnava che gli elettroni sono onde, cioè frequenze che risuonano (e qua entra in gioco Pauling con la mesomeria); costruire un accordo combinando note musicali non apparirebbe allora poi tanto diverso che costruire legami combinando orbitali e chissà che non sia per questo che molti chimici sono stati anche buoni musicisti, da Borodin in poi. 

Io, che non sono chimico (sono solo laureato in chimica, purtroppo, e non in farmacia) e notoriamente non amo la musica (nonostante qualcuno mi riconosca una certa cultura in quest'ambito), vi auguro buona lettura, ricordando che in fondo trovate il link al testo originale con la possibilità di scaricare l'intero lavoro. 

DOI: 10.26434/chemrxiv-2022-g7xkl

Le strutture chimiche organiche codificano informazioni sulla disposizione degli atomi e dei legami di una molecola. Il modo più consolidato per codificare una struttura molecolare è tramite disegno lineare, sebbene altre rappresentazioni basate su grafici, stringhe, etichette codificate one-hot o array di impronte digitali siano fondamentali per lo studio computazionale delle molecole. 

Qui mostriamo che la musica è un supporto di memorizzazione di informazioni altamente dimensionale che può essere utilizzato per codificare la struttura molecolare. Il metodo risultante consente di ascoltare una struttura molecolare come una composizione musicale, in cui la tonalità della musica è basata sulle proprietà molecolari e la melodia è basata sulla disposizione degli atomi e dei legami. Ciò consente un approccio di generazione molecolare che sfrutta le moderne tattiche di intelligenza artificiale per la generazione di musica.

https://chemrxiv.org/engage/chemrxiv/article-details/6236172dd75627dbfb1e0c92

sabato 10 agosto 2024

Bikini

Dici "bikini" e pensi al costume in due pezzi, un classico del beachwear creato dallo stilista francese Louis Reard nel luglio del 1946 e lanciato da Marilyn Monroe, non senza le immancabili polemiche dei bigotti e dei benpensanti.


Raffigurazioni a mosaico e ad affresco trovate nei resti di antiche domus romane (come nella Villa del Casale a Piazza Armerina, sopra) mostrano che qualcosa di simile era già indossato dalle antiche matrone: forse costumi a due pezzi erano già in uso in epoche precedenti.


Il nome "bikini" per il capo di abbigliamento fu voluto dallo stesso Reard per sottolineare l'effetto dirompente che la sua proposta avrebbe avuto nella storia del costume, analogo a quello delle bombe atomiche che gli americani avevano cominciato a testare a Bikini, un atollo nell'arcipelago delle isole Marshall trasformato in poligono nucleare. 


Tra le esplosioni più potenti nella storia degli usi bellici dell'energia nucleare, si ricorda qui quella denominata Castle Bravo, avvenuta il 1° marzo 1954. L'ordigno testato era una bomba H, a fusione, che utilizzava una carica di LiD - deuteruro di litio, un solido cristallino bianco - e come innesco una bomba A. La scena centrale di un drammatico documentario su quell'esplosione potete trovarla QUI: o vederla nel video sotto in bassa risoluzione.


Gli abitanti dell'isola furono evacuati, ma il fall-out ricadde anche su altre isole e sulle imbarcazioni dei pescatori. L'ambiente fu orribilmente deturpato e la barriera corallina distrutta.


Il 1° marzo, nello stato delle Marshall, è diventato giorno di lutto nazionale. I test atomici non sono stati atti di eroismo e hanno dato poco o nulla al progresso scientifico: hanno contribuito però a sradicare la vita nel Pacifico, a contaminare terra, mare e atmosfera e a lasciare gli indigeni in balia delle conseguenze delle radiazioni per generazioni.


I sovietici non furono migliori degli yankee, con lo sviluppo degli armamenti nucleari dalla bomba Zar fino al missile Sarmat
Supponendo che uno di questi missili sia lanciato sulla base di Aviano, guardate fino a dove si potrebbe teoricamente estendere il raggio d'azione della bomba secondo questo simulatore:


C'è solo da sperare che queste armi non siano mai usate e siano smantellate al più presto. E non ne siano più costruite e ideate di nuove, altrimenti si realizzerà davvero quel passo - che suona quasi profetico - tratto dal capitolo 11, verso 32, della Bhagavad Gita, "Il canto del glorioso signore" della tradizione induista, ammiccato anche da Oppenheimer:

Io sono il tempo, il grande distruttore dei mondi, 
e sono venuto ad annientare tutti gli uomini. 
Ad eccezione di voi, tutti i guerrieri 
dei due eserciti presenti qui saranno uccisi.

Per continuare a riflettere, suggerisco la lettura del seguente link...

giovedì 8 agosto 2024

lunedì 5 agosto 2024

John Valley

John Valley è un geochimico riconosciuto per il suo lavoro sull'evoluzione della crosta terrestre. È particolarmente noto per gli studi sugli isotopi stabili delle rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie con applicazioni alla formazione delle catene montuose e ai cambiamenti del clima terrestre da 4,4 miliardi di anni fa fino ad oggi. 

Valley è nato nel 1948 a Winchester ed è cresciuto a Lexington, due località del Massachusetts. Si è laureato in geologia al Dartmouth College e ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università del Michigan, in geochimica, nel 1980. 

Ha insegnato alla Rice University prima di unirsi alla facoltà dell'Università del Wisconsin, Madison, nel 1983. È stato presidente della Mineralogical Society of America, è membro di sette società professionali ed è membro dell'Accademia nazionale delle Scienze. Il minerale valleite (Ca4Fe6O13) prende il nome in suo onore.

Le prime ricerche di John Valley riguardavano il metamorfismo di alto grado e la geologia precambriana con lavoro sul campo in molte aree dell'Asia, Australia, Europa e Nord America. 

Più recentemente, ha studiato la geochimica isotopica di magmi di età conosciuta da 4,4 miliardi di anni. I suoi studi sugli zirconi della crosta più antica della Terra hanno dimostrato che la superficie del pianeta si è raffreddata più rapidamente di quanto si pensasse in precedenza, che le condizioni calde dell'Adeano sono durate meno di 100 milioni di anni dopo la formazione della Terra e della Luna e che esistevano condizioni abitabili e oceani sulla Terra oltre 800 milioni di anni prima dei primi microfossili conosciuti. 

Ha anche dimostrato che questi antichi fossili raccontano di procarioti che vivevano in complesse comunità di vita microbica 3.465 milioni di anni fa, indicando che la prima vita arrivò prima. 

I suoi altri interessi includono mineralogia, paleoclimatologia e astrobiologia. Nel 2005, ha fondato il Laboratorio WiscSIMS presso l'Università del Wisconsin, che si dedica allo sviluppo di procedure per la misurazione dei rapporti isotopici su scala da nm a μm nei minerali e nuove applicazioni della geochimica degli isotopi stabili.

venerdì 2 agosto 2024

Estremofili


Ho preparato in questi giorni le nuove lezioni che presenterò in autunno: sopra, vedete una stampa ad uso personale della presentazione dedicata alle terre rare, argomento che conosce di questi tempi una certa attualità e del quale si parla spesso in chiave economica e quasi mai in termini scientifici

Comincio allora catturando l'attenzione nell'osservare la vivace reazione dell'europio con l'acqua, realizzata a scopo didattico da un chimico cinese (e non potrebbe essere altrimenti, visto che il mercato delle terre rare interessa la Cina per la quasi totalità):


Dopo aver ricordato che cosa siano le terre rare per la Comunità internazionale dei chimici (IUPAC), tralasciando la tentazione di attardarmi troppo sugli orbitali f, passo in rassegna la storia della loro scoperta, i minerali più importanti, le innumerevoli applicazioni e concludo con una concessione alla mia amata microbiologia

Da neanche vent'anni sono noti alcuni microorganismi che utilizzano alcuni elementi delle terre rare come cofattori enzimatici. Il primo di essi fu scoperto da Adrjan Pol nei fanghi della Solfatara di Pozzuoli: ben presto ne sono stati messi in luce altri. Essi appartengono agli estremofili: organismi procarioti che vivono in condizioni particolari di pressione, di temperatura, di salinità e/o di pH, assai differenti da quelle ove si sviluppa la vita che riteniamo essere "ordinaria". 

Che cosa siano gli estremofili lo ha spiegato bene anche in televisione il professor Donato Giovannelli, intervistato da Camila Raznovich nella puntata del Kilimangiaro trasmessa su Rai 3 la sera di lunedì 29 luglio. Eccone un frammento significativo, che ho ripreso con lo smartphone (un aggregato tecnologico di terre rare con silicio e altri elementi).


Al di là delle intuizioni di Varrone e di Fracastoro, la microbiologia è una scienza nata due secoli fa per rispondere ad alcuni problemi pratici concernenti la produzione di alimenti  e bevande alcoliche, l'allevamento dei bachi da seta e di altri animali soggetti ad ammalarsi e a trasmettere le loro malattie ai loro simili e non solo. 

Successivamente è stato dimostrato che anche molte malattie (non tutte!) che colpiscono l'uomo sono dovute a microbi: la Ricerca ha perfezionato per molte di esse sia tecniche diagnostiche, sia terapie adeguate (sieri, chemioterapici antinfettivi, antibiotici, antivirali, anticorpi monoclonali), sia vie di prevenzione (come i vaccini).

La chiave di lettura della complessità della biosfera e dell'interazione di questa con litosfera, idrosfera e atmosfera, fornita dalla teoria dell'Evoluzione, ci porta ad individuare nella varietà dei microorganismi, capaci di adattarsi agli ambienti più impensabili (non ultimi quelli rappresentati dalla superficie o dalle cavità interne dei pluricellulari evolutivamente più recenti), i maggiori (e migliori, sotto molti aspetti) rappresentanti della vita nella sua materialità e questo da quasi quattro miliardi di anni. Sono essi i più piccoli ed antichi sistemi viventi, aperti ed orientati a mantenere un equilibrio cinetico per fuggire l'equilibrio termodinamico, autoreplicanti e capaci di evoluzione.

Dico sempre ai miei discenti: se venisse sul nostro un pianeta un biologo extraterrestre, da che cosa potrebbe rimanere affascinato? Non tanto dall'uomo e dai suoi manufatti, forse; ma dalla grande versatilità metabolica di organismi invisibili e diffusi in ogni dove. 

Tornando a casa, sul suo pianeta, il biologo extraterrestre racconterebbe dei batteri e dei protisti, non degli uomini o dei grandi animali. E così i biologi terrestri, cercando la vita negli infiniti mondi al di fuori del nostro pianeta, siano essi Marte oppure i satelliti di Giove o di Saturno o altri oggetti oltre i confini del sistema solare, si aspettano di trovare organismi unicellulari, non omini verdi con le antenne


Con i batteri estremofili, per oggi, mi fermo qui: ma ritornerò sull'argomento. Intanto, buon weekend!